Toscana. Varato primo Piano Socio-Sanitario integrato 2012-2015

Toscana. Varato primo Piano Socio-Sanitario integrato 2012-2015

Toscana. Varato primo Piano Socio-Sanitario integrato 2012-2015
Per la prima volta integrato, il Piano è stato realizzato con la partecipazione di cittadini e professionisti. Ruolo centrale al Ccm sul tema cronicità, appropriatezza nella prescrizione di farmaci e nella diagnostica, sburocratizzazione dell’accesso ai servizi, contrasto alle disuguaglianze.

Una “piramide della salute”, con una base che comprende tutti i cittadini in salute, nella sua accezione più ampia ed estesa, una fascia intermedia con le persone che si trovano in condizioni di fragilità e di disagio, con il forte rischio di perdere la salute, e il vertice, in cui si trovano le persone che si rivolgono ai servizi per un problema che ha minato il loro benessere e può incidere sull’autonomia e cambiare le aspettative di vita. È stata questa l’immagine scelta dall’assessore alla Salute, Daniela Scaramuccia, per rappresentare la condizione di salute dei toscani e gli obiettivi perseguiti nel nuovo Piano Socio-Sanitario 2012-2015:  “appiattire” il più possibile la piramide, allargando sempre di più la base di cittadini in salute e riducendo il gruppo di persone in fase acuta.
Per la prima volta il Piano è sanitario e sociale insieme, con una forte integrazione che, accanto a capitoli strettamente sanitari  – screening, lotta ai tumori, rete ospedaliera, rischio clinico, malattie croniche, ecc. -, ne vede altri squisitamente sociali, come i diritti di cittadinanza, il diritto alla casa, il contrasto alla fragilità e alla disuguaglianza, in una logica di pensiero e di stesura univoca. Sempre per la prima volta il documento è stato costruito in modo partecipato. Ricordiamo, infatti, che la stesura Pssir è stata preceduta da una “fase di ascolto”: una serie di incontri che, con la collaborazione di Anci, Uncem, UpiSocietà della Salute, nei mesi passati hanno coinvolto attivamente cittadini, professionisti, operatori, amministratori.

Il contesto, i principi generali e i risultati del Piano precedente
Tanti gli indicatori positivi che caratterizzano il contesto toscano. Intanto, la longevità: i toscani sono i più longevi al mondo, tra i maschi con un’aspettativa di vita di 79,6 anni. Le donne toscane vivono più a lungo (la media è 84,7), ma sono superate dalle donne giapponesi (media 86 anni), mentre gli uomini toscani detengono il primato mondiale della longevità. Un’aspettativa di vita che è cresciuta molto negli ultimi 15 anni, passando dal 75,7 del 1995 all’attuale 79,6 per i maschi, e dall’81,8 del ’95 all’attuale 84,7 per le femmine.
Il numero di anziani per cui la Regione ha sviluppato un piano di assistenza personalizzata negli ultimi anni è cresciuto enormemente (19.653), riducendo sistematicamente il numero di anziani in attesa per un posto in Rsa.
Il tasso di sopravvivenza a cinque anni per le principali patologie tumorali in Toscana è tra i migliori al mondo, ed è il risultato di due elementi: l’altissima diffusione degli screening (93% mammella, 97,5% cervice uterina, 83,7% colon-retto) e l’efficacia dei sistemi di trattamento che attraverso il modello a rete dell’Istituto Toscano Tumori raggiunge tutta la popolazione toscana.
Altri indicatore importante, il tasso di mortalità infantile: nel triennio 2006-2008 in Toscana si è dimezzato rispetto alla metà degli anni ’90, passando da 5,5 per 1.000 nati vivi nel triennio 1995-97 a 2,4 nel 2006-2008.

Accanto a questi innegabili vantaggi che caratterizzano lo stato di salute dei toscani, ci sono però eventi che si stanno abbattendo sui sistemi sanitari di tutto il mondo: l’epidemia delle malattie croniche, la dilatazione delle disuguaglianze nella salute, la dilagante crisi economico-finanziaria.

Parole chiave e linee strategiche del nuovo Piano
Partendo dalle criticità rilevate, sono state individuate alcune direttrici sulle quali si sono incentrati gli obiettivi perseguiti dal nuovo Piano presentato.

Equità
Quello toscano è un sistema sanitario universalistico, che intende garantire a tutti le stesse opportunità di salute. Numerosi studi hanno dimostrato la correlazione tra condizione socio-economica e culturale e, per esempio, ricoveri in ospedale o mortalità. In questi anni il sistema sanitario toscano ha lavorato molto perché queste differenze si riducessero. E i dati evidenziano i primi parziali risultati, derivanti dall’esperienza della sanità d’iniziativa: il rischio relativo all’ospedalizzazione in base al titolo di studio (rischio più alto con titolo di studio più basso) si è ridotto del 20% circa per scompenso, diabete e BPCO (Bronco pneumopatia cronico-ostruttiva) e di oltre il 13% nel caso della polmonite. Anche le ospedalizzazioni tramite pronto soccorso, più frequenti nelle persone con basso titolo di studio, si sono ridotte di oltre il 12%.

