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Sardegna. Approvato il Testo Unico per prevenire e contrastare il “disturbo da gioco d'azzardo”

di Elisabetta Caredda

Con 25 voti a favore e 6 contrari e uno stanziamento di 1,9 milioni, la Sardegna si dota di una legge per contrastare il fenomeno della ludopatia. Tra le più importanti misure, il divieto di aprire nuove sale da gioco e di installare apparecchiature in locali che si trovino a una distanza entro i 500 metri da luoghi sensibili come scuole, impianti sportivi e luoghi di culto

09 GEN - Approvato dal Consiglio regionale della Sardegna con 25 voti a favore e 3 contrari, il Testo Unico sulle Disposizioni in materia di disturbo da gioco d’azzardo, frutto di un iter in Commissione Sanità che ha portato all'unificazione di tre testi di proposte di legge, la n.56 di cui primo firmatario il consigliere Francesco Agus, attualmente del gruppo misto, la n.280 dell'ex consigliere Salvatore Demontis (gruppo PD e attualmente direttore del Consorzio Industriale di Sassari) e la n.514 di cui prima firmataria l'On. Daniela Forma, del gruppo PD.
 

 
L'esigenza di questa norma regionale è stata colta dalle istituzioni consiliari della Sardegna, così come numerose altre regioni del territorio nazionale, con l'auspicio di promuovere una maggiore azione di prevenzione al fine di sensibilizzare sul problema, nel tentativo di contrastare il comportamento da dipendenza dal gioco, che dai dati epidemiologici risulta essere sempre più diffuso anche nell'isola.
 
La ludopatia è infatti considerata una dipendenza comportamentale, deriva dalla assuefazione alla pratica dei videogiochi, del gambling online, delle slot-machine, dei videopoker, ed è una dipendenza patologica esattamente come lo sono le dipendenze da sostanze (da alcool, droga, ecc.). È infatti oggi inquadrata, nel principio, all'interno della definizione di quelle dipendenze che l’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive come una “condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo e una sostanza, caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”. Nonostante il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM-5 proponga una nozione di “dipendenza” riferita principalmente all’assunzione di sostanze psicotrope, questa viene sempre più estesa ed associata anche a particolari sindromi psichiche, nel nostro caso in riferimento a disturbi ossessivo/compulsivi, che derivano appunto dallo sviluppo di comportamenti di dipendenza anche in assenza di qualsiasi sostanza. Tanto che nel 2013 l'American Psychiatric Association (APA) ha definito la ludopatia un "Disturbo da Gioco d'Azzardo" (APA - DSM V 2013) e l’International Classification Disease (ICD-10) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha inserito tra i “disturbi delle abitudini e degli impulsi”.
 
“E' tempo che anche la Regione Sardegna si doti di una cornice normativa sui disturbi da gioco d'azzardo patologico per mettere ordine, dare continuità, implementare i provvedimenti regionali in materia” - afferma Forma, relatrice della proposta. “Si è visto che questo tipo di patologie è in aumento anche nella nostra isola, con un giro d’affari che in Italia conta 100 miliardi di euro. In Sardegna sono stati giocati più di 2 miliardi di euro solo nel 2016. Lo strumento essenziale per far fronte a questa patologia è fuori dubbio la prevenzione – sottolinea la consigliera - e per questa ragione la nostra legge va a rafforzare, ad affiancare le azioni del piano regionale del gioco d'azzardo, con un'importante azione istituzionale nel campo della comunicazione e della sensibilizzazione la quale risulta elemento centrale della nostra lotta al disturbo da gioco d'azzardo. Il testo unico all'attenzione dell'aula è provvedimento atteso e sollecitato anche da tutto il sistema delle autonomie locali che richiedeva al legislatore sardo una cornice normativa regionale per i provvedimenti in materia. Sono numerosi infatti i ricorsi contro le ordinanze sindacali che hanno in questi anni provato a regolare le distanze dai luoghi definiti sensibili, degli apparecchi per i giochi d'azzardo lecito, come pure la limitazione degli orari. Noi oggi diamo risposta a questa esigenza, definiamo regole certe, per la nuova installazione di apparecchi per il gioco, consentendo agli operatori del settore che sono beneficiari di una autorizzazione un termine temporale congruo per adeguarsi alle nuove disposizioni”.
 
Forma ricorda che oltre alle risorse finanziarie ripartite con decreto del Ministero della Salute nell'ottobre 2016 per il gioco d'azzardo patologico, la Giunta regionale ha già approvato il piano biennale e regionale del gioco d'azzardo nel 2017. Le persone affette da ludopatia sono infatti state inserite fra gli utenti degli attuali servizi destinati al trattamento delle dipendenze patologiche, a seguito dell'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza definito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 gennaio 2017. Nel settembre del medesimo anno è stata inoltre stipulata l'intesa sancita in Conferenza unificata Stato-Regioni, relativamente all'obiettivo di ridurre sensibilmente i punti di raccolta del gioco pubblico.
 
