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Covid. Contrordine: Usca attivate in tutte le Regioni ma non bastano per la seconda ondata. Mezzo flop invece per i tamponi rapidi: adesione dei medici di famiglia e pediatri è al 38%. La nostra indagine in tutte le Regioni

di Luciano Fassari

Usca e tamponi dai mmg e pediatri. Due tasselli fondamentali per la lotta al Covid sui quali si sa ancora poco. Solo pochi giorni fa la Corte dei conti denunciava che a ottobre di Usca ne erano state istituite meno del 50% e sul tamponamento abbiamo letto più di polemiche che di fatti. Ma come stanno realmente le cose ad oggi? Per scoprirlo abbiamo effettuato una nostra indagine presso tutte le Regioni che ci ha riservato diverse sorprese: le Usca in realtà sono state ormai istituite ovuneque, mentre il tampone da mmg e pediatri è ancora una rarità

27 NOV - La settimana scorsa durante la sua audizione in Parlamento la Corte dei conti aveva sottolineato come, a far data fine ottobre, le Usca (le Unità speciali di continuità assistenziale introdotte dal decreto legge 14/20 del 9 marzo scorso per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero) attivate a livello nazionale dalle Regioni fossero meno del 50% di quelle previste.
 
Dopo questa denuncia abbiamo provato a verificare cosa fosse cambiato dal 31 ottobre ad oggi e la sorpresa (positiva) è che, pur restando molte difformità tra una Regione e l’altra, possiamo dire che le Usca in Italia ci sono e in numero, in molti casi, addirittura superiore allo standard di 1 ogni 50mila abitanti. 
 
La nostra indagine presso tutti gli assessorati alla sanità delle 21 Regioni e PA ci indica infatti un numero totale di Usca attivate pari a 1.312 (da sottolineare che questo totale è al netto di Calabria e PA di Bolzano che non hanno risposto alla nostra indagine, anche se la Pa di Bolzano ci ha fornito i dati in un secondo momento, vedi qui) a fronte di un totale standard di 1.204 unità. Uno standard però che appare figlio di un'altra epoca (il decreto legge che ha istituito le Usca è del 9 marzo ndr.) e che pare non adatto ai numeri della seconda ondata dove ad oggi il numero dei malati Covid in isolamento domiciliare è di quasi 760 mila. Insomma, ogni Usca dovrebbe prendere in carico circa 600 pazienti, un'enormità.
 
Ma, come dicevamo, fermo restando che l’allarme della Corte dei conti sembrerebbe rientrato, resta il fatto che in alcune regioni se ne sono realizzate in eccesso e in altre in difetto, come descriviamo più avanti in tabella e nei prospetti regionali.
 
Insieme alla realizzazione delle Usca abbiamo sondato anche un altro  aspetto oggetto di attenzione e polemiche nelle ultime settimane: quello relativo all’avvio dell’attività di tamponamento da parte dei medici di base e dei pediatri e in questo caso si può ancora parlare di flop, con una media di adesione ferma ad oggi al 38%.

Tornando alle Usca, dalla nostra indagine emerge che Toscana, Sicilia e Campania ne hanno attivate ben oltre lo standard fissato, mentre Piemonte, Emilia Romagna e Marche si allineano allo standard nazionale a fronte di chi invece ne ha attivate meno dello standard come per esempio la Lombardia e il Veneto.
 
C’è poi chi, come il Lazio ha scelto di mettere in campo un modello diverso (le Usca-R) che prevede l’utilizzo di unità mobili composte da medici e infermieri.
 
Discorso diverso invece per quanto riguarda l’adesione di medici di famiglia e pediatri all’accordo per l’effettuazione dei test rapidi antigenici. A livello nazionale la media di adesione si attesta, come abbiamo visto, al 38%. E anche in questo caso sono molte le differenze. In Valle d’Aosta, Pa Trento e Liguria le adesioni sono state sopra il 90%. Buoni dati anche da Umbria ed Emilia Romagna con numeri intorno al 70%.
 
In Friuli Venezia Giulia ha aderito il 50% dei mmg e il 95% dei pediatri. In Veneto hanno aderito poco più del 50% mentre nel Lazio, Piemonte e Campania siamo intorno del 35-40%.
 
Numeri più bassi in Lombardia (circa il 25%), Toscana, Marche e Sicilia tra il 10 e il 15%. Ma ci sono infine anche Regioni che hanno appena sottoscritto gli accordi regionali e per questo motivo il servizio non è ancora partito.
 