Appropriatezza
Obiettivo del nuovo Piano è consolidare nei prossimi cinque anni la forte attenzione all’appropriatezza nella prescrizione dei farmaci, dove per uso appropriato si intende  il miglior rapporto costo-beneficio, nonché l’eliminazione dell’uso improprio della risorsa farmaco. Uguale attenzione è dedicata al perseguimento dell’appropriatezza nella diagnostica strumentale e in particolare di quella per immagini. Considerando anche il fatto che il livello di questa esposizione in continua e rapida crescita, comporta un rischio di tumore di circa il 2% nella popolazione generale. Stessa attenzione all’appropriatezza anche per i dispositivi medici, i test genetici, l’organizzazione dei servizi sanitari, le medicine complementari.

Sburocratizzazione
Il pressante incremento dei bisogni sanitari e sociali si confronta con uno scenario nel quale le risorse a disposizione del servizio sanitario regionale non riescono a compensare l’incremento del tasso di inflazione e quelle sociali a disposizione dei Comuni sono state negli ultimi anni fortemente erose. Uno scenario che può rappresentare una terribile minaccia, ma può anche, al contrario, tradursi in un’irripetibile opportunità per semplificare e innovare l’organizzazione sanitaria regionale, venendo incontro alle esigenze dei cittadini. Semplificare e sburocratizzare l’accesso ai servizi sarà impegno prioritario del nuovo Piano.

Cronicità
Il problema di un diverso modo di affrontare e gestire il tema della cronicità, vera sfida del sistema sanitario e sociosanitario dei Paesi occidentali, ha determinato la scelta di puntare su un modello fortemente innovativo dell’assistenza, che potenzi il ruolo delle cure primarie, valorizzi la necessità del lavoro in équipe e assegni al cittadino, consapevole e informato, un ruolo attivo nell’alleanza terapeutica e preventiva con i professionisti ed i servizi. I modelli della sanità di iniziativa e delle cure primarie sono già stati rodati con il Chronic Care Model (CCM) e nel nuovo Piano acquisiscono un ruolo chiave, radicandosi ed estendendosi.

Innovazione e ricerca
Elementi indispensabili per garantire l’eccellenza di cura ai cittadini, da perseguire attraverso una partnership tra istituzioni, che focalizzi le risorse, eviti duplicazioni, persegua l’innovazione tecnologica e organizzativa e garantisca didattica e clinica sempre di qualità.

“Voglio sottilineare che per questo Piano non si parte da zero, ma si fa tesoro dei Piani sanitari precedenti – ha osservato l’assessore alla Salute, Daniela Scaramuccia –. In Toscana partiamo da una realtà molto buona, ma la sfida comunque c’è. Per vincere le tante sfide che l’attuale situazione socioeconomica ci lancia sono necessarie scelte oculate, ma decise, che non consentano di disperdere energie e che siano capaci di segnare il passo al cambiamento di scenario fondamentale per la sostenibilità e lo sviluppo del sistema”. “La scelta di integrare le politiche sanitarie e sociali, assunta in tempi meno difficili, rappresenta un valore e un’opportunità per il sistema – ha proseguito Scaramuccia -. Il nostro obiettivo è costruire salute: non solo come semplice assenza di malattia, ma come stato di completo ben-essere, secondo le indicazioni dell’Oms. Prima di tutto dobbiamo avere la consapevolezza che scegliamo di vivere in salute o in malattia con le nostre scelte di vita quotidiana – ha concluso – quindi anche il cittadino è chiamato a svolgere un ruolo di protagonista per il suo benessere”.

“Uno degli elementi centrali del Piano – ha detto l’assessore al welfare, Salvatore Allocca – è il rafforzamento del processo di integrazione, basato sul concetto di salute non soltanto come mancanza di malattia, ma anche come benessere psico-fisico e relazionale. Un altro aspetto da evidenziare è la persona al centro del sistema”. “Per quanto riguarda il sociale, che ancor più della sanità  soffre della diminuzione delle risorse – ha spiegato Allocca – diviene necessaria e obbligata la costruzione di un nuovo modello, che abbia come obiettivo l’equità della distribuzione delle risorse e la capacità di intendere il sociale non solamente come prestazione di servizi, ma anche come capacità di mettere mano alla crisi sociale che ha determinato le tante solitudini che stanno attraversando la nostra società”. “L’aver affrontato un piano quinquennale in una condizione di crisi e di instabilità, sia economica che legislativa – ha concluso – è una sfida difficile quanto necessaria, perché proprio in una condizione di incertezza è indispensabile dotarsi di una bussola per governare il processo”.

21 Dicembre 2011

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