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Sulle strade 1,19 milioni di morti all’anno nel mondo. Oms: “Dato in calo, ma resta una carneficina evitabile” 


L’ultimo Rapporto dell’Oms sulla sicurezza stradale mostra che dal 2010 al 2021 le morti per incidenti stradali sono diminuite del 5%, ma i decessi tra i pedoni sono saliti del 3% arrivando a 274.000 (il 23% delle vittime globali) e quelli tra i ciclisti del 20% (71.000, pari al 6% dei decessi globali). “Una carneficina prevenibile e un'emergenza sanitaria persistente”, sottolinea l’Oms. IL RAPPORTO

13 DIC - Diminuiscono le morti sulle strade nel mondo, ma non per tutte le categorie. E comunque il numero delle vittime resta ancora troppo alto. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) lancia un richiamo ai Paesi del mondo perché proseguano i loro sforzi per migliorare la sicurezza stradale.

Secondo l’ultimo Rapporto dell’Oms sulla sicurezza stradale, il numero annuo di morti per incidenti stradali nel 2021 è stato di 1,19 milioni, il 5% in meno rispetto al 2010 e il 16% in meno se si considera il dato in proporzione all’aumento della popolazione. Tuttavia, con più di 2 decessi al minuto e oltre 3.200 al giorno, gli incidenti stradali restano la principale causa di morte tra bambini e giovani di età compresa tra 5 e 29 anni e una persistente emergenza sanitaria globale.

Inoltre alcune categorie di persone che si muovono sulla strada risultano particolarmente vulnerabili: le morti tra i pedoni sono aumentate del 3% tra il 2010 e il 2021 arrivando a 274.000 e rappresentando il 23% delle vittime globali; i decessi tra i ciclisti sono aumentati di quasi il 20% arrivando a 71.000, pari al 6% dei decessi globali. Questo anche perché dalla ricerca emerge che l’80% delle strade del mondo non soddisfa gli standard di sicurezza dei pedoni e solo lo 0,2% dispone di piste ciclabili, lasciando questi utenti della strada pericolosamente esposti.

“I dati indicano dei progressi per quanto riguarda il tragico conteggio delle morti per incidenti stradali, ma questi progressi non avvengono abbastanza velocemente”, dichiara in una nota il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che sottolinea come questa “carneficina sulle nostre strade è prevenibile”. Per questo Tedros chiede a tutti i Paesi di mettere “le persone piuttosto che le automobili al centro dei loro sistemi di trasporto e di garantire la sicurezza dei pedoni, dei ciclisti e degli altri utenti della strada vulnerabili”.

Tra gli Stati membri delle Nazioni Unite, 108 paesi hanno segnalato un calo dei decessi legati alla strada tra il 2010 e il 2021. Dieci paesi sono riusciti a ridurre le morti sulla strada di oltre il 50%: Bielorussia, Brunei Darussalam, Danimarca, Giappone, Lituania, Norvegia, Federazione Russa, Trinidad e Tobago, Emirati Arabi Uniti e Venezuela. Altri trentacinque paesi hanno compiuto notevoli progressi, riducendo i decessi dal 30% al 50%.

Il rapporto mostra che il 28% delle morti per incidenti stradali a livello mondiale si sono verificate nella regione del Sud-Est asiatico dell’OMS, il 25% nella regione del Pacifico occidentale, il 19% nella regione africana, il 12% nella regione delle Americhe, l’11% nella regione orientale. Regione Mediterranea e 5% nella Regione Europea. Nove decessi su 10 si verificano nei paesi a basso e medio reddito, e i decessi in questi paesi sono sproporzionatamente più alti se confrontati con il numero di veicoli e di strade che hanno. Il rischio di morte è 3 volte più alto nei paesi a basso reddito rispetto a quelli ad alto reddito, ma i paesi a basso reddito hanno solo l’1% dei veicoli a motore del mondo.

13 dicembre 2023
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