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Assistenza domiciliare, residenziale e semi-residenziale. Una ‘giungla’ di tariffe a livello territoriale. E in molti casi le Regioni non comunicano i propri dati. Il Report Agenas 

di E. Maragò, G. Rodriquez

L’obiettivo del Report è quello di poter disporre di informazioni utili alla ricerca e all’eventuale definizione di un sistema nazionale di remunerazione, per specifici setting assistenziali, ad oggi privi di un riferimento nazionale. E la mancanza di riferimento salta subito all'occhio visto che dai grafici riportati da Agenas ci si ritrova a doversi districare in una vera e propria ‘giungla’ di tariffe dove a farla da padrone in molti casi è proprio l’assenza di dati ufficiali comunicati dalle Regioni. IL REPORT 

02 FEB -

Regione che vai tariffe che trovi. Anzi in alcune non le trovi proprio. È proprio il caso di dirlo, non solo non c‘è uniformità tra le Regioni nella definizione delle tariffe dedicate all‘assistenza domiciliare, residenziale e semi-residenziale, ma il quadro che emerge è quello di una vera e propria ’giungla‘ di cifre dove a farla da padrone in molti casi è proprio l’assenza di dati ufficiali.

È quanto emerge dal Report “Sistemi di remunerazione dell’assistenza domiciliare, residenziale e semi-residenziale - Analisi comparative delle tariffe vigenti a livello regionale” di Agenas. Un lavoro che nasce dall’esigenza di identificare le tariffe regionali delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie erogate nell’ambito della rete dei servizi territoriali.

L’obiettivo, spiega Agenas, oltre che fornire un supporto alla programmazione delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, è quello di poter disporre di informazioni utili alla ricerca e all’eventuale definizione di un sistema nazionale di remunerazione, per specifici setting assistenziali, ad oggi privi di un riferimento nazionale.

La metodologia di lavoro si è basata sulla ricerca e analisi normativa regionale di tutti gli atti disponibili disciplinanti i sistemi di remunerazione dell’assistenza territoriale, attraverso la consultazione dei siti istituzionali di ogni singola Regione, dal 2000 - al settembre 2023. Oggetto di indagine è l’assistenza territoriale, come disciplinata dal Dpcm del 12 gennaio 2017 recante la “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502”.


Gli analisti si sono quindi messi a caccia di tariffe su: Cure domiciliari; Cure palliative domiciliari; Assistenza residenziale extraospedaliera ad elevato impegno sanitario; Assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale alle persone non autosufficienti; Assistenza sociosanitaria residenziale alle persone nella fase terminale della vita; Assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico e del neurosviluppo; Assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale alle persone con disturbi mentali; Assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale alle persone con disabilità; Assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale alle persone con dipendenze patologiche.

Vediamo in sintesi cosa è emerso.

Cure domiciliari
Sotto la lente di Agenas sono finite le prestazioni medico, riabilitativo infermieristico e di aiuto infermieristico, per persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità con patologie in atto o esiti delle stesse. Per quanto riguarda le prestazioni occasionali, dopo consultazioni su siti istituzionali e motori di ricerca, gli analisti sono riusciti a reperire le tariffe solo per tre Regioni: Emilia Romagna (24 euro) e Lombardia (25 euro) e Campania che ha tariffato però solo alcune voci con differenze sulla durata della prestazione (per il personale infermieristico (8,22/13,85 euro) e per la riabilitazione (11,57).

Entrando nello specifico il Report prende in esame i vari livelli di assistenza domiciliare calcolati in base al Coefficiente di intensità assistenziale (Cia) e rapportati quindi alla complessità della prestazione. E qui il dato è estremante disomogeneo. Sono sempre poche le Regioni per la quali è stato possibile “catturare” le tariffe e quando sono state calcolate i parametri differiscono: c’è chi ha calcolato la tariffa mensile e chi quella giornaliera, ecc.

