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Il 75% degli italiani consapevole che umani, animali, piante e ambiente sono interconnessi, nasce One Health Project


Questi i risultati di un'indagine su un campione rappresentativo della popolazione: il punto partenza di un programma divulgativo aperto a cittadini, Università, Associazioni di Pazienti, media. Gli intervistati sembrano disponibili per questo ad impegnarsi in obiettivi specifici.

31 MAR -

Nel nostro Paese c'è terreno fertile per seminare un nuovo approccio sistemico e collaborativo, che valorizzi la One Health come nuova visione e strategia per un futuro sostenibile: uomini, animali e ambiente dipendono l'uno dall'altro per sopravvivere con equilibrio. E anche se solo il 17% degli italiani ha sentito parlare di questa visione, per il 75% il benessere di questi mondi sono strettamente dipendenti. Forte anche l'assunzione di responsabilità soggettiva: il 62% degli intervistati si sente investito in prima persona dell’impegno in questo approccio sistemico. Per il 26% è una priorità della politica e solo l’11% ritiene che sia un problema della scienza. E ben il 90% cambierebbe il proprio stile di vita per il bene di tutti. E' quanto emerge da una indagine nazionale che ha esplorato le rappresentazioni collettive sul rapporto tra umani, animali, piante e ambiente. L’indagine – svolta nel mese di marzo 2023 con metodo CAWI - ha coinvolto 1.000 persone, un campione rappresentativo di popolazione italiana per genere, età e area geografica.

La One Health per gli intervistati sembra essere l’occasione da non perdere, per un’importante trasformazione valoriale, che mitighi gli impatti negativi delle componenti più distruttive dell’agire umano. Gli intervistati sembrano disponibili per questo ad impegnarsi in obiettivi specifici. Nonostante la fiducia attribuita all’approccio One Health, la pandemia da coronavirus ha lasciato un segno, rafforzando la percezione negativa dell’agire umano. Per il 40% degli intervistati, le mutate condizioni ambientali influenzano sempre più la nascita di nuove malattie, che non si riesce a contrastare sufficientemente con nuove cure. Preoccupano sia la salute degli animali che la deforestazione. Le risposte fanno emergere l’importanza attribuita non solo ad un’azione collettiva, ma anche al contributo di ognuno. La quasi totalità conferma di volersi impegnare a cambiare il proprio stile di vita per il miglioramento della salute di tutti, con un 31% che è disposto anche a cambiamenti radicali per la salute di piante e ambiente.

Ed è online da oggi One Health Project un sito dedicato al progetto innovativo sulla One Health, promosso dall’ESG Culture LAB di Eikon Strategic Consulting e Healthware Group con il supporto incondizionato di Fondazione MSD. Il percorso mira a coinvolgere l’opinione pubblica nella trasformazione della salute delineata dalla One Health, l’approccio che riconosce che la salute degli esseri umani, degli animali, delle piante e dell’ambiente sono interdipendenti. Oltre alla ricerca scientifica e alle politiche sanitarie è fondamentale che le persone abbraccino una nuova visione di futuro: One Health Project intende promuovere una riflessione su un tema di salute pubblica, cruciale per il futuro di tutti, privilegiando un approccio inclusivo, che coinvolga la popolazione generale. Il programma One Health Project proseguirà ad aprile e maggio 2023 con tre webinar gratuiti con gli esperti italiani di One Health e saranno aperti a cittadini, università, associazioni di pazienti, media, organizzazioni pubbliche e private.

Tornando alla survey on line, ogni partecipante riceverà la fotografia del suo profilo in relazione alla One Health (umanista, animalista, naturalista, astronauta) e una scheda informativa con indicazioni su come poter contribuire concretamente alla One Health attraverso 7 categorie: Educazione, Salute degli animali domestici, Salute degli animali selvatici, Alimentazione, Scelta delle cure, Ricerca, Comunità. "Crediamo molto in questo percorso distintivo per il valore e l’attualità del tema, ma soprattutto perché coinvolge le Persone, attori chiave del cambiamento. – dichiara Goffredo Freddi, Direttore della Fondazione MSD - Con il One Health Project vogliamo, in un’ottica di partnership pubblico privato, dare un contributo tangibile alla sensibilizzazione su temi chiave di salute pubblica, accendendo i riflettori sul valore fondamentale della prevenzione per un futuro migliore e in buona salute e sul potere dell’engagement diretto della popolazione nella trasformazione sostenibile dei prossimi anni".

