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Carenza medici. La Sardegna apre al reclutamento dei medici e infermieri stranieri

di Elisabetta Caredda

Doria: “Medici e infermieri che avranno i requisiti previsti potranno all'occorrenza essere impiegati con incarichi provvisori nella sanità pubblica e nelle strutture private accreditate, che fanno parte integrante della rete regionale, per sopperire alle eventuali carenze e necessità assistenziali”. L’iniziativa dell’assessore ha trovato pieno appoggio dalla Commissione consiliare Salute. L’AVVISO

12 MAG - La carenza di medici nella sanità sarda, così come del resto nelle altre regioni italiane, continua ad essere una delle maggiori difficoltà che pone a rischio la continuità dei servizi e delle attività di assistenza e cura che dovrebbe essere garantita con efficienza ai pazienti dalle aziende del SSR. Per affrontare il problema, l'assessorato alla Salute ha deciso di aggiungere alle iniziative già in atto una soluzione adottata anche da altre Regioni, e cioè di aprire al reclutamento di medici e infermieri stranieri.

Lo stesso assessorato regionale alla Sanità ha emanato un avviso pubblico per la costituzione di un elenco regionale di professionisti medici ed infermieri, in possesso dei requisiti per poter esercitare tali professioni sanitarie, che possano essere disponibili ad operare sul territorio regionale secondo le attuali prescrizioni di legge.

“I professionisti iscritti nell’elenco e che dovessero soddisfare i requisiti previsti – spiega attraverso una nota l'assessore Carlo Doria -, potranno all'occorrenza essere impiegati con incarichi provvisori nella sanità pubblica e nelle strutture private accreditate, sanitarie e socio sanitarie, come le strutture residenziali per anziani, minori, psichiatriche e delle dipendenze che fanno tutte parte integrante della rete regionale, per sopperire alle eventuali carenze e necessità assistenziali”.

“Le domande – si apprende ancora nella nota - dovranno essere inviate via posta certificata alla direzione generale dell’Assessorato regionale dell’Igiene e sanità e dell’Assistenza sociale all’indirizzo san.dgsan@pec.regione.sardegna.it. Medici e infermieri che volessero iscriversi all’elenco dovranno allegare alle suddette domande copia del titolo di studio e del certificato di iscrizione all’albo o ordine del Paese di provenienza, curriculum e, nel caso di cittadini di Paesi al di fuori dell’Unione Europea, copia del permesso di soggiorno che consenta di svolgere attività lavorativa”.

L’iniziativa intrapresa dall’esponente di Giunta trova ampio consenso in Commissione consiliare Salute. “E’ un momento difficilissimo per la sanità sarda – commenta a Quotidiano Sanità il Presidente della Commissione, Nico Mundula (FdI)-. La carenza consolidata di medici, che è frutto di errori del passato, di cattiva programmazione, di un numero chiuso non programmato su base regionale e soprattutto, l’insufficiente numero di scuole di specializzazione, hanno portato a una situazione di stallo insostenibile. Per vedere gli aumenti benefici dell’aumento dei posti di medicina, e di conseguenza dei posti nelle scuole di specializzazione, ci vorranno degli anni. In questo momento vedo dunque di buon occhio l’assunzione di medici stranieri perché possono aiutare a tamponare la falla, dare respiro alla nostra sanità e, soprattutto, dare risposte ai tanti pazienti che sono in attesa”.

Della stessa veduta il vice Presidente della Commissione Salute, Daniele Cocco (LeU), che tiene a ricordare però ulteriori necessità: “Va bene l’apertura al reclutamento di medici ed infermieri che arrivano dall’estero, occorre però mettere anche tutto il personale medico e le professioni sanitarie non mediche andati in quiescenza ma disponibili a prestare ancora servizio presso i nostri presidi ospedalieri e nella medicina territoriale, nelle condizioni di poter tornare a lavorare, eventualmente con contratti differenti. In proposito, Ares Sardegna deve poter recepire e dar seguito a tale opportunità quanto prima, soprattutto per quanto riguarda il personale sanitario non medico disponibile. In aggiunta, è indifferibile, per avere il quadro completo e lo stato dell’arte definitivo delle singole dotazioni organiche, che immediatamente, come richiesto ufficialmente da anni dalla Commissione, si arrivi ad una ricognizione sulla situazione delle stabilizzazioni degli aventi diritto, con i requisiti quindi maturati, e della mobilità aziendale ed extra aziendale”.