Quattro le tipologie di prestazioni analizzate: dal livello base fino al III livello.
Tra i dati presentati nel Report, le tariffe di livello base sono state individuate solo da Abruzzo, Calabria, Liguria, Piemonte, Sardegna e Sicilia. E con differenti modalità di calcolo (Costo medio mensile per profili assistenziali, tariffe mensili, Giornate di effettiva assistenza). Solo il costo della Sardegna non è in carico al Ssr ed è pari a 75 euro.

Per l’Adi di III livello (patologie che presentando elevato livello di complessità, instabilità clinica e sintomi di difficile controllo che richiedono continuità assistenziale ed interventi programmati), solo 9 Regioni le hanno stabilite (sempre con differenti metodi di calcolo): Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna e Sicilia. Con costi in carico ai rispettivi Ssr ad eccezione di Lazio, Sardegna e Sicilia.
Comunque le tariffe oscillano da una tariffa mensile minima della Lombardia (818,50 euro) fino a quella massima dell’Abruzzo (1.191 euro ma può arrivare anche a 1.715,45) passando per quella della Calabria (1.065,33 euro) e della Liguria pari a 1.100 euro.

Cure palliative domiciliari
Per questo tipo di prestazione sono state individuate quelle rivolte a persone con patologie ad andamento cronico ed evolutivo per le quali non esistono terapie o, se esistono, sono inadeguate o inefficaci ai fini della stabilizzazione della malattia o di un prolungamento significativo della vita.

In particolare sono stati considerati gli interventi base coordinati da Mmg e Pls e quelli di livello specialistico gestiti da equipe multiprofessionali.
Il livello base è stato tariffato solo da cinque regioni (Calabria, Campania, Lombardia, Piemonte e Sardegna). Per tutte le altre il dato non è disponibile. In ogni caso si va dai 45 euro giornalieri della Lombardia - passando dai 54,35 della Campania e dai 70 del Piemonte - fino ai 100 euro della Calabria. In Sardegna le tariffe per figura professionale arrivano a 158,33 euro e non sono in quota Ssr a differenza della altre Regioni.

Il livello specialistico è stato tariffato sempre nelle stesse Regioni alle quali si aggiungono l’Abruzzo e la Pa di Bolzano. Si oscilla in questo caso dai 70 euro in Piemonte seguito a stretto giro dalla Campania (71,53), fino a un massimo di 158,33 in Sardegna e 160 euro a Bolzano. Ma ogni Regione ha i suoi costi: 80 in Abruzzo, 94,20 euro in Lombardia, 100 in Calabria.

Hospice
Per le prestazioni rivolte a persone nella fase terminale della vita e a prognosi infausta ospitate negli Hospice, la ricerca di Agenas è andata a buon segno. Sono infatti sono solo cinque le Regioni per le quali non è stato possibile individuare una tariffa (Valle d’Aosta, Pa Trento, Marche, Umbria e Sicilia) per tutte le altre si va dalla tariffa più bassa del Molise (142 euro) alla più alta della Pa di Bolzano (397 euro). Tutti i costi sono in carico ai Ssr. In Basilicata è stata individuata una tariffa di Day Hospice pari a 224 euro.

L’Hospice pediatrico è stato tariffato appena in cinque Regioni (Basilicata, Campania, Liguria, Piemonte e Veneto). Si va dai 358,73 e 360 euro rispettivamente della Campania e della Basilicata fino ai 500 euro della altre Regioni. In Veneto la prestazione non è in quota Ssr.

Rsa per anziani
Sono solo sei le Regioni che hanno tariffe giornaliere definite: Abruzzo, Calabria, Lazio, Lombardia, Puglia e Sardegna (le quote sono tutte a carico del Ssr). Con costi differenti tra le varie realtà locali: la tariffa più bassa è quella dell’Abruzzo seguita dalla Puglia (139,42) e dalla Lombardia (183,20). Le altre superano i 200 euro, fino alla massima della Sardegna (225 euro).

