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Lombardia. Diabete. I pazienti dicono no alla gara di evidenza pubblica per la fornitura di strisce e pungidito 


Per la fornitura di materiali per l’autocontrollo della glicemia a domicilio meglio individuare, come previsto dal Patto per la Salute, nuove forme alternative alla gara e definire una tariffa di riferimento che garantisca appropriatezza e continuità terapeutica. Ecco i "no" e le proposte in un documento presentato al Governatore Maroni

16 OTT - La Regioni Lombardia faccia un passo indietro. L’ipotesi di gara di evidenza pubblica per la fornitura di materiali per l’autocontrollo della glicemia a domicilio non piace alle Associazioni di tutela dei diritti delle persone con diabete, 51 in totale. In un documento, presentato al Governatore Roberto Maroni e al Vicepresidente e Assessore alla sanità, Mario Mantovani, hanno illustrato le loro 20 ragioni per dire “no” all’idea di bandire una gara pubblica per l’acquisto degli strumenti, delle strisce e dei pungidito per controllare la glicemia, praticato da oltre 350mila cittadini lombardi colpiti dalla malattia.
Un cocumento che contiene non solo “no”, ma anche proposte, a partire dall’individuazione, come previsto dal Patto per la Salute, di nuove forme alternative alla gara e tese alla definizione di una tariffa di riferimento correlata alle diverse tipologie di strumenti, da quelli più semplici a quelli tecnologicamente avanzati, fino alla definizione di una tariffa di riferimento che garantisca accuratezza analitica e clinica, appropriatezza e continuità terapeutica, personalizzazione ed effettivo risparmio per il Ssr.
 
“L’autocontrollo glicemico e l’educazione terapeutica – si legge nel documento delle Associazioni dei pazienti diabetici – sono aspetti terapeutici essenziali per il raggiungimento di un buon compenso delle persone diabetiche, per garantire profili glicemici più stabili. È l’unico modo per riconoscere le terribili e potenzialmente fatali ipoglicemie e ridurre il rischio di iperglicemie post prandiali, così da assicurare agli adulti una buona qualità di vita e, in età infanto-giovanile, anche un normale accrescimento e sviluppo puberale. Questo atto terapeutico è finalizzato a prevenire, rallentare o bloccare le complicanze d’organo, ridurre il peso della cronicità, migliorare la qualità di vita dal punto di vista fisico, psichico e sociale, ridurre i ricoveri ospedalieri e gli accessi al pronto soccorso e nel contempo garantire la sostenibilità economica della diagnosi e cura della malattia diabetica da parte del Ssr”.
 
Ma quali sono, in estrema sintesi, queste ragioni?
 
La misurazione della glicemia, spiegano le Associazioni, è un atto terapeutico, parte integrante della cura del diabete è utile e necessario a far sì che l’insulina e i farmaci per combattere la malattia lo facciano nel migliore e più efficace dei modi. Il rapporto che bambini, adolescenti, adulti, anziani, donne in gravidanza, ognuno con la propria malattia, diversa a seconda di ogni individuo, hanno con lo strumento per misurare la glicemia – chiamato glucometro - che il diabetologo ha consigliato, va al di là di un mero rapporto uomo-macchina. Ogni strumento è diverso, tecnicamente e per modalità di funzionamento: non tutte le persone con diabete hanno l’attitudine e le conoscenze tecnologiche adeguate per utilizzare in modo appropriato i diversi strumenti e per sostituirli forzatamente ogni 3 o 4 anni, a seconda del dispositivo che si aggiudica la gara.
 
Esiste inoltre un rischio clinico connesso al cambio dello strumento di misurazione della glicemia, come documentato studi clinici e sostenuto dalle Società scientifiche: si potrebbe facilmente causare un aumento di errori soprattutto fra gli anziani, la stragrande maggioranza delle persone con diabete. “Se la persona non sa usare correttamente lo strumento – scrivono le Associazioni –  e quindi sbaglia a misurare la glicemia, dovrà ricorrere più di prima alla consulenza del medico, con un aggravio di peso sulle risorse del sistema sanitario. Per gli anziani, soli o assistiti, comunque non molto abili all’uso di tecnologie o portati al cambiamento, la sostituzione può generare rifiuto e abbandono dell’autocontrollo, con aggravamento della malattia, aumento del ricorso a cure mediche, pronto soccorso e ricoveri: ulteriori costi per la comunità”.
 
Per un corretto autocontrollo glicemico è importante l’educazione terapeutica e una fase di addestramento all’uso del nuovo strumento, questo comporta tempi e costi in funzione della complessità del glucometro e delle capacità di recepire le istruzioni della persona con diabete. Al risparmio derivante dalla gara deve essere decurtato questo costo, che costituisce la conditio sine qua non per un uso corretto e appropriato.
 
Non ultimo, nel tempo di durata della gara potrebbero essere messi in commercio nuovi strumenti più validi e affidabili, tecnologicamente avanzati e migliorativi e le persone con diabete della Lombardia si vedrebbero preclusa questa innovazione.
 
Infine, anche l’applicazione della Direttiva Europea sugli appalti pubblici, e il conseguente ricorso alle gare di evidenza pubblica - ragione principale invocata dalle Autorità di governo -, vede applicazioni diverse a seconda dei Paesi Europei. Francia, Germania e Gran Bretagna, per esempio, non ricorrono alla gara per l’approvvigionamento degli strumenti per l’autocontrollo della glicemia a domicilio.

16 ottobre 2014
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