Progetto ILean: l’esperienza dell’Azienda Ospedale Università di Padova

Progetto ILean: l’esperienza dell’Azienda Ospedale Università di Padova

Progetto ILean: l’esperienza dell’Azienda Ospedale Università di Padova
La progettualità lean introdotta da Takeda ha permesso di ottimizzare la gestione dei pazienti, ridurre l’attesa per l’accesso alle terapie e migliorare la comunicazione tra gli operatori sanitari nel centro infusionale per le IBD dell’Azienda Ospedale Università di Padova

L’azienda farmaceutica Takeda ha di recente condotto un progetto che mirava a introdurre gli strumenti e le metodologie proprie del lean management in tre Centri che offrono terapie infusionali per pazienti affetti da Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (le IBD, Inflammatory Bowel Disease).

Il lean management consiste in una gestione “snella”, “agile” dell’azienda, che ha l’obiettivo di migliorare la sostenibilità delle cure, attraverso l’ottimizzazione dei processi e delle organizzazioni.

Uno dei centri coinvolti è stata l’Azienda Ospedaliera di Padova. Qui, la progettualità lean ha permesso di mettere in luce i punti critici del percorso di cura e di ottimizzare la gestione dei pazienti, come racconta Edoardo Vincenzo Savarino, Professore Associato di Gastroenterologia all’Università di Padova. “Nell’ambito del progetto abbiamo partecipato nei mesi a diversi incontri che ci hanno permesso di evidenziare i punti di forza e, soprattutto, i punti deboli della nostra attività clinica per quanto riguarda la gestione delle terapie e dei pazienti”, dice Savarino. “È stata un’occasione di confronto tra medici, infermieri, farmacisti. La comunicazione ci ha permesso di comprendere quali fossero i difetti del percorso diagnostico terapeutico”.

Il confronto e la riflessione, come racconta Savarino, hanno poi portato all’implementazione di nuove procedure o alla modifica di alcuni elementi del percorso, al fine di migliorare le liste di attesa e il servizio offerto ai pazienti.

Riduzione dei tempi di attesa per terapie salvavita

“Siamo riusciti in questo modo a ridurre l’attesa per l’accesso alle terapie infusionali per le IBD, che sono dei trattamenti salvavita per i pazienti, e a organizzare le giornate di infusione del farmaco in modo più strutturato”, continua il Professore.
Aggiunge anche che il progetto ha permesso una migliore comunicazione tra medico e paziente, tra infermiere e paziente e tra farmacista e medico: “non dimentichiamo che molto spesso si tratta di farmaci biotecnologici e per la loro preparazione serve l’intervento del farmacista, con cui è fondamentale dialogare”.

Il dott. Tiziano Martello, Direttore della Direzione Medica Ospedaliera, Azienda Ospedaliera Università di Padova, nota come la progettualità lean abbia permesso ai clinici di soppesare in maniera adeguata delle esigenze che magari erano emerse da tempo. “Abbiamo scoperto ad esempio che con due poltrone in più da allocare in spazi adeguati era possibile migliorare sensibilmente il processo infusionale di somministrazione del farmaco, migliorando l’efficacia e l’efficienza in modo da fornire un servizio migliore all’utente, in questo caso il paziente”.

Individuare i problemi e risolverli: “un’esperienza da ripetere”

Martello aggiunge: “Una delle nostre principali problematiche è che la nostra struttura è datata, dobbiamo adattarci alle nuove tecnologie e ci siamo resi conto che possiamo riuscirci al meglio ragionano insieme. Stiamo progettando una nuova struttura, e dovremo tornare sul percorso di formazione del personale. Speriamo di poterlo fare usando nuovamente queste metodiche efficienti”.

Il contributo delle aziende fornitrici è fondamentale. Come nota Martello le ditte che forniscono attrezzature mediche possono aiutare le aziende sanitarie ad ottimizzare l’uso di tali attrezzature per impegnare meno il personale, e le aziende che forniscono innovazione farmacologica possono supportare i clinici nella valutazione dei costi e dei benefici.

Savarino nota che l’esperienza con la progettualità lean è stata molto costruttiva, e la ripeterebbe nel proprio centro. “Individuare i problemi insieme aiuta a risolverli: bisogna parlarsi. Il supporto dell’azienda in questo è stato fondamentale”.

C.d.F.

C.d.F.

17 Febbraio 2023

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