Solo Liguria e Toscana hanno stabilito delle tariffe Rsa per persone in stato vegetativo e di minima coscienza: Liguria (180,4 euro) e Toscana (255 euro).

Assistenza sociosanitaria residenziale alle persone non autosufficienti
Per il trattamento residenziale
- rivolto a persone non autosufficienti con patologie che, pur non presentando particolari criticità e sintomi complessi, richiedono elevata tutela sanitaria con continuità assistenziale e presenza infermieristica h 24 - sono state considerate le tariffe relative ai trattamenti: estensivi di cura e recupero funzionale che di norma non superano i 60 giorni (totalmente in carico del Ssr); di lungoassistenza, recupero e mantenimento funzionali (in carico al Ssr solo al 50%).

Le tariffe in Rsa per i trattamenti estensivi che vedono in prima linea personale medico infermieristico e riabilitativo, sono state rilevate nella stragrande maggioranza delle Regioni ad eccezione delle Pa di Bolzano e Trento, Toscana, Umbria, Basilicata e Sicilia. In Calabria e in Valle d’Aosta le quote sono a carico dei Ssr solo per il 70 e il 60% rispettivamente.

Complesso arrivare ad una comparazione tra le Regioni in quanto Lombardia e Veneto hanno tariffato solo la quota sanitaria (53,4 euro e 52 euro rispettivamente). L’Emilia Romagna ha tariffato il Livello assistenziale A (Costo per giornata di accoglienza escluso le prestazioni sanitarie) pari a 91,90 euro e il Fvg il livello di assistenza medio (150 euro). Per le altre si oscilla dai 96 euro del Molise ai 152 euro della Sardegna.

Le tariffe nelle Rsa per i trattamenti lungoassistenza, recupero e mantenimento funzionali (prestazioni medico, infermieristico, riabilitativo e di riorientamento in ambiente protesico e tutelare, accertamenti diagnostici, assistenza farmaceutica e fornitura dei preparati per nutrizione artificiale e dei dispositivi medici, educazione terapeutica al paziente e al caregiver, con garanzia di continuità assistenziale, e da attività di socializzazione e animazione) sono state definite in nove Regioni: Abruzzo, Campania, Fvg, Lazio, Marche, Liguria, Molise, Piemonte (100% a carico del Ssr), Puglia e Sardegna.

Assistenza sociosanitaria semi-residenziale. I trattamenti di lungoassistenza, di recupero, di mantenimento funzionale e di riorientamento in ambiente protesico, compresi interventi di sollievo nelle Rsa sono stati tariffati in 10 regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise Piemonte e Puglia). Per le altre il dato non è disponibile. Si va dai 32 euro di Lombardia e i 33,90 della Liguria fino agli 81,63 euro della Puglia.

Assistenza sociosanitaria alle persone non autosufficienti - demenze
In ambito residenziale, i t
rattamenti estensivi di cura e recupero funzionale hanno come target le “persone non autosufficienti con patologie che, pur non presentando particolari criticità e sintomi complessi, richiedono elevata tutela sanitaria con continuità assistenziale e presenza infermieristica sulle 24 ore”.

Di norma la durata del trattamento non superiore a sessanta giorni, ed è fissata in base alle condizioni dell‘assistito che sono oggetto di specifica valutazione multidimensionale, da effettuarsi secondo le modalità definite dalla regioni.

Per quanto riguarda le tariffe Rsa Demenze, ben 14 Regioni non comunicano i loro dati. Tra quelle note, si va da un minimo di 115 euro in Abruzzo ad un massimo di 173 euro in Campania. Non tutte le quote sono completamente a carico dei Servizi sanitari regionali. Tra quelle note, ad esempio, dei 99,02 euro comunicati dalla Liguria solo il 58% è a carico del Ssr, mentre nelle Marche sulla tariffa di 128 euro risultata a carico del Ssr il 67%.

