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Management territoriale: perché ignorare i buoni modelli esistenti?

di C. Bruschelli, M.Di Fonso, D. Mazzacuva

25 GIU - Gentile Direttore,
era ormai evidente ancor prima della pubblicazione del nuovo Annuario statistico del Ssn del Ministero della Salute relativo al 2019 che negli ultimi 10 anni la nostra sanità si è rivelata sempre meno pubblica, con meno strutture ospedaliere e un depotenziamento del territorio sia in termini di risorse umane che di servizi: tremila Medici di famiglia in meno, con riduzione anche dei Pediatri di libera scelta e dei Medici di Continuità assistenziale, costituiscono un fallimento del sistema di assistenza sanitaria.
 
La giusta politica sarebbe stata tagliare gli sprechi e reinvestire in strutture vicine alle esigenze dei cittadini, poichè l’80% dei problemi si gestisce e tratta nel territorio. Dunque investire nell’extraospedaliero è senza dubbio la giusta strada, purchè ci si attenga a regole di Buona Pratica Clinica e di Appropriatezza; per raggiungere obiettivi di Salute dunque è indispensabile evitare il più possibile l’ospedalizzazione in acuzie, attivando una Assistenza fatta di Medicina Predittiva, Preventiva e Curativa direttamente dove occorre, cioè nel Territorio e attraverso Cure Primarie ben organizzate.
 
Occorre per questo demolire l’attuale sistema, o sarebbe più semplice ottimizzare modelli già esistenti e operanti? E’indispensabile rivedere le modalità contrattuali di convenzione orientandosi verso la dipendenza di tutti gli operatori o basterebbe creare formule più dinamiche purché ottemperanti bisogni dei Cittadini e risorse reperibili?
 
Nella Capitale due attività territoriali già operanti da anni, autonomamente organizzate, dimostrano che là dove i Medici progettano formule a misura dei Cittadini l’assistenza diventa efficace. Le due realtà nascono nella stessa area della città, una è costituita dalla Cooperativa Romamed che oggi include circa ottanta Medici di famiglia, e la seconda un particolare progetto di integrazione Territorio Ospedale tra Medici di famiglia e Specialisti Internisti presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Umberto I.
 
La Cooperativa utilizzando una sede privata e con turnazione dei Medici offre assistenza convenzionata 365 giorni l’anno dalle ore 8:00 alle ore 20:00 agli Assistiti dei Medici di famiglia della Cooperativa in caso di urgenza clinica o prescrittiva, e nei fine settimana e festivi estende l’attività a tutti i Cittadini afferenti al distretto avvalendosi di supporto infermieristico, utilizza condivisione delle cartelle cliniche di tutti gli Assistiti ed effettua prescrizioni in convenzione. Questo servizio ha ampiamente ridotto affluenze nei Pronto Soccorso di quel territorio.
 
Il percorso ospedaliero T.O.T. invece nasce dalla collaborazione fattiva di Medici di famiglia che compilando cartelle cliniche anamnestiche indirizzano allo Specialista Internista Assistiti multimorbidi che necessitano di accertamenti diagnostici di primo e secondo livello, personalizzati sulla base della storia clinica individuale, secondo criteri assoluti di Appropriatezza; durante il percorso lo Specialista informa tramite mail il Medico curante di eventuali esiti ed al termine invia una relazione clinica conclusiva.
 
Quasi ad isorisorse, le due modalità di management producono assistenza e salute, ma con limitazioni e carenze. Basterebbe integrare le due realtà in un contesto distrettuale per ottenere maggiori risultati…Utilizzare sedi aziendali territoriali con personale dedicato, anziché sedi private con tutti i limiti di tale condizione; coinvolgere tutti i Medici di famiglia di quell’area per svolgere attività diurna di urgenze e inserire la Continuità Assistenziale che completi le 24 ore ed abbia accesso alle cartelle cliniche di tutti i Cittadini di quel distretto; inserire le principali discipline specialistiche (concentrate dunque sull’extraospedaliero) e utilizzare strumentazioni diagnostiche per acuzie riscontrate in corso di visite in quella sede o inviate in urgenza dal Medico di famiglia o in appuntamento per controlli di cronicità; disporre di un ambulatorio per prelievi, medicazioni e terapie infusionali; strutturare il coordinamento delle assistenze domiciliari con gli altri operatori sanitari; fornire un servizio clinico di deprescrizione farmacologica e ottimizzazione delle terapie a supporto di tutti i Medici; stabilire percorsi diretti di invio e ricezione dati con le strutture ospedaliere attraverso condivisone delle cartelle, ma solo in caso di inevitabili ricoveri…
 
E tanto altro, che potrebbe completare formule assistenziali, valorizzando ciò che è già disponibile e senza comportare radicali ristrutturazioni del Sistema Sanitario…Ai decisori politici ed ai manager aziendali spetta la decisione, ma noi Medici dobbiamo dare voce e contenuti a percorsi virtuosi per farli realizzare.
 
Carla Bruschelli
MMG Specialista Internista, Presidente Movimento Assistenza Tecnologia Organizzazione Medicina Innovazione (ATOMI)
 
Marina Di Fonso
MMG, Specialista Allegologa, Vicepresidente ATOMI
 
Domenico Mazzacuva
Specialista Ambulatoriale Odontoiatra, ATOMI

25 giugno 2021
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