“Condivido l'iniziativa dell'assessorato a favore del reclutamento di medici e infermieri stranieri – commenta sempre al nostro giornale il Capogruppo PD Gianfranco Ganau -. È un passo avanti rispetto ai 'medici a gettone' senza adeguata specializzazione utilizzati nei servizi di pronto soccorso. Mi auguro che tale elenco possa essere utilizzato solo dopo l'espletamento di tutte le selezioni previste per legge”.

Per la Segretaria della Commissione Salute Carla Cuccu (Idea Sardegna): "Il reclutamento di medici ritengo sia una necessità evidente e conclamata. Tuttavia, dispiace che finora i nostri medici siano stati lasciati soli a sostenere la sanità pubblica lavorando in condizioni disagiate con personale ridotto e con liste d'attesa lunghissime. I medici lavorerebbero meglio se fossero supportati in misura maggiore, anche economicamente. Nella mia lunga attività ispettiva nei nosocomi sardi ho trovato tanti medici eccellenti che, con zelo e spirito di abnegazione, organizzano i loro reparti con amore mettendo il paziente al centro della loro programmazione ma che, mortificati dallo stato delle cose, se ne stanno andando. Finora, da alcune figure apicali direttive, non e' stata fatta una programmazione, un governo delle cose, e si sta vivendo da un'emergenza all'altra”.

“Sappiamo bene che l'emergenza non determina una serenità nell'agire – prosegue Cuccu -, indispensabile in ambito sanitario. Non si garantisce più ai nostri medici di costruirsi, com'è legittimo che sia, una propria storia professionale stabile. Quindi ben vengano tutti i correttivi ad un sistema sanitario imprudentemente sabotato da troppi anni ma restituiamo dignità e valore ai numerosissimi medici che finora hanno retto il nostro sistema sanitario regionale continuando a garantire prestazioni sanitarie di eccellenza anche nelle criticità piu' articolate. Auspico che con l'assunzione di medici stranieri cosi' reclutati si affronti anche il problema della lingua e della conoscenza delle nostre norme e leggi medico-legali".

Saluta con favore la decisione dell'Assessore Doria anche il consigliere azzurro Marco Tedde: “Bene il reclutamento di medici e infermieri stranieri disposto dall’assessore. Durante l’emergenza Covid fu fatto l'errore di cimentarsi nel reperimento di nuovi spazi più che nella ricerca di professionisti. Si lavorò per aumentare i posti letto in terapia intensiva e negli altri reparti senza porsi il problema di chi avrebbe potuto lavorare nei reparti. Nonostante la fine dell'emergenza coronavirus, la penuria di personale sanitario è sempre più pesante posto che molti professionisti sono andati in pensione, altri hanno scelto lavori meno pesanti, altri ancora sono andati all’estero. Tutto ciò è la conseguenza di una programmazione sbagliata, che ha limitato l’accesso alla professione e le assunzioni. Negli ospedali italiani occorrono 15 mila medici. Entro il 2028 andranno in pensione 33 mila medici di base e avranno lasciato il lavoro 47mila medici ospedalieri, per un totale di 80 mila professionisti. Una situazione catastrofica, che le nuove assunzioni non potranno migliorare. Secondo recenti studi, senza misure drastiche, comunque complicate da adottare e da attuare, nel 2028 mancheranno circa 50 mila medici. A ciò si deve aggiungere il fisiologico invecchiamento del personale sanitario, che avrà pesanti riverberi sulla salute dei cittadini”.

“Per affrontare di petto il problema, la politica ragiona sulla possibile abolizione delle iscrizioni a numero chiuso ai corsi di medicina. Ma questa soluzione produrrebbe effetti tra molti anni. L'unica soluzione immediata, o quasi, seppur parziale, è l’assunzione di professionisti stranieri. Da decenni li assumono in Inghilterra, in Francia e in Germania e in questi paesi vengono adottati progetti e politiche di internazionalizzazione del sistema sanitario. Politiche molto utili anche sotto il profilo scientifico perché favoriscono la diffusione dei saperi e delle esperienze” – conclude Tedde.

Elisabetta Caredda

12 maggio 2023
© Riproduzione riservata

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