Ancora meno le Regioni che comunicano i loro dati sulle tariffe Nucleo Alzheimer. In questo caso arrivano a 18 le Regioni che non dichiarano i dati. Tra le tariffe note si va da un massimo di 153,66 euro della Calabria a carico del Ssr, ad un minimo di 56,70 della Lombardia che si riferiscono però alla sola “quota sanitaria” (senza la quota sociale/alberghiera).

Rimanendo in ambito residenziale, vengono poi esaminati i trattamenti di lungoassistenza, recupero e mantenimento funzionale indirizzati ai non autosufficienti. In questo caso la tariffa Rsa Demenze è stata dichiarata solo da tre Regioni: Piemonte con 136,50 euro tutti a carico del Ssr; Puglia con 97,30 euro per il 50% a carico del Ssr; e Sardegna con 144 euro per il 50% a carico del Ssr.

La tariffa Nucleo Alzheimer viene comunicata invece dal solo Abruzzo, questa varia da 100,22 a 108,18 euro e pesa per il 50% sul Ssr.

Lo stesso accade per la tariffa Residenze protette con in questo caso le sole Marche a dichiarare la propria tariffa che ammonta a 45 euro (sola quota sanitaria).

Passando al regime semi-residenziale, qui come target troviamo persone non autosufficienti con bassa necessità di tutela sanitaria. La tipologia di prestazioni in questo caso riguarda trattamenti di lungoassistenza, di recupero, di mantenimento funzionale e di riorientamento in ambiente protesico, compresi interventi di sollievo. Tra le sei Regioni a comunicare le proprie tariffe si va da un minimo di 45,19 euro in Liguria, di cui il 72% a carico del Ssr; ad un massimo di 115 euro in Abruzzo totalmente a carico della sanità regionale.

Infine, per quanto riguarda la tariffa Nucleo Alzheimer, sono solo 5 le Regioni che riportano i propri dati: da un minimo di 45,40 euro in Lombardia ad un massimo di 158,33 euro in Sardegna.

Assistenza sociosanitaria ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico e del neurosviluppo
In questo caso il target di riferimento sono i minori e le prestazioni offerte sono moltissime. Solo per fare alcuni esempi, queste spaziano dall’accoglienza all’attuazione e verifica del Progetto terapeutico riabilitativo individuale, in collaborazione con il servizio di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza di riferimento e con la famiglia. E ancora visite neuropsichiatriche; prescrizione, somministrazione e monitoraggio di terapie farmacologiche e fornitura dei dispositivi medici; colloqui psicologico-clinici; psicoterapia; interventi psicoeducativi.

I trattamenti e le tariffe variano a seconda delle intensità delle cure. Per le prestazioni ad alta, media e bassa intensità, a riportare le tariffe sono solo la Sardegna e l’Abruzzo.

La situazione non migliora per quel regime semi-residenziale indicato per quei per i quali non vi è l'indicazione ad una prolungata discontinuità con il contesto di vita. Abruzzo, Calabria e Puglia sono le sole a indicare le loro tariffe, rispettivamente, le prime due per i disturbi del comportamento alimentare e l’ultima per i trattamenti terapeutico riabilitativi.

Assistenza sociosanitaria alle persone con disturbi mentali
In ambito residenziale l’assistenza si suddivide in tre diversi ambiti. Il primo, trattamenti terapeutico-riabilitativi ad alta intensità riabilitativa ed elevata tutela sanitaria (carattere intensivo) si rivolge a pazienti con gravi compromissioni del funzionamento personale e sociale, anche nella fase della post-acuzie. Le tariffe in questo caso variano dagli 82,69 euro della Liguria ai 202,38 della Puglia.

Troviamo a seguire i trattamenti terapeutico-riabilitativi (carattere estensivo) indicati per pazienti stabilizzati con compromissioni del funzionamento personale e sociale di gravità moderata, che richiedono interventi a media intensità riabilitativa. Qui si va da un minimo di 78 euro, sempre in Liguria; fino ad un massimo di 164,79 euro in Puglia.