Giudizio negativo sulla natura umana

L’indagine ha esplorato le rappresentazioni collettive spontanee di umani, animali, piante e ambiente. Agli intervistati è stato chiesto di indicare le prime tre parole chiave che associano. Emergono universi semantici inversi. La rappresentazione degli umani è molto negativa. Sono dotati di grande “intelligenza” ma prevalentemente “distruttiva”, “egoista”, “avida” e “irrispettosa”, che si abbatte sull’ “amore” “fedele” degli animali e sulla “bellezza” della “vita”, rappresentata da piante e ambiente. La One Health intesa come cura della casa comune, vede in primo piano l’impegno di ognuno, prima ancora della politica e della scienza, perché comporta un cambiamento radicale delle modalità con cui gli umani si sono finora rapportati ad animali, piante e ambiente. La One Health per gli intervistati sembra essere l’occasione da non perdere per un’importante trasformazione valoriale, che mitighi gli impatti negativi delle componenti più distruttive dell’agire umano.

Un profilo da “astronauta”

Il questionario ha esplorato il profilo degli intervistati in relazione ad alcune dimensioni concrete: l’impegno in campagne pubbliche, le risorse per il proprio benessere, l’antibiotico-resistenza, la prevenzione di nuove malattie, la qualità dell’alimentazione. Le risposte rimandano a quattro profili: umanista, animalista, naturalista e astronauta. Il 50% delle risposte delinea il profilo dell’astronauta, che guarda tutto dall’alto e si concentra sulle relazioni reciproche tra umani, animali, piante e ambiente, senza privilegiare un mondo rispetto all’altro.

Il secondo profilo prevalente è quello del naturalista, nella cui visione moltissimo ruota intorno a piante e ambiente (20% delle risposte); segue l’umanista per il quale gli esseri umani hanno un’importanza maggiore (17% delle risposte); infine l’animalista che mette al centro il rispetto delle diverse specie animali (14% delle risposte). Il 48% degli intervistati si impegnerebbe in prima persona in una campagna One Health, senza distinzione tra diritti umani, benessere degli animali e protezione di una foresta.

La natura diventa prioritaria come risorsa di benessere personale: il 41% sceglie “passare più tempo nella natura”, rispetto a un 21% del tempo con gli amici e un 15% del tempo con un animale domestico. La maggioranza degli intervistati crede che per prevenire nuove malattie bisogna prendersi cura allo stesso tempo di esseri umani, animali, piante e ambiente (62%). Rispetto al tema dell’antibiotico-resistenza, il 69% ritiene che serva un approccio sistemico e cambiamenti importanti. Per il 47% il modo in cui ci alimentiamo non tiene conto di come umani, animali, piante e ambiente si influenzino a vicenda.

Un mondo incerto che richiede azione

Nonostante la fiducia attribuita all’approccio One Health, l’attuale contesto post-pandemia resta fortemente caratterizzato dalle conseguenze negative dell’agire umano. Per il 40% degli intervistati, le mutate condizioni ambientali influenzano sempre più la nascita di nuove malattie, segno evidente di come la pandemia abbia rimesso in discussione molte sicurezze. Il 31% degli intervistati crede nell’importanza dell’impegno di ognuno per preservare la salute umana. Solo l’11% ha fiducia nella capacità della medicina di fronteggiare nuove malattie (“oggi curiamo malattie più rapidamente di quanto ne escano di nuove”).

Rispetto al Covid-19 e al tema delle malattie zoonotiche, l’88% esprime preoccupazione sulla salute degli animali, che si declina con “incapacità a prendercene cura” (26%), urgenza di “occuparcene come società per evitare rischi futuri” (35%), necessità di impegno di tutti noi (28%). In relazione alla deforestazione l’89% degli intervistati crede che si possa fermare con “una concreta azione pubblica” (54%) oppure con l’impegno di ogni singolo individuo (35%).

La propensione al cambiamento

In concreto, quanto sono disposti gli intervistati a modificare il proprio stile di vita per garantire una salute migliore alle persone, agli animali, alle piante e all’ambiente? La quasi totalità conferma di volersi impegnare a cambiare il proprio stile di vita per il miglioramento della salute di tutti. Il 31% si dichiara pronto ad a un cambio radicale nello stile di vita per la salute di piante e ambiente (31% vs 25% e 26% di umani e animali) che assumono un’importanza prioritaria nella percezione degli intervistati.

Il rapporto con le tecnologie digitali

Che ruolo possono avere le tecnologie digitali nella One Health? Gli intervistati mostrano un atteggiamento di apertura e fiducia. Per la maggior parte (55%) le tecnologie digitali sono di supporto, per il 33% diventano fondamentali per prendersi cura di umani, animali, piante e ambiente. Solo il 4% pensa che siano inutili, mentre l’8% li vede come parte del problema.



31 marzo 2023
© Riproduzione riservata

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