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Sport e salute. Cresce l’Italia attiva, ma la sedentarietà resta un problema per un terzo della popolazione. I numeri Istat


La pratica sportiva in Italia è in aumento e coinvolge oltre 21,5 milioni di persone, ma sei cittadini su dieci restano inattivi, con un terzo della popolazione completamente sedentaria. Lo sport si conferma strumento di prevenzione e benessere psicofisico, ma le diseguaglianze territoriali, di genere e anagrafiche frenano il pieno sviluppo

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Fare sport non è solo una scelta di stile di vita, ma sempre più un presidio di salute pubblica. Il 37,5% della popolazione italiana dai 3 anni in su pratica sport nel tempo libero, in crescita negli ultimi trenta anni del 6,6%. Un incremento trainato dalla pratica continuativa, oggi al 28,7%, e favorito anche dall’adozione di stili di vita orientati al benessere fisico e mentale.

Tuttavia, il rovescio della medaglia mostra un dato preoccupante: il 62,5% degli italiani non pratica sport e ben 18,8 milioni di persone, il 32,8%, sono totalmente sedentarie. Una condizione che aumenta il rischio di malattie croniche non trasmissibili, disturbi muscolo-scheletrici, sovrappeso, ansia e depressione, come evidenziato da numerosi studi scientifici.

Questa la fotografia sulla pratica sportiva scattata dall’Istat dai quali emerge una Italia che ha compreso l’importanza dello sport come componente essenziale del benessere, ma che ancora fatica a garantire pari opportunità di accesso e continuità.

I dati. Nel 2024, il 37,5% della popolazione italiana dai 3 anni in su pratica uno o più sport nel tempo libero. Un dato in crescita rispetto al 26,6% del 1995, dovuto soprattutto all’aumento della pratica sportiva continuativa, che passa dal 17,8% al 28,7% in trent’anni. Gli sportivi occasionali, invece, si mantengono su una quota stabile del 9%. In termini assoluti, sono oltre 21 milioni e mezzo gli italiani attivi.

La passione per lo sport si esprime prevalentemente nei più giovani: il 75,6% dei ragazzi tra 11 e 14 anni pratica sport, ma la quota scende con l’età fino all’8,1% tra gli over 75, nonostante una crescita rispetto al passato. Anche il divario di genere è marcato: pratica sport il 43,4% degli uomini contro il 31,8% delle donne, anche se il gap si è ridotto nel tempo.

Sport e benessere: motivazioni e benefici differenziati I principali motivi che spingono alla pratica sportiva riguardano il mantenimento della forma fisica (61,5%), passione o piacere (49,8%) e svago (42,6%), ma anche la riduzione dello stress (27,5%). Rispetto ai motivi per cui si pratica sport emergono forti differenze di genere tra le donne: è più diffuso tra gli uomini l’esercizio per passione o piacere (55,2% contro 42,8% delle donne) e come fonte di svago (44,6% contro 40,1%), mentre mantenersi in forma, ridurre lo stress e migliorare l’aspetto fisico sono motivazioni indicate più dalle donne (rispettivamente 65,2%, 30,1% e 21,5% delle donne contro 58,7%, 25,5% e 17,0%). Inoltre, le donne attribuiscono maggior valore alle potenzialità terapeutiche dello sport (il 14,4% rispetto all’8,7% degli uomini), mentre per gli uomini prevalgono i valori trasmessi dallo sport e il contatto con la natura.



Tra le discipline più praticate spiccano ginnastica, aerobica e fitness (33,1%), seguite dal calcio (20,3%) – in calo costante – e dagli sport acquatici (18,7%). Crescono trekking, padel e arti marziali, mentre caccia e pesca sono ormai residuali.

Tecnologia, ambienti e accessibilità: lo sport si adatta alle esigenze moderne Oggi fare sport significa anche integrare nuove modalità e strumenti: il 18,7% degli sportivi usa app, siti o social network per allenarsi, in particolare nella fascia 25-44 anni. Oltre il 45% si affida a un trainer in presenza o da remoto.

Parallelamente, cresce anche la pratica sportiva negli spazi domestici e condominiali (20,2%), in aumento dopo la pandemia, soprattutto tra donne e adulti tra i 35 e i 54 anni. Tra gli over 64, infatti, cresce la propensione all’attività fisica regolare e strutturata, anche grazie all’uso crescente di tecnologie per il fitness (utilizzate da quasi un anziano sportivo su dieci).

Le diseguaglianze che pesano sul benessere Il benessere da sport non è distribuito in modo uniforme: la pratica è più diffusa al Nord (oltre il 41%), tra gli uomini, i giovani e chi vive nelle grandi città. Nelle regioni del Sud, tra le donne e nei piccoli comuni, invece, i tassi di inattività e sedentarietà sono sensibilmente più alti.

Un altro elemento critico è l’abbandono dell’attività sportiva: oltre 14,6 milioni di persone dichiarano di aver smesso di fare sport, in particolare nelle fasce adulte e giovanili. Tra i ragazzi e le ragazze tra i 10 e i 24 anni, il fenomeno del dropout colpisce il 18,3%, soprattutto per mancanza di tempo, interesse e strutture adeguate. Un dato che richiama l’urgenza di interventi mirati in ambito scolastico e territoriale per contrastare l’abbandono precoce e consolidare l’abitudine al movimento.



30 giugno 2025
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