Arriviamo così ai trattamenti socio-riabilitativi per quei pazienti non assistibili nel proprio contesto familiare e con quadri variabili di autosufficienza e di compromissione del funzionamento personale e sociale, che richiedono interventi a bassa intensità riabilitativa. In quest’ultimo caso le tariffe oscillano dai 53,50 euro della Liguria, per il 48% a carico del Ssr; ai 128 euro dell’Abruzzo, sempre a carico del Ssr per il 48%.

Per il regime semi-residenziale invece, la tariffa più bassa per i trattamenti terapeutico-riabilitativi, tra le sole quattro Regioni a riportare i loro dati, la troviamo in Sardegna (42 euro) e la più alta in Campania (112,74 euro).

Assistenza socio-sanitaria alle persone con disabilità
In ambito residenziale qui troviamo trattamenti di riabilitazione intensiva per persone non autosufficienti in condizioni di stabilità clinica con disabilità importanti e complesse. Le tariffe in questo caso spaziano dai 128,60 della Lombardia ai 282,26 della Calabria.

Per i trattamenti di riabilitazione estensiva invece, ossia indicati per quelle persone disabili non autosufficienti con potenzialità di recupero funzionale, le tariffe regionali oscillano da un minimo di 77,90 euro in Lombardia ad un massimo di 167,06 nelle Marche.

Quanto ai trattamenti socio-riabilitativi di recupero mantenimento delle abilità funzionali residue (erogati congiuntamente a prestazioni assistenziali e tutelari di diversa intensità) indirizzati a persone non autosufficienti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali stabilizzate, le tariffe per i trattamenti socio-riabilitativi spaziano tra una forbice di 72 euro in Veneto e un massimo di 160,39 euro in Puglia.

Passando al regime semi-residenziale, i trattamenti di riabilitazione estensiva indicati per persone disabili non autosufficienti con potenzialità di recupero funzionale presentano vengono offerti con tariffe che vanno dai 107,21 euro della Campania ai 271,39 euro delle Marche.

Infine, per i trattamenti socio-riabilitativi di recupero e mantenimento delle abilità funzionali residue (erogati congiuntamente a prestazioni assistenziali e tutelari di diversa intensità) indirizzati a persone non autosufficienti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali stabilizzate, anche in laboratori e centri occupazionali, troviamo tariffe che spaziano dai 128,60 euro della Lombardia ai 282,26 euro della Calabria.

Assistenza sociosanitaria alle persone con dipendenze patologiche
In questo caso il target riguarda quelle persone con dipendenze patologiche, inclusa la dipendenza da gioco d'azzardo, o con comportamenti di abuso patologico di sostanze, ivi incluse le persone con misure alternative alla detenzione o in regime di detenzione domiciliare. L’assistenza si suddivide in tre diverse tipologie di trattamento residenziale e due semiresidenziale.

Sono sempre poche le Regioni che comunicano in maniera chiara le loro tariffe. In ambito residenziale, per le comorbidità psichiatriche, tra i dati resi noti, le tariffe si muovono da un minimo di 92 euro in Sardegna fino ai 165 euro del Friuli Venezia Giulia. Per il modulo madre bambino, ad esempio, solo l’Emilia Romagna riporta la sua tariffa (88,65 euro).

Più dati nella tariffa trattamenti terapeutico-riabilitativi. Le cifre in questo caso si muovono da un minimo di 61,04 euro della Liguria ai 135,38 euro della Valle d’Aosta. Mentre per i trattamenti pedagogico-riabilitativi le tariffe spaziano dai 35,16 euro della Liguria ai 114,86 euro della Valle d’Aosta.

Infine, in ambito semiresidenziale, per i trattamenti terapeutico-riabilitativi si oscilla tra i 36,40 euro della Lombardia e i 114 euro del Friuli Venezia Giulia. Mentre per i trattamenti pedagogico-riabilitativi si va da un minimo di 27,98 euro della Liguria ad un massimo di 68 euro in Friuli Venezia Giulia.

Ester Maragò
Giovanni Rodriquez



02 febbraio 2024
© Riproduzione riservata

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