Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Lunedì 29 APRILE 2024
Sardegna
segui quotidianosanita.it

Femminicidi. L’Assemblea legislativa sarda approva un Odg sulle strategie di contrasto alla violenza di genere

di Elisabetta Caredda

Tra i punti rilevanti approvati ci sono l’istituzione in aggiunta del ‘codice rosa’ di accesso al triage di pronto soccorso visibile ai soli operatori sanitari, e di un Assessorato per le pari opportunità e una Commissione speciale per la lotta alla disparità di genere. Nieddu: “La Regione conta su 11 centri antiviolenza mentre 5 sono le case di accoglienza. I principali stanziamenti riguardano: circa 715 mila euro per il reddito di libertà, 200 mila euro a valere sulla legge 20 e altrettanti per le politiche per le pari opportunità”. 

05 OTT - Si è conclusa con l’approvazione di un ordine del giorno unitario sulle “strategie e le azioni da intraprendere per contrastare il preoccupante fenomeno della violenza di genere, con l’istituzione di un percorso di tutela per le vittime di violenza, la seduta statutaria dedicata al tema della violenza sulle donne, durante la quale sono state discusse tre mozioni incentrate sul tema del femminicidio e del contrasto della violenza di genere.
 
Undici i punti approvati: in sintesi l’assemblea legislativa chiede al presidente della Regione, Christian Solinas, e alla Giunta, di impegnarsi ad assicurare la continuità ai finanziamenti e all’attività e funzionamento dei centri antiviolenza; a garantire interventi contributivi di sostegno attraverso l’istituzione del ‘Fondo di solidarietà alle vittime di violenza e ai loro figli’; ad implementare la ‘Rete regionale contro la violenza di genere’; ad attuare un ‘Percorso di tutela delle vittime di violenza con la costituzione di équipes multidisciplinari all'interno delle strutture ospedaliere di pronto soccorso e presso i DEA di I e Il livello, istituendo il "codice rosa" quale codice aggiuntivo di accesso al triage di pronto soccorso visibile ai soli operatori sanitari'.
 
Ancora, è stata chiesta l’adozione di un ‘Piano regionale triennale di prevenzione e contrasto alla violenza e alle discriminazioni legate all'identità di genere’, da sottoporre all'approvazione del Consiglio regionale; di istituire un Assessorato per le pari opportunità e una Commissione speciale per la lotta alla disparità di genere; di approvare un piano strategico di valenza pluriennale per il contrasto alla violenza e alla discriminazione attraverso il coinvolgimento di ogni scuola di ordine e grado; di implementare il finanziamento dei programmi di sensibilizzazione, valorizzare la differenza di genere e l'affermazione dell’autonomia femminile per il raggiungimento della parità giuridica, di operare per la rimozione di ogni forma di disuguaglianza pregiudizievole.
 
“Servono forti azioni di contrasto – ha tuonato Carla Cuccu (M5S), Segretaria del Consiglio regionale, come si apprende dal resoconto sommario della seduta –. L’istituzione del reddito di libertà, che ha visto la Sardegna in prima fila, è stato un primo e importante passo, ma ad esso deve necessariamente far seguito anche la creazione di una rete capillare di servizi che diminuisca il costo economico e psicologico dell’uscita della donna dal luogo in cui è vittima di violenze”.
 
La consigliera Desirè Alma Manca (M5S) ha poi elencato alcuni dati: “Ogni tre giorni una donna viene uccisa in Italia. Questi sono i numeri ma non ci sono solo i femminicidi, esistono anche i soprusi, molte volte non conosciuti o conoscibili, il carnefice è spesso colui che dice di amare la propria donna”. Manca ha poi ricordato i nomi delle ultime donne uccise in Sardegna: Angelica Salis, Paola Piras, Marisa Pireddu, Michelangela Atzori.
 
Fa seguito la neo Segretaria della commissione Salute e politiche sociali, Rossella Pinna (PD), che ha sottolineato: “Nel mondo le donne hanno il 75% dei diritti in meno degli uomini. Sono loro le principali vittime delle violenza. In Europa viene uccisa una donna ogni sei ore, 4 al giorno. In Italia nei primi nove mesi del 2021 sono state uccise 86 donne. Omicidi che si consumano spesso per mano del partner o ex partner e le violenza spesso avvengono nel luogo degli affetti, in casa”.
 
Secondo la consigliera “Occorre interrogarsi come legislatori e chiedersi se si fa abbastanza. Il quadro normativo nazionale in vigore ha norme avanzate ma che forse richiedono ulteriori interventi. Credo che servano sistemi di valutazione perché le norme vengano attuate. La Giunta deve mettere in atto azioni coordinate. C’è bisogno di un Piano strategico contro le discriminazioni di genere”.
 
Per Elena Fancello (Psd’Az): “Si può fare molto rispettando le indicazioni della Convenzione del Consiglio d’Europa firmata a Instabul nel 2011 sul fronte della prevenzione dei reati e su quello della protezione delle vittime. Ciò che manca è un nuovo approccio culturale. Occorrerebbe fare quello che si è fatto per sensibilizzare le nuove generazioni ai temi ambientali. Oggi i ragazzi sono molto attenti alla tutela della natura, lo stesso va fatto per i ruoli di genere”.
 
“E’ arrivato il momento – ha detto la consigliera Maria Laura Orrù (Progressisti) - di passare dall’analisi del problema alle cose concrete, dall’incremento dei fondi per i centri di violenza all’interno dell’assestamento di bilancio ad altre azioni diffusi in tutti i settori della società sarda. Così come va colta l’opportunità del Pnrr, che però la Sardegna ha colpevolmente lasciato cadere”.
 
