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Piemonte. Basso Canavese. Abbattuta mandria vagante di bovini: viene meno la minaccia tubercolosi

Erano più di cento i capi risultati affetti da tubercolosi. Soddisfatto l'assessore regionale alla Sanità Saitta: " Le complessità hanno una soluzione quando si creano le condizioni per una stretta collaborazione tra enti locali, servizio sanitario, magistratura e forze dell’ordine". 

25 GEN - Si sono concluse le operazioni di abbattimento di oltre 400 capi bovini appartenenti ad una mandria vagante che da anni si spostava nei Comuni del basso Canavese su terreni demaniali sconfinando anche su colture agrarie di aziende agricole private. Numerose sono state le richieste di intervento di agricoltori e di amministratori locali per cercare di risolvere la situazione che ha più volte causato problemi anche per il ritrovamento non occasionale di animali morti abbandonati lungo l’asse del torrente Malone.

La totale libertà degli animali ed il loro frequente spostamento ha sempre reso difficoltosi gli interventi di controllo sanitario della mandria da parte dei veterinari dell’Asl TO4: i sospetti sulla presenza di capi malati ha trovato conferma l’anno scorso quando, con l’aiuto del Corpo forestale dello Stato e del Presidio multizonale veterinario di Torino i servizi veterinari dell’Asl hanno sottoposto l’intera mandria alle prove diagnostiche per tubercolosi, grave malattia trasmissibile agli animali ed all’uomo.

Più di 100 capi sono risultati affetti da tubercolosi ed i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico di Torino hanno potuto mettere in relazione questo importante focolaio di malattia con casi sporadici segnalati in altri allevamenti della zona, evidenziando il rischio concreto di diffusione della malattia infettiva. Il contributo della magistratura di Ivrea e delle forze di polizia (NAS dei carabinieri e Corpo Forestale dello Stato) è stato determinante per l’individuazione dei procedimenti amministrativi e penali necessari ad intervenire.
La resistenza dei proprietari della mandria, che hanno presentato ricorso al TAR del Piemonte contro l’ordinanza di abbattimento totali dei bovini, non ha impedito di portare a termine l’operazione perché lo stesso TAR, visto l’oggettivo rischio sanitario, non ha accolto la richiesta di sospensiva dei provvedimenti emanati dai Sindaci dei Comuni interessati rendendo così possibile l’intervento di cattura e di abbattimento degli animali.

Per il successo dell’intervento sono state determinanti l’azione di persuasione e controllo svolta dai carabinieri del NAS sui proprietari della mandria e l’operatività del personale del Presidio Multizonale Veterinario nelle azioni di governo e contenimento della mandria per facilitare le operazioni di cattura e carico degli animali.

“La conclusione di questa lunga e complessa vicenda - commenta l’assessore alla Sanità Antonio Saitta - dimostra che anche le complessità hanno una soluzione quando si creano le condizioni per una stretta collaborazione tra enti locali, servizio sanitario, magistratura e forze dell’ordine orientata al corretto utilizzo degli strumenti amministrativi e penali necessari per la tutela di interessi collettivi legittimi. L’intervento di ieri deve essere di monito anche nei confronti di altri pastori nomadi che pensano di poter eludere le norme sanitarie mettendo a rischio aziende che operano nella legalità e l’intera economia zootecnica regionale”.

Spetterà ora alla Magistratura il compito di accertare le eventuali responsabilità penali e civili dei proprietari della mandria abbattuta, ma per le aziende del basso canavese è già importante aver scongiurato il rischio concreto di poter perdere la qualifica di ‘allevamento ufficialmente indenne da tubercolosi’ con tutto ciò che ne consegue.
 

25 gennaio 2015
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