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Lgbt+. La Sardegna identifica e sostiene i Centri contro le discriminazioni

di Elisabetta Caredda

Per contrastare la violenza per motivi collegati all'orientamento sessuale e all'identità di genere e sostere le vittime la Regione ha stanziato in finanziaria 200.000 euro. Doria: “Le risorse disponibili saranno ripartite in parti uguali fra tutti i Centri che risultino in possesso dei requisiti e che hanno risposto alla manifestazione d'interesse che abbiamo pubblicato. I beneficiari saranno invitati a presentare il programma delle attività da svolgere”. La delibera

01 AGO - Le persone Lgbt+ in Sardegna potranno sentirsi maggiormente sostenute e tutelate nel caso si trovino ad affrontare situazioni di violenza e discriminazione riprovevoli e di disagio. La Regione ha stanziato 200.000 euro per la funzionalità e l’attività dei Centri che sta individuando a seguito di una manifestazione di interesse pubblicata dall’assessorato alla Sanità.

“Con la legge di stabilità regionale n. 1/2023 - spiega l’assessore Carlo Doria a Quotidiano Sanità -sono stati stanziati 200.000 euro mirati, per l'anno in corso, a sostenere le spese di funzionamento e le attività di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere. Ciò, in armonia alla legge statale n. 126/2020 di conversione del decreto n. 104/2020 sul sostegno e rilancio dell’economia, che ha previsto già a partire dal 2020 il finanziamento di ‘politiche per la prevenzione ed il contrasto della violenza per motivi collegati all'orientamento sessuale e all'identità di genere e per il sostegno delle vittime’”.

“Voglio ricordare inoltre – annovera il professore - la Risoluzione del Parlamento europeo risalente all’anno 2012 sulla lotta all'omofobia in Europa, e l'indagine della Commissione europea detta ‘Eurobarometro 2019’ centrata sulle discriminazioni nei paesi dell'Unione che mette in evidenzia come in Italia il livello di accettazione dell'uguaglianza di diritti nei confronti delle persone LGBT è minore rispetto alla media europea. A far seguito, annovero la Strategia europea per l'uguaglianza delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, non binarie, intersessuali e queer (LGBTIQ) 2020-2025, presentata dalla Commissione europea il 12 novembre 2020, e la Strategia nazionale LGBT+ 2022 – 2025, focalizzata sulla prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, che ‘rappresenta l'imprescindibile impegno del nostro Paese ad assicurare a tutte le persone LGBT+ la piena uguaglianza, sia con azioni specifiche, sia con interventi di più ampia portata, che possano produrre un cambiamento culturale scardinando stereotipi e pregiudizi’”.

“In aggiunta – prosegue l’esponente di Giunta - ricordo ancora il decreto del Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità del dicembre 2020 in cui è specificato, in attuazione alla norma, che i centri che ho menzionato dovranno essere ‘strutture che garantiscono – a titolo gratuito – anche attraverso intese con la rete territoriale e l'ente locale, adeguata assistenza legale, sanitaria, psicologica, di mediazione sociale alle vittime di discriminazione o violenza fondata sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, nonché ai soggetti che si trovino in condizione di vulnerabilità legata all'orientamento sessuale o all'identità di genere in ragione del contesto sociale e familiare di riferimento, indipendentemente dal luogo di residenza’”.

“In sinergia allora con il quadro normativo nazionale in via di evoluzione – sottolinea Doria -, il contributo dalla Regione individuato per il funzionamento e l'attività dei Centri sul territorio presente e che stiamo individuando nella fattispecie, deve ora svilupparsi attraverso una più definita strategia regionale che deve essere realizzata anche in collaborazione con la rete dei servizi socio-sanitari e assistenziali territoriali, al fine di prevedere percorsi strutturati e condivisi di accoglienza, protezione e sostegno del mondo LGBTQ+, compresa l'assistenza legale, sanitaria, psicologica e di mediazione sociale”.

“In proposito, ossia per individuare questa tipologia di Centri – continua l’assessore -, la Direzione generale delle Politiche Sociali ha indetto una manifestazione di interesse rivolta sia alle istituzioni pubbliche che a quelle private che abbiano svolto da almeno tre anni le attività specificate dalla norma nazionale. In particolare, si tratta di istituzioni che operano nel settore del sostegno e dell'aiuto alle vittime di discriminazione o violenza fondata sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, e ai soggetti che si trovino in condizione di vulnerabilità legata all'orientamento sessuale o all'identità di genere; inoltre, devono avere lo statuto che preveda un ordinamento a base democratica e che da almeno tre anni stabilisca già, come obiettivo esclusivo o preminente, la promozione dei diritti e della parità di trattamento delle persone LGBTQ+ ed il contrasto ai fenomeni di discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere e non avere scopo di lucro. Devono poi essere inserite negli appositi albi/registri regionali e/o nazionali”.

“Premesso ciò, ho proposto alla Giunta di ripartire le risorse disponibili in parti uguali fra tutti i Centri che hanno presentato manifestazione d'interesse e che risultino in possesso dei requisiti richiesti, e demandato al servizio competente della direzione generale delle Politiche Sociali l’adozione dei provvedimenti necessari all’attuazione della deliberazione che abbiamo approvato di recente, invitando i centri individuati quali beneficiari dei contributi stanziati a presentare un programma delle attività da svolgere, che sia coerente con le finalità sopra esposte e congruo rispetto al finanziamento ricevuto. I centri dovranno, inoltre, dichiarare che le attività proposte non siano oggetto di altri contributi pubblici concessi per lo stesso anno” – conclude Doria.

Elisabetta Caredda

01 agosto 2023
© Riproduzione riservata

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