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Generici con ricetta. Il mercato non decolla. Unica eccezione il “Viagra” equivalente


Nel 2013 a fronte di un incremento importante dei generici di fascia A, quelli in C soggetti a prescrizione sono aumentati solo dello 0,9%, escluso il boom per i fac simili della pillolina blu. I dati in un convegno di Doc Generici. Il problema è la scarsa informazione ai pazienti su questa alternativa terapeutica che potrebbe far risparmiare dal 30 al 40%.

11 MAR - Non c'è niente da fare, i farmaci generici faticano a decollare in Italia, soprattutto quelli di fascia C per cui è necessaria la ricetta medica. Nel 2013, a fronte di un incremento del mercato dei generici di fascia A, quello della fascia C è rimasto praticamente invariato, registrando un aumento dello 0,9%, a parte l'unica eccezione rappresentata dal boom del Viagra equivalente.
 
Eppure questi farmaci potrebbero consentire un risparmio del 30-40%, da non disdegnare in tempi di crisi. A influire è la normativa europea che impedisce di fare pubblicità ai farmaci, e anche la mancata informazione agli utenti da parte di medici e farmacisti. A fare il punto sulla situazione è stato un gruppo di esperti oggi a Milano, in un incontro organizzato da Doc Generici, una delle principali aziende italiane dei farmaci generici.
 
“Con l'introduzione della prescrizione condizionata per principio attivo nel 2012 la quota di mercato dei generici di fascia A si è registrato un incremento significativo – nota Claudio Marrapese, avvocato specializzato nel settore farmaceutico regolatorio – e anche per il meccanismo tramite cui viene rimborsato dal Ssn il prezzo più basso. Per i farmaci di fascia C non rimborsabili non c'è invece alcun elemento informativo ai cittadini. Anche per le stesse liste di trasparenza, che mostrano l'equivalenza tra generici e di marca, redatte dall'Aifa, si registrano atteggiamenti diversi: mentre vengono aggiornate mensilmente per la fascia A, sono ferme dal 2007 per la fascia C”.
 
Vari i fattori alla base di questa situazione. In parte vi è “il comportamento dell'azienda che prodotto il farmaco originatore – rileva Gualtiero Pasquarelli, Ad di Doc generici – che riduce il prezzo e il differenziale rispetto al generico quando scade il brevetto per la fascia A, mentre lascia lo inalterato quando a scadere è il brevetto di farmaco di fascia C”. Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg), punta il dito contro l'accordo siglato anni fa da “Farmindustria e dal ministero della Salute, per cui a fronte della diminuzione del prezzo dei farmaci di fascia C per la rimborsabilità, si stabilì di aumentare i prezzi della fascia C”. Senza contare, come hanno sottolineato sia Pasquanelli che Cricelli, che spesso medici e farmacisti non dicono al cittadino che anche per la fascia C è disponibile il generico.
 
Unica eccezione in questo panorama è rappresentata dal sildenafil, principio attivo del Viagra, di cui da meno di un anno è entrato in commercio il generico. Per la precisione in Italia sono “22 i generici presenti sul mercato di questo farmaco – spiega Francesco Montorsi, professore di Urologia all'università Vita Salute del San Raffaele di Milano – e questo è uno dei farmaci, che generico o di marca, l'utente vede subito se funziona.
 
Già da tempo diversi pazienti mi chiedevano se potevano spendere meno, e se poTevano accettare quelle offerte reperite su internet, che in realtà nascondono sempre farmaci contraffatti”. Con l'arrivo del sildenafil generico c'è stato un vero boom sul mercato, anche perché consente un risparmio tra il 40 e 75%. “A soli 6 mesi dal lancio – precisa Pasquarelli – il generico del Viagra ha raggiunto una quota di mercato superiore al 50%, performance rara tra i generici di fascia A e unica tra quelli di fascia C. Qui il clamore della notizia offerto dai media ha supplito alle carenze informative sul prezzo prodotte dalla legge”. Inoltre il generico in questo caso, aggiunge Montorsi, “ha inciso su quella quota di persone, soprattutto i ragazzi, che compravano il farmaco su canali pericolosi, come internet”.
 
Per migliorare la diffusione del generico di fascia C con ricetta medica, l'auspicio è da un lato agire con campagne di comunicazione e informazione, e dall'altro “distinguere – riflette Marrapese – l'attività di pubblicità dei farmaci soggetti a ricetta medica, intesa come pratica di marketing, vietata dal codice dei medicinali, dalla mera informazione aziendale intesa a diffondere la pubblicazione dei prezzi dei medicinali a ricetta medica, quale attività di trasparenza consentita dal codice dei medicinali”. Oltre a questo, conclude Pasquarelli, “va informato il consumatore sul differenziale di prezzo tra generico e originatore. Molti non sono infatti adeguatamente informati su quali generici sono disponibili e la possibilità di risparmio che offre il generico. Quello che chiediamo non è un'imposizione del generico per legge, ma solo che il consumatore abbia la chance di poter fare la sua scelta in modo informato e consapevole”.
 
A.L.

11 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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