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Sport: 300 mila infortuni all’anno, 15 mila necessitano di ricovero ospedaliero


Il 70% degli accessi al Pronto soccorso per infortuni da attività sportiva è un codice bianco, il 27% è codice verdi e solo nel 3% dei casi si tratta di un codice rosso. L'età media degli infortunati è 21 anni, ma cresce la presenza degli over 50. Questi i principali dati di uno studio svolto dal Reparto Ambiente e Traumi Istituto Superiore di Sanità.

27 APR - Lo sport fa bene. Ma non sempre. Sono infatti ben 300 mila le persone che ogni anno si presentano al Pronto soccorso per un infortunio subìto durante l’attività sportiva. Nel 46% dei casi durante una partita di calcio/calcetto, mentre scende al di sotto dell’8% per gli altri sport.
In realtà non esistono statistiche ufficiali su questa materia, ma l’epidemiologo del Reparto Ambiente e Traumi Istituto Superiore di Sanità, Marco Giustini, ha deciso di investigare il lato oscuro della buona abitudine all’attività fisica. “In realtà – sottolinea – gli incidenti durante non sport non sono così tanti se paragonati ad altre attività della vita quotidiana. Basti pensare che gli incidenti stradali sono oltre 1 milione all’anno e oltre 1,7 milioni sono gli infortuni domestici”. Vi è, poi, da considerare la gravità media degli eventi traumatici, decisamente inferiore a quelli stradali e domestici. Su 300mila infortuni, infatti, sono 15mila quelli che necessitano di ricovero. Occorre inoltre tener conto che alcuni infortuni derivano dalle condizioni di salute della persona e non dall’attività fisica in sé. Per questo il numero degli accessi al Pronto soccorso per questa tipologia di incidenti è destinato a crescere. Sempre più consistente, infatti, è il numero di over 50 enni che si dedicano allo sport, anche se l'età media degli infortunati resta bassa, cioè 21 anni.
Secondo l’'Istat, attualmente sono 17 milioni di italiani che praticano uno o più sport, (a fronte di oltre 23 milioni di sedentari) altri 16 milioni che, pur non facendo sport, svolgono un attività fisica come passeggiare, nuotare o andare in bicicletta, e ha calcolato che gli sportivi tra i 55 e i 59 sono passati dal 12,6% del 1995 al 19,3% del 2006 e gli oltre 75enni sono praticamente raddoppiati (dall'1,3% al 2,8%).
Ovviamente in Italia gli sport più praticati sono il calcio (e la sua versione "tascabile" del calcetto), il fitness e il nuoto praticati da circa 1 sportivo su 4. A distanza seguono gli sport invernali (sci e snowboard), il ciclismo, il footing, jogging e atletica leggera, praticati da circa 1 sportivo su 10 (in questo particolare segmento è molto presente la quota di soggetti over 50). Poi abbiamo tennis, danza e ballo, e pallavolo, praticati da circa 1 sportivo su 20. Seguono pallacanestro e arti marziali, svolti da circa 1 sportivo su 30.
“Conseguentemente, riferendoci al quadro traumatologico secondario, in quasi la metà dei casi (46%) gli infortuni riportati sono dovuti alla pratica dello sport più diffuso in Italia, ovvero il calcio/calcetto. Anche se – sottolinea Giustini – bisogna considerare che la quota di sportivi che pratica il calcio è inferiore al 50%. Questo vuol dire che si tratta di uno sport in cui l’incidenza di infortunio è piuttosto alta, ma le conseguenze sono nella maggior parte dei casi poco gravi”.
L’epidemiologo dell’Iss, infatti, invita a fare attenzione non solo ai numeri, ma anche alle tipologie di traumi derivanti e alla loro gravità.
Per il calcio si tratta soprattutto di distorsioni a caviglia, ginocchio (spesso lesione dei legamenti e del menisco) e contusioni al piede e alla testa (in questo caso sovente con ferita da urto).
Nel basket, dove avviene l’7,8% degli infortuni, la maggior parte dei traumi c’è la frattura del piede a causa di salti e repentini spostamenti laterali (queste comportano anche distorsioni) e contusioni e fratture alla testa/viso.
Nella pallavolo (7,3% del totale degli accessi al PS) gli infortuni più comuni sono distorsioni e fratture alla caviglia, stiramenti del polpaccio e slogature e/o fratture del polso/mano/dita a causa dell'impatto dell'atleta con la palla.
Nello sci (5,7% del totale degli accessi al PS) oltre alle distorsioni al ginocchio sono più comuni le fratture di tibia e polsi (soprattutto negli snowboardisti che tendono a cadere in avanti proteggendosi istintivamento con le mani) e il trauma cranico.
Per il footing, jogging e atletica (4,8% del totale degli accessi al PS) i traumatismi si concentrano agli arti inferiori, con distorsione/lussazione caviglia; distorsione del ginocchio; stiramento del polpaccio.
Nel ciclismo (3,3% del totale degli accessi al PS) l’infortunio più comune è la frattura e la lussazione della scapola, la frattura del polso, il trauma cranico.
 

27 aprile 2011
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