Le cicatrici dei bambini de L’Aquila

Le cicatrici dei bambini de L’Aquila

Le cicatrici dei bambini de L’Aquila
A due anni dal sisma un bambino su quindici tra i 6 e i 14 anni presenta sintomi di sindrome posttraumatica da stress, l’11 per cento ansia e l’8 per cento disturbi dell’affettività. Meno intensi gli effetti del sisma sui bambini più piccoli.

Sono passati 24 mesi dal sisma che ha distrutto L’Aquila e i paesi limitrofi, ma ancora un bambino su quindici rivive ancora lo stesso attimo drammatico, prova paura intensa, senso di impotenza e orrore vissuti nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009. Disturbi, questi, che vanno sotto il nome di sindrome postraumatica da stress.È quanto emerso da una ricerca sul campo (tra le prime al mondo) che ha cercato di analizzare con una metodologia scientifica quali cicatrici portino dentro di sé i piccoli esposti a catastrofi naturali. La ricerca, promossa dall'Ordine dei Ministri degli Infermi Camilliani con il coordinamento scientifico dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, il sostegno della Caritas Italiana e la collaborazione dei pediatri abruzzesi, dopo una prima fase di screening, è ora entrata nella fase della conferma, tramite visita specialistica neuropsichiatrica, delle diagnosi emerse dai test.
Sono circa 2.000 i bambini abruzzesi a cui sono stati somministrati i questionari dai pediatri del luogo che hanno aderito volontariamente alla ricerca (500 tra i 3 e i 5 anni e oltre 1.500 i tra i 6 e i 14 anni).
È la fascia più grande quella in cui si nota con più evidenza come la gravità dei sintomi sia strettamente connessa all’intensità del terremoto. Infatti la risposta al trauma è più o meno seria a seconda della maggiore o minore prossimità del bambino all’epicentro del sisma
A esserne colpiti sono più di 100 ragazzi su 1.500, il 7,1 per cento. Ancora più alto il dato relativo all’ansia legata all’evento traumatico, riscontrata nell’11% dei giovani sottoposti allo screening: 165 su 1.500. Seguono i disturbi dell’affettività (7,7%): fragilità d’umore, ipervigilanza, esagerate o alterate risposte al contesto ambientale.
Nella fascia 3 -5 anni non sono invece stati rilevati problemi neuropsichiatrici gravi se non – nel 6% dei casi – un disturbo d’ansia di probabile origine non post traumatica: la stessa percentuale è infatti riscontrabile nella popolazione pediatrica generale, ovvero anche tra quei bambini che non sono stati vittime di un violento terremoto. Inoltre è stata rilevata una certa omogeneità di condizione tra i piccoli aquilani e i bambini delle altre province d’Abruzzo.
Lo studio rivela quindi che più il bambino è piccolo, minori sono gli esiti del trauma: in questo caso concorrono più fattori ambientali di “protezione” come la famiglia e l’età, intesa come livello di sviluppo e maturazione del sistema nervoso.
Ora il progetto proseguirà attivando processi formativi e terapeutici ad hoc destinati a pediatri e insegnanti per riconoscere e gestire la sindrome postraumatica da stress. 

05 Aprile 2011

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