Coronavirus. Le stime del Mario Negri su Lancet: “A breve più di 30.000 persone infette e 4.000 in terapia intensiva. Abbiamo poco tempo, assunzioni e attrezzature devono arrivare subito”
La stima dei ricercatori dell'istituo si basa sul trend degli ultimi giorni. Lo studio è pubblicato sulla rivista The Lancet. Per questo vanno messi in atto subito gli interventi previsti dal Governo con nuove assunzioni di medici e operatori e nuovi ventilatori.
13 MAR - La diffusione del nuovo coronavirus ha assunto proporzioni pandemiche. Le misure di contenimento in Cina hanno ridotto il numero di nuovi casi di oltre il 90%, adesso la preoccupazione è rivolta all’Italia e in particolare alla capacità di rispondere efficacemente alle esigenze dei pazienti infetti e che richiedono cure intensive per la polmonite da SARS-CoV-2.
Il numero dei contagi e di pazienti affetti da COVID-19 in terapia intensiva nel nostro paese è aumentato in modo esponenziale. Se questo trend si confermerà anche la prossima settimana in pochi giorni potremmo arrivare a più di 30.000 persone infette, secondo le stime di
Andrea Remuzzi e
Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri che sono state
pubblicate sulla rivista The Lancet. Sulla base di questa previsione i due esperti sollecitano i leader politici e le autorità sanitarie nazionali a muoversi il più rapidamente possibile per garantire che vi siano risorse sufficienti, tra cui personale, posti letto e strutture di terapia intensiva.
“La percentuale di pazienti in terapia intensiva segnalati quotidianamente in Italia tra il 1° marzo e l'11 marzo 2020, è stata costantemente compresa tra il 9% e l'11% dei pazienti che sono stati attivamente infettati. Il numero di pazienti infetti dal 21 febbraio in Italia segue da vicino una tendenza esponenziale”, scrivono gli autori.
I dati disponibili hanno mostrato che il trend nell’aumento del numero di pazienti che avranno bisogno di terapia intensiva aumenterà notevolmente e inesorabilmente nei prossimi giorni. Nell’articolo si prevede che questo numero potrebbe saturare la capacità del sistema sanitario nazionale in poco tempo: entro la metà di aprile 2020 saranno necessari fino a 4.000 letti d'ospedale.
“Attualmente – spiega Andrea Remuzzi - sono ancora pochi i dati da prendere in considerazione per formulare ipotesi più solide in merito al numero esatto di pazienti che saranno infettati nei prossimi giorni o nelle prossime settimane”.
“Ci rendiamo conto – aggiunge Giuseppe Remuzzi - che è molto verosimile che a questo numero di posti letto di terapia intensiva non si possa arrivare. Una percentuale speriamo significativa di pazienti accederà alla terapia intensiva, gli altri saranno trattati con supporti respiratori meno invasivi. Questa è una grossa sfida per l'Italia, perché ora ci sono poco più 5.200 posti letto in terapia intensiva in totale. Teniamo presente poi che abbiamo solo poche settimane per l’approvvigionamento di personale, attrezzature tecniche, e materiali. Sappiamo che il governo è al lavoro per approvare una legge che consentirà al servizio sanitario di assumere 20.000 medici e infermieri e di fornire altri 5.000 ventilatori agli ospedali italiani. Queste misure rappresentano un passo nella giusta direzione, ma il nostro modello ci dice che devono essere attuate con urgenza, nel giro di pochi giorni”.
Confrontando l’andamento del numero di pazienti attivi in Italia e quello registrato nella regione di Hubei in Cina, simile all’Italia per numero di abitanti e distribuzione dell’infezione, si può dedurre che entro alcuni giorni questo aumento potrebbe però divergere dall’andamento esponenziale e rallentare. Tuttavia, al momento non è possibile prevederlo a causa delle differenze tra le misure di allontanamento sociale e la capacità di costruire rapidamente strutture dedicate in Cina.
13 marzo 2020
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