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La riforma delle cure primarie del ministro Schillaci e i suoi nemici

di Roberto Polillo, Saverio Proia

Il piano del ministro fa proprio quanto da noi sostenuto e proprio per questo rischia di scontrarsi con le corporazioni dei MMG. Il tutto a danno delle giovani leve il cui interesse è invece svolgere un' attività lavorativa professionalmente appagante, a stretto contatto con altri specialisti e personale di supporto che non sia soffocata da scartoffie e burocrazia e che non sia condotta in dolorosa solitudine

19 GIU -

Le anticipazioni del quotidiano La Stampa e rilanciate su QS sull'intenzione del ministro Schillaci di predisporre un piano di riforma delle cure primarie, potrebbe segnare un punto di passaggio per le novità in esso contenute.

Nelle intenzioni del Ministro ci sarebbe il passaggio a dipendenza dei giovani MMG e il loro inserimento a tempo pieno nelle case della Salute, strutture territoriali senza ragione alcuna ridenominate da Roberto Speranza, Case della comunità.

Una proposta quella delle case della salute, dobbiamo ricordare, messa a punto insieme a Bruno Benigni molti anni fa e successivamente da noi rielaborata per gli aspetti contrattuali; con la previsione di lasciare la convenzione solo ad esaurimento per i MMG già in servizio e di inserire tutti gli altri MMG neo assunti nel rapporto di dipendenza e in team multi professionali insieme agli altri operatori del distretto.

Primo passo, ma significativo, verso quel contratto di filiera che noi stiamo proponendo da tempo, immaginando identici istituti e identici diritti per tutto il personale che opera per il SSN, ivi compreso quello dipendente da strutture private accreditate.


Un contratto unico per rompere assurdi steccati tra lavoratori che svolgono identiche funzioni e che dovrebbe ridare nuova dignità a chi si prende carico della salute pubblica.

Il piano del ministro, dunque, fa proprio quanto da noi sostenuto e proprio per questo rischia di scontrarsi con le corporazioni dei MMG.

Senza contare la possibilità per tutti i MMG di svolgere senza limiti effettivi libera professione ad integrazione del rapporto convenzionale.

Il tutto a danno delle giovani leve il cui interesse è invece svolgere un' attività lavorativa professionalmente appagante, a stretto contatto con altri specialisti e personale di supporto che non sia soffocata da scartoffie e burocrazia e che non sia condotta in dolorosa solitudine.

Abbiamo sempre sostenuto che il ministero della Salute, nel vigente ordinamento, svolge un ruolo sussidiario rispetto al Ministero dell' Economia e che troppe volte il ministro di turno ha ceduto alle pressioni delle lobby e dei ministri di peso.

Questo è un ulteriore rischio per il ministro Schillaci, dato che un esponente di spicco della Lega di cui fa anche parte il ministro della sanità numero uno, ovvero sia Giancarlo Giorgetti, l'onorevole Maria Cristina Cantù, ha presentato una proposta di legge di riforma delle cure primarie che è un apoteosi dello status Quo; e che per tali motivi ha avuto il plauso incondizionato di Vincenzo Scotti e di Filippo Anelli.

Tutto il contrario di quanto ha preannunciato oggi il ministro Schillaci segnando una importante discontinuità con i suoi vi predecessori.

Il tempo è galantuomo, dice un vecchio detto, e questo varrà ancora di più per il ministro Schillaci.
Se riuscirà a tirare dritto avrà servito con onore e disciplina il SSN come impone l'articolo 54 della Costituzione, se cederà alle pressioni dei conservatori e delle lobby, sarà semplicemente uno dei tanti che non sono riusciti a impedire il collasso della sanità del nostro paese.

Roberto Polillo, Saverio Proia



19 giugno 2023
© Riproduzione riservata


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