Mentre per Laura Caddeo, sempre dei Progressisti, “bisogna cambiare profondamente anche le modalità di comunicazione degli episodi di violenza e femminicidio, perché spesso si parla di ‘dramma della gelosia’ o di ‘raptus omicida’ degli uomini dimenticando tutto ciò che ha preceduto il gesto estremo di violenza”.
 
Intervenendo per i Riformatori, la capogruppo Sara Canu si è soffermata “sulla centralità del cambiamento culturale ricordando la durissima condizione delle donne afghane che oggi non possono nemmeno studiare. Aggiungendo che anche nelle nostre società avanzate, organi di informazione, social media, e reti stazioni televisive, veicolano una immagine distorta della donna che purtroppo si fa strada in un pubblico molto ampio che non riesce a distinguere i contenuti autentici da quelli virtuali”.
 
“La pandemia - ha osservato la consigliera Alessandra Zedda (FI), anche assessore al Lavoro -, ha aggravato la crisi di molte donne che già esisteva, Sardegna compresa, dove sono ancora troppo poche le denunce. Ora siamo impegnati in 22 progetti di inserimento lavorativo che abbiamo finanziato grazie ad accordi col mondo associativo: è la strada giusta che mette le donne davanti ad un futuro di libertà e di indipendenza economica, come passaggio fondamentale per costruire un futuro migliore”.
 
Per il consigliere Eugenio Lai (LeU) “E’ chiaro che bisogna investire sulla cultura, entrando nel mondo della scuola per modificare il linguaggio e tutto ciò che porta a discriminazioni. Se non si incentiva l’educazione al rispetto, anche tra i bambini, non si inizia a superare un enorme problema culturale come questo. D’altro canto, dobbiamo impegnarci per incrementare le risorse per i centri antiviolenza e l’occupazione femminile, per la quale possiamo fare di più già da subito con le legge omnibus”.
 
L’on. Emanuele Cera (FI) ribadisce come “la protezione delle donne vada rafforzata con strumenti applicativi e non solo il divieto di avvicinamento, che frenino gli stalker e aumentino il controllo dell’autorità giudiziaria e della pubblica sicurezza su queste persone pericolose”.
 
“Io stesso oggi ho un punto di vista diverso e più completo sulla materia dopo che una persona a me cara ha subito stalking e violenza sui social – ha detto Michele Ciusa (M5S) -. Noi uomini abbiamo una grande responsabilità per fare sì che si superi questa discriminazione e questa violenza”.
 
Il capogruppo Francesco Agus (Progressisti), componente commissione Salute, “ha insistito sul ruolo e sul compito del Consiglio, soprattutto in ordine alle proposte di modifica della normativa nazionale («deve essere aggiornata e il caso Dina Dore lo dimostra») e sui necessari stanziamenti per dare seguito ad azioni e programmi di contrasto e prevenzione alla violenza”.
 
Penultimo intervento del capogruppo Gianfranco Ganau (PD), anch’esso componente commissione Salute: “In Sardegna, nelle dinamiche di genere, registriamo più del 20% di occupati maschi rispetto alle donne e nonostante queste abbiano più alti livelli di istruzione, tendono ad avere salari inferiori rispetto a quelli riservati ai maschi. Serve sconfiggere le diseguaglianze di genere con adeguate politiche per l’occupazione e con efficaci politiche per la famiglia. Già nel provvedimento omnibus ormai prossimo all’esame dell’Aula servirà dare seguito alle intenzioni dichiarate nel corso del dibattito garantendo le risorse per i consultori territoriali e agli sportelli di ascolto psicologici”. A tal proposito, da quantosi apprende sempre dal resoconto, Ganau segnala “che proprio nell’omnibus si vuole cancellare il dipartimento psicologico di cure primarie che in questo momento ha particolare rilevanza”.
 
Conclude il dibattito l’assessore alla Sanità e alle politiche sociali, Mario Nieddu. L’esponente dell’esecutivo regionale ha “ribadito la conduzione delle politiche assessoriali in linea con quanto stabilito dal piano strategico nazionale che fonda su quattro assi: prevenzione, sostegno, perseguire gli autori di violenza, assistenza e promozione. Nieddu ha ricordato l’integrazione tra i diversi interventi di contrasto alla violenza di genere e non ha mancato di evidenziare gli effetti della convivenza forzata a causa dei lockdown, sulla recrudescenza dei fenomeni di violenza sulle donne. “Si pensi – ha spiegato l’assessore – alle difficoltà nelle quali hanno dovuto operare i centri anti violenza o all’interruzione forzata di tanti progetti personalizzati per l’uscita dal tunnel della violenza”.
 
“La nostra Regione – ha concluso l’esponente di Giunta – può dirsi all’avanguardia nel contrasto alle violenze di genere e non sono poche le azioni e le misure su cui possiamo contare. Tra le positive novità annovero anche l’istituzione e l’operatività dell’osservatorio regionale con un dedicato sistema informatico, nonché la sostanziale uniformità nei diversi centri di accoglienza. La Regione conta su undici centri antiviolenza mentre 5 sono le case di accoglienza. I principali stanziamenti riguardano: circa 715 mila euro per il reddito di libertà, 200 mila euro a valere sulla legge 20 e altrettanti per le politiche per le pari opportunità”.
 
Elisabetta Caredda

05 ottobre 2021
© Riproduzione riservata

Altri articoli in QS Sardegna

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy