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Coronavirus. Ecco la mappa delle terapie intensive italiane. In pochi giorni attivate o in attivazione quasi 2.400 nuove postazioni per un totale a regime di poco meno di 7.800 letti

di Giovanni Rodriquez

La rilevazione è stata effettuata da Quotidiano Sanità in collaborazione con l'Anaao Assomed. La dotazione di partenza, prima dell'emergenza, era di 5.404 posti letto, tra pubblico e privato. Nelle ultime settimane, da Nord a Sud, le Regioni si sono attivate, portando la cifra complessiva a lievitare fino a 7.781. Gli incrementi maggiori in Emilia Romagna (513), Lombardia (360), Veneto (331). La situazione più critica resta comunque quella della Lombardia con (dato di ieri) 1.050 letti di terapia intensiva già occupati su un totale disponibile di 1.260 letti

21 MAR - L'emergenza coronavirus sta mettendo a dura prova gli ospedali italiani, specie quelli delle Regioni più colpite. Il numero dei ricoverati in terapia intensiva a ieri ha superato quota 2.600 persone. Quasi la metà di questi (1.060) in Lombardia, la regione più duramente colpita dall'epidemia. Proprio per questo, negli ultimi  mesi tutte le regioni italiane, da Nord a Sud, si sono attivate per potenziare i posti letto di terapia intensiva in modo da non farsi trovare impreparati in caso di necessità.
 
Per cure intensive si intendono quelle che prevedono il monitoraggio e l'assistenza in continuo, 24 ore su 24. A richiederli sono quei pazienti che non potrebbero sopravvivere altrove, poiché affetti da malattie acute che, compromettendo l'attività di una o più delle funzioni vitali, pongono a rischio la vita.
 
Le camere in cui avvengono i ricoveri non sono sempre singole, ma devono essere ampie. “In questi spazi, oltre al personale sanitario - spiega sul sito della Fondazione Veronesi, Fiorentino Fragranza, direttore dell'unità operativa complessa di anestesia, rianimazione e terapia intensiva dell'Ospedale Cotugno di Napoli - occorre accogliere le attrezzature necessarie a garantire l'assistenza continua dei pazienti. Al di là del letto, diverso da quelli che si vedono negli altri reparti (con sponde rimovibili, ruote e accesso sui quattro lati), nella stanza di un reparto di terapia intensiva non devono mai mancare il monitor per il controllo delle funzioni vitali, un ventilatore meccanico, le pompe per infondere i farmaci, le maschere per l'ossigeno, un sistema di aspirazione delle secrezioni bronchiali, un defibrillatore, il carrello per i farmaci, la macchina per la dialisi e i cestini per smaltire il materiale biologico. Oltre, naturalmente, a una barra di alimentazione per gestire tutti questi macchinari anche in caso di black-out”.
 
Le terapie da erogare dipendono dal deficit che fa registrare il paziente. “Per sostenere la funzione respiratoria, si possono usare strumenti di ventilazione non invasiva, come le maschere facciali o i caschi. Nei casi di insufficienza più grave, occorre invece intubare il paziente”, spiega ancora l'esperto.
 
Che poi sottolinea un altro problema da tenere in considerazione, oltre a quello dello spazio necessario per questi ricoveri, quello legato al tempo. “Un paziente affetto da Covid-19 mediamente tende ad occupare il posto letto in terapia intensiva per un periodo compreso tra 20 e 30 giorni. Questi tempi poi si allungano quando i pazienti sono molto anziani e presentano altre malattie”, conclude Fragranza.
 
E quindi qual è la situazione in Italia? Prima del coronavirus la situazione delle terapie intensive mostrava una dotazione complessiva di 5.404 posti letto, tra pubblico e privato. Proprio ieri, Aiop, l'associazione che raggruppa le case di cura cliniche private, ha poi comunicato che dal 6 marzo scorso sono state messi a disposizione un totale di 1.300 letti di terapia intensiva di cui circa 900 non compresi nel data base del ministero della Salute, che da soli porterebbero il numero dei posti letto di TI già potenzialmente operativi a poco meno di 6.300 letti.
 
A questi poi si sono aggiunti in questi ultimi giorni ulteriori posti nelle singole regioni attraverso riconversioni e creazioni di spazi dedicati.
 
Quotidiano Sanità, in collaborazione con l'Anaao Assomed, ha effettuato una verifica presso tutte le Regioni, anche raccogliendo dichiarazioni e comunicati diffusi negli utlimi giorni dai vari asessorati, arrivando a stimare una dotazione a regime di posti letto in Terapia intensiva di 7.781 unità (vedi tabella). Un  numero che appare in linea, tra l'altro, con quello fornito ieri sera dal ministro Francesco Boccia in Conferenza stampa alla Protezione Civile quando ha parlato di 7.697 posti.

