Gentile direttore,
non possiamo che apprezzare il lavoro svolto dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, sia il Presidente on. Ugo Cappellacci che tutte le deputate e tutti i deputati componenti di maggioranza e minoranza, per quanto contenuto nel documento finale e nei lavori preparatori nell’indagine conoscitiva sul riordino delle professioni sanitarie, promossa dall’Onorevole Marta Schifone; riteniamo che possa essere il compendio da cui poter sviluppare un processo di riforma complessiva ed articolata in grado di dar risposte alle esigenze ed alle prospettive attese dell’insieme delle professioni della salute.
Ci auguriamo che la visione contenuta nel documento, che fa intravedere l’attenzione e la volontà del Parlamento e del Governo di dare le giuste risposte alla risorsa centrale ed indispensabile per attuare il diritto alla salute individuale e collettiva costituzionalmente garantito, si traduca in atti concreti nei tempi brevi possibili e soddisfacenti perché la critica situazione in cui operano i professionisti della salute non può più attendere oltre.
In particolare, intendiamo apprezzare e valorizzare la parte del documento che “Dalle risultanze delle audizioni dei rappresentanti delle professioni non riconosciute come sanitarie dalla legge n. 3 del 2018, ma comunque operanti nel sistema sanitario, emerge una serie di criticità connesse, a loro avviso, proprio al mancato riconoscimento delle singole professioni. In particolare, odontotecnici, ottici e optometristi hanno lamentato il fatto che la loro professione è tuttora disciplinata dal risalente decreto n. 1134 del 1928 che, ad esempio, non prevede neppure la figura dell’optometrista, e che sicuramente non è più adeguato a fotografare l’attuale situazione delle predette professioni…omissis... I rappresentanti degli odontotecnici hanno richiesto l’evoluzione in professione sanitaria anche in virtù delle responsabilità derivanti dal Regolamento (UE) 2017/745, che disciplina, tra l’altro, la fabbricazione di dispositivi medici su misura.
Si ribadisce, da quanto sopra detto, che l’odontotecnico è un operatore sanitario che, in possesso del titolo universitario abilitante provvede, in qualità di fabbricante dei dispositivi medici su misura in campo odontoiatrico, in coerenza con la prescrizione medica, contenente le specifiche cliniche progettuali, rilasciata dall’abilitato a norma di legge all’esercizio dell’odontoiatria, cui è riservato, invia esclusiva ogni atto preventivo, diagnostico, terapeutico e riabilitativo, come ben specificato nello schema di profilo professionale paragrafo 1 commi 2 e 3, approvato dal Consiglio Superiore di Sanità nel Luglio 2007 con il parere favorevole della commissione tecnico-scientifica costituita in seno al CSS.
Una volta realizzato l’obiettivo di evolvere l’odontotecnico dalla sua antica e desueta collocazione come “arte ausiliaria delle professioni sanitarie” in professione sanitaria dell’area tecnica di cui alla legge 251/00, come già avvenuto per le altre arti ausiliarie delle professioni sanitarie, si concluderebbe un’ Odissea iniziata nel 2001 con il varo del decreto istituito della professione sanitaria di odontecnico da parte del Ministro Veronesi messo in discussione dal Consiglio di Stato per la sopraggiunta modifica del titolo quinto della Costituzione rendendo quindi le professioni competenza concorrente di Stato e Regioni e ancora non conclusa per vari motivazioni che nulla hanno a che vedere con le esigenze di dare risposte avanzate ed adeguate ai nuovi bisogni di salute e alla domanda di evoluzione ordinamentale e professionale degli odontotecnici in linea con la stessa evoluzione scientifica e tecnologica in sanità in grado di integrare l’Italia alle esperienze più avanzate degli altri Stati e per rendere il complesso dell’area professionale del dentale più articolata e complessa ma integrata e nel rispetto delle singole competenze.
Saverio Proia
Presidente CONFARTIGIANATO ODONTOTECNICI
Luigi Benvegnù
CIIOD-FISAPI
Miche Di Maio
Presidente ANTLO CONFCOMMERCIO