In merito ai dati della presa in carico della Regione Sardegna dei soggetti affetti da ludopatia, la consigliera accenna che in Commissione Sanità sono riusciti a conoscere soltanto quelli relativi all'anno 2016; ed ecco un'ulteriore motivazione da cui nasce la necessità di rendere operative quanto prima le iniziative e disposizioni previste dal testo unificato affinchè si possa risalire alla piena disponibilità dei dati che riguardano il fenomeno nel territorio della Sardegna per poter adeguare eventuali controlli e poter svolgere maggiori interventi di prevenzione e contrasto al problema.
 
“Andando a vedere i dati di natura epidemiologico demografica - afferma Luigi Arru, assessore regionale per la Sanità - alla fine quello che è importante è avere una visione della congiuntura economica e vedere che nei momenti di crisi questo tipo di comportamenti che sono stati riconosciuti come patologici relativamente di recente, richiedono una risposta che non è esclusivamente sanitaria. Non la metterei solo in termini di attività all'interno dei Servizi per le dipendenze (serD) o dei dipartimenti di salute mentale, ma penso che richieda delle risposte andando a vedere la tipologia delle persone che vengono coinvolte, di natura socio sanitaria. Natura socio sanitaria - continua - perché sicuramente c'è una correlazione con la disoccupazione, ma viene colpita anche una fascia di età che è quella adolescenziale e che è una popolazione a rischio per tutta una serie di comportamenti, che vengono associati al bullismo, al prendersi il rischio dell'uso di macchine o altri comportamenti che espongono il soggetto ad un possibile disturbo di dipendenza comportamentale.
 
Ricordo – evidenzia Arru - che la Regione Sardegna è stata tra le prime regioni che ha recepito il piano nazionale della prevenzione tra i programmi per ridurre il rischio di marginalità sociale e il rischio di comportamenti deviati con misure che riguardano un processo di apprendimento e coinvolgimento esperienzale e non solo l'uso di farmaci, che può essere necessario, perché ricordo che questo tipo di patologia rientra all'interno della categoria dei disturbi di dipendenza associati a sostanze".
 
L'assessore invita a fare uno sforzo per riconoscere l'entità del fenomeno attraverso iniziative che portino a rinforzare lo stesso Osservatorio epidemiologico regionale già presente ed utilizzando l'enorme quantità di dati già presenti e messi a disposizione grazie al Sistema informativo sanitario integrato regionale (Sisar), con la possibilità che anche questo tipo di patologia venga classificata secondo dei codici che possano essere caricati e letti, e che rinforzati con la presenza di operatori, permetterebbero di avere una coscienza e un censimento del fenomeno.
 
“Io penso dunque - sostiene l'assessore - che la legge oggi in discussione sia una buona legge e che si inserisca in un percorso che certamente non comincia oggi, ma che è frutto di un ragionamento, di una integrazione che è stata avviata da questa Giunta, da questa maggioranza, per dare delle risposte compiute. È logico che dovremo avere anche il coraggio di dare un messaggio a chi arriverà dopo. Questo tipo di patologie richiedono organizzazioni territoriali, non si danno risposte negli ospedali, dobbiamo avere il coraggio di un processo di riforma che possa individuare delle figure innovative ulteriori alle specialità classiche per dare risposte a una società che cambia, a una società che ha necessità di educatori, psicologi e altre figure. Ben venga questa legge quindi – conclude -, che richiede ci siano delle misure prescrittive che 'disincentivano il comportamento' anche col rischio di 'punizione' di coloro che possono favorirlo. L'azione è necessariamente socio sanitaria e sicuramente avviare delle misure per creare una rete con il soggetto che è in difficoltà può aiutare a prevenire la patologia così come dare una risposta con una ripresa che ci auguriamo a breve del sistema economico della Sardegna”.
 
Il Testo Unificato, dopo un'ulteriore passaggio in Commissione Sanità nel pomeriggio, trova dunque accoglimento in Assemblea con la maggioranza dei voti favorevoli. Tra le più importanti misure si citano il divieto di aprire nuove sale da gioco e di installare apparecchiature da gioco in locali che si trovino a una distanza determinata dalla giunta regionale entro i 500 metri da luoghi sensibili (scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semi-residenziali operanti in ambito sanitario, case protette, oratori o luoghi di aggregazione giovanile); la possibilità ai Comuni di chiedere una deroga motivata sulla base di specifiche caratteristiche del tessuto urbano in modo da evitare ulteriori situazioni di degrado delle aree periferiche; l'introduzione di agevolazioni fiscali per i titolari di bar o tabaccherie che rinunceranno alle apparecchiature per il gioco d'azzardo lecito ai quali, per gli esercizi aderenti alla misura, verrà rilasciato il logo "No slot - Regione Sardegna". Gli esercizi con autorizzazioni esistenti alla data dell’entrata in vigore della legge avranno la possibilità di adeguarsi alle nuove disposizioni entro il termine massimo di 5 anni.
 
La norma finanziaria per l'attuazione della legge prevede uno stanziamento di 1,3 milioni per il 2019, ai quali si fa fronte attraverso le risorse statali trasferite alla Regione per la cura della ludopatia. L'approvazione del Testo è un auspicio a trasmettere anche un messaggio sociale importante nella sensibilizzazione al contrasto di un fenomeno altamente preoccupante per i residenti nell'isola, rilevato purtroppo sia nei giovani che negli adulti.
 
Elisabetta Caredda

09 gennaio 2019
© Riproduzione riservata

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