La situazione più critica, come dicevamo, è quella della Lombardia, dove la domanda di Terapia intensiva è prossima in alcune realtà alla saturazione, soprattutto nelle province di Bergamo e Brescia. Nonostante la regione lombarda sia quella con la dotazione di partenza maggiore - ben 900 posti letto - i 1.050 ricoverati in TI registrati alla giornata di ieri hanno reso necessario un immediato lavoro di ampliamento. Sono 360 i posti aggiuntivi che porterebbero la Lomabardia ad una dotazione complessiva di 1.260 posti letto di terapia intensiva, comunque ancora pochi se il trend non dovesse arrestarsi.
 
Passiamo all'Emilia Romagnaseconda regione per numero di casi. La regione ha 449 posti di terapia intensiva di partenza e, al momento, 267 pazienti ricoverati in questi reparti. Qui si punta ad un raddoppio dei posti che porterebbe ad una dotazione complessiva di 962 posti letto di terapia intensiva.
 
Altra regione maggiormente colpita dal coronavirus è il Veneto. Qui si partiva da 494 posti di terapia intensiva. Alla giornata di ieri, i ricoverati in questi reparti erano 236. Anche qui la regione sta lavorando per l'ampliamento con ulteriori 331 posti che porterebbero il Veneto ad avere una dotazione complessiva di 825 posti letto di terapia intensiva.
 
La quarta regione per numero di casi è il Piemonte. La dotazione di partenza qui era di 320 posti. A ieri, i ricoverati in questi reparti erano 280. La regione ha ampliato i reparti con altri 100 posti arrivando ad una dotazione complessiva di 420 posti di terapia intensiva.
 
Scendendo, in ordine di persone positive al coronavirus, troviamo le Marche. Si partiva da una dotazione di 108 posti. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 138. In queste settimane si sta lavorando per l'ampliamento di ulteriori 55 posti. La dotazione complessiva arriverebbe così a 153 posti letto di terapia intensiva.
 
Proseguiamo con la Toscana. I posti letto qui erano 447. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 189. Qui si sta lavorando per l'attivazione di ulteriori 203 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 650 posti di terapia intensiva.
 
In Liguria si avevano 186 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 121. Si stanno attivando ulteriori 65 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 251 posti di terapia intensiva.
 
Nel Lazio si avevano 557 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 47. Si stanno attivando ulteriori 150 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 707 posti di terapia intensiva.
 
In Campania si avevano 506 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 41. Si stanno attivando ulteriori 94 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 600 posti di terapia intensiva.
 
Nel Friuli Venezia Giulia si avevano 127 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 32. Si stanno attivando ulteriori 28 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 155 posti di terapia intensiva.
 
A Trento si avevano 32 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 34. Si stanno attivando ulteriori 52 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 84 posti di terapia intensiva.
 
A Bolzano si avevano 40 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 24. Ad oggi non abbiamo notizie dettagliate sull'attivazione di ulteriori posti letto di terapia intensiva.
 
In Puglia si avevano 306 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 31. Ad oggi non abbiamo notizie dettagliate sull'attivazione di ulteriori posti letto di terapia intensiva.
 
In Sicilia si avevano 411 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 42. Si stanno attivando ulteriori 200 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 611 posti di terapia intensiva.
 
In Abruzzo si avevano 109 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 48. Si stanno attivando ulteriori 41 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 151 posti di terapia intensiva.
 
In Umbria si avevano 70 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 24. Si stanno attivando ulteriori 26 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 96 posti di terapia intensiva.
 
In Valle d'Aosta si avevano 10 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 9. Si stanno attivando ulteriori 15 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 25 posti di terapia intensiva.
 
In Sardegna si avevano 123 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 15. Si stanno attivando ulteriori 40 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 163 posti di terapia intensiva.
 
In Calabria si avevano 141 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 16. Si stanno attivando ulteriori 80 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 221 posti di terapia intensiva.
 
In Molise si avevano 19 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 6. Si stanno attivando ulteriori 8 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 27 posti di terapia intensiva.
 
Infine, in Basilicata si avevano 49 posti letto. I ricoverati in questi reparti, a ieri, erano 5. Si stanno attivando ulteriori 15 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 64 posti di terapia intensiva.
 
Ecco il riepilogo dei posti letto di terapia intensiva pubblici e privati già attivi e di prossima apertura

 

Giovanni Rodriquez

21 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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