Novità riguardo i contributi economici destinati alle partorienti residenti nelle zone del territorio regionale più lontane dai punti nascita, con particolare riguardo alle isole minori e ai Comuni caratterizzati da difficoltà di accesso ai servizi sanitari. “La L.R. n. 12/2025 – spiega l’assessore Armando Bartolazzi a Quotidiano Sanità – ha stanziato 500mila euro per erogare contributi alle partorienti residenti nelle zone del territorio regionale, con particolare riguardo alle isole minori, distanti dal punto nascita non raggiungibile entro le tempistiche previste dalla normativa applicabile. Successivamente, con la delibera del 9 luglio del corrente anno sono state definite le modalità e le procedure per l’erogazione di questo contributo”.
“La medesima delibera – prosegue l’assessore – ha richiamato quindi i tempi di percorrenza standard previsti dal D.M. n. 70/2015: 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento e 60 minuti dai presidi di pronto soccorso. Per la sua attuazione, è stato emanato il decreto assessoriale n. 33/2025 che ha fissato in 60 minuti il limite di percorrenza dal comune di residenza delle partorienti al punto nascita più prossimo, oltre il quale sono stati classificati i comuni di residenza delle partorienti aventi diritto al contributo”.
“Riguardo la somma di 500.000 euro stanziata nell’anno 2024, è stata impegnata e liquidata all’ASL n. 7 del Sulcis Iglesiente, quale azienda capofila incaricata della gestione delle risorse, ed è stata destinata agli eventi verificatisi nel 2024 e negli anni successivi. Con la L.R. n.24/2025 è stata poi autorizzata un’ulteriore spesa di 500.000 euro per l’anno 2025, destinata alle medesime finalità.
“In fase però di applicazione della delibera del 9 luglio 2025 è emersa una significativa variabilità tra i tempi di percorrenza teorici e quelli effettivi, dovuta ai modelli statistici utilizzati. In alcuni contesti territoriali svantaggiati, anche il tempo effettivo risulta sottostimato a causa di condizioni orografiche e infrastrutturali non rilevabili dai modelli standard”.
“In considerazione di tutto ciò, al fine di garantire una più equa distribuzione del beneficio economico, ho proposto l’introduzione di un margine di flessibilità pari al 10% rispetto alla soglia originaria di 60 minuti. Il parametro temporale viene quindi rideterminato nella misura di “maggiore o uguale a 54 minuti”, mantenendo la metodologia della statistica ufficiale ma integrandola con un criterio di adattamento alle condizioni orografiche, carenze infrastrutturali e limitata accessibilità ai servizi sanitari”.
“La proposta condivisa con i colleghi di Giunta, ha visto inoltre approvare anche i requisiti confermati ai fini dell’accesso al contributo, quali residenza, da almeno 12 mesi antecedenti la data del parto nei comuni che saranno individuati con decreto assessoriale; il parto deve poter essere avvenuto in un punto nascita del Servizio sanitario regionale, a prescindere dall’esito. Il requisito si considera soddisfatto anche in caso di interruzione di gravidanza dopo il 180°giorno dall’ inizio della gestazione presso una struttura del Servizio sanitario regionale”.
“Per l’anno 2024 e per gli anni successivi, l’importo del contributo spettante a ciascuna partoriente avente diritto è determinato in misura forfettaria pari ad 1.500 euro, fino a esaurimento del fondo disponibile. Una somma da intendersi quale ristoro delle spese sostenute e non è soggetta a rendicontazione. Per quanto riguarda gli eventi verificatisi nel 2024, le aventi diritto possono richiedere la concessione del contributo entro il 31 dicembre 2025. L’erogazione avverrà, nei limiti delle risorse disponibili, secondo l’ordine cronologico degli eventi stessi, con presentazione di regolare istanza conforme ai requisiti previsti”.
“Si tratta in definitiva di un impegno concreto per la parità territoriale. Con la nuova deliberazione, la Regione intende garantire un sostegno più equo alle madri che vivono in aree con limitata accessibilità ai servizi sanitari, rafforzando la tutela del diritto alla salute e la coesione territoriale” – conclude Bartolazzi.
Elisabetta Caredda