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Bene mozione Fnomceo, ma perché nessuna donna nel Comitato Centrale?

di Maria Luisa Agneni

18 GEN - Gentile direttore,
dopo aver letto la mozione approvata dal Consiglio Nazionale FNOMCeO non posso che essere sollevata dalle dichiarazioni del suo futuro Presidente: finalmente una luce alla fine del tunnel? Ne avremmo tutti molto bisogno. Mi ha colpito la Mozione molto più del Documento nel quale speravo di trovare un più incisivo intento di modifica di quel “gran pasticcio” come è stato considerato da molti la legge Gelli.

Nella Mozione si percepisce finalmente la passione e la volontà di cambiamento per arginare la deriva della nostra professione medica.
Ma perché non c’è una donna nel suo Comitato Centrale? Non le sembra una grave rinuncia? Non solo e non tanto per la mancanza di donne Presidenti di Ordini.

Come mai poche di noi si organizzano e concorrono e pochissime vincono?

Considerare con attenzione questo aspetto potrebbe contribuire non poco a comprendere per affrontare quello che tutti riteniamo non più rimandabile.
Eppure fra i medici c’è e ci sarà sempre più in futuro una componente femminile prevalente e, senza riferirmi alle quote rosa di cui personalmente farei a meno convinta che le donne debbano essere nelle istituzioni per quello che indiscutibilmente valgono e non per il posto loro riservato, sono certa che senza un nutrito apporto di dottoresse non si possa aspirare al cambiamento di cui c’è un grande bisogno.

Quello che ho letto nella Mozione è musica per le nostre orecchie e direi quasi entusiasmabile perché potrebbe far rinascere la passione per le nostre legittime battaglie; ma come fa a privarsi nel suo prossimo Comitato Centrale dell’apporto femminile?

La sensibilità, l’acutezza delle percezioni dei problemi,l’attenzione al particolare e il coraggio ,oltre alla scarsa o nulla propensione ai compromessi sono qualità delle quali chi vorrà affrontare la “Questione Medica” non potrà fare a meno e appartengono molto al sentire e all’essere femminile.

Per favore non attribuisca loro le solite e scontate deleghe alla tutela della maternità o della sfera di genere perché abbiamo competenze anche su molti altri fronti indispensabili a trainare fuori dalle sabbie mobili la Medicina che vi sta sprofondando, impoverita e asfissiata dai “ragionieri”che fanno il loro lavoro ma che hanno contribuito a declassare la nostra professione per motivi economici e di potere.

Impoverita e asfissiata dalla incultura, dall’utilitarismo, dall’opportunismo (espressione di quello che sta succedendo comunque in ogni ambito sociale).
Ho apprezzato anche l’incipit della mozione: una autocritica lucida e puntuale.

Anche noi abbiamo contribuito alla situazione attuale .Per stanchezza? Individualismo? Illusione di risolvere i propri problemi in autonomia e in segreto? Rassegnazione? Noi lavoriamo con i tribunali del malato nei presidi più importanti per un “utenza” che quasi sempre pretende quello che nessuno può render loro.

Intanto mentre si accentua il definanziamento e lo svuotamento valoriale della professione che ha perso autonomia e credibilità ci dovremo occupare di rifondare con urgenza la medicina sin dalle sue basi didattiche.

Ci servono persone coraggiose e coerenti dal pensiero libero e combattivo.

Noi non perdiamo la speranza, in bocca al lupo!
 
Maria Luisa Agneni
Pneumologa Specialista Ambulatoriale ASL Roma1

18 gennaio 2018
© Riproduzione riservata

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