Il quadro regionale:

Piemonte. Attivate 90 Usca attivate, 3 in più rispetto allo standard di una ogni 50mila abitanti. in cui si fanno tamponi e assistenza domiciliare. Faranno i tamponi rapidi 1.125 mmg su 3.243, il 35%. Ma stanno arrivando altre adesioni. In provincia i test si faranno in locali ad hoc e tende riscaldate.
 
Pa Bolzano. Non ha fornito alcun dato al momento della nostra indagine, inviandoci solo alcuni giorni dopo i dati sulla realizzazione delle Usca nel territorio provinciale che si possono leggere qui).
 
Pa Trento. Tutti i medici e i pediatri hanno aderito alla campagna dei test rapidi. Le Usca avviate sono 16, sei in più rispetto allo standard di una ogni 50mila abitanti.
 
Valle d’Aosta. Tutti i mmg hanno aderito alla campagna sui tamponi. Le Usca avviate sono 6, 3 in più rispetto allo standard.
 
Lombardia. Le Usca sono 157, dove lavorano 422medici. Per raggiungere lo standard di una ogni 50mila abitanti ne mancano all'appello 45. Alla campagna sui test antigenici hanno aderito 1.812 mmg, ma molti lamentano di non avere lo spazio adeguato per cui Ats e Comuni si sono attivati per predisporli.
 
Veneto. Le Usca attivate sono 51, poco più della metà di quante se ne dovrebbero attivare (98) per rispettare lo standard nazionale. Sono 1.618 i medici di famiglia che hanno aderito alla campagna dei test rapidi su 3.007 in totale.
 
Friuli Venezia Giulia. Le Usca attivate sono 7 e vi operano 95 medici. Rispetto allo standard nazionale ne mancano 17. Per quanto riguarda i tamponi hanno aderito 523 mmg e 114 pediatri.
 
Liguria. Le Usca attivate sono 26 (5 in meno dello standard). Alla campagna sui tamponi hanno aderito 1.052 medici di base e 159 pediatri. Il 30% eseguirà i test a studio il 70% nei locali messi a disposizione dalle Asl.
 
Emilia Romagna. Le Usca sono 75 (14 in meno dello standard) dove lavorano oltre 450 medici. Alla campagna sui test rapidi hanno aderito 2.900 medici e pediatri dopo l’accordo con i sindacati.
 
Marche. Le Usca attivate sono 33 (tre in più di quelle previste dallo standard nazionale). Ad aver già ritirato il kit per i tamponi sono 111 medici di famiglia e 66 pediatri.
 
Umbria. Le Usca attivate sono 17 (solo 1 in meno dello standard) e impegnano 96 medici. Alla campagna di testing hanno aderito 720 medici di famiglia e 105 pediatri di libera scelta.
 
Toscana. Le Usca attivate sono 124 (ben 50 in più rispetto allo standard nazionale) e vengono impiegate sia nell’assistenza a domicilio che nei Covid Hotel. Sono 532 i medici di base che hanno prenotato le confezioni dei test rapidi.
 
Lazio. La Regioni ha attivato una sua versione delle Usca le “Usca-R”, in tutto ve ne sono 250 (vale a dire 133 in più rispetto allo standard di una Usca ogni 50mila abitanti) e ogni unità mobile è composta da un medico e un infermiere. Alla campagna sui test rapidi hanno aderito 2.000 medici, anche se l’obiettivo resta quello di arrivare a 3.000.
 
Abruzzo. Sono 26 le Usca attivate (esattamente quante previste dallo standard). Il 25 novembre è stato sottoscritto un accordo con tutte le organizzazioni di medici di base e pediatri, ma ancora non è dato sapere quanti medici aderiranno all’attività di testing.
 
Molise. Le Usca attivate sono 5 (una in meno dello standard). Siglato accordo 13 novembre con medici di base e pediatri, ma la campagna di testing negli studi dei medici di famiglia non è ancora partita e si devono raccogliere le adesioni.
 
Basilicata. Sono 12 le Usca già avviate (una in più dello standard). La regione ha siglato l’accordo con i medici di base per il loro coinvolgimento nell’esecuzione dei test rapidi ma la campagna non è ancora partita.
 
Campania. Le Usca attivate sono 150 (vale a dire 34 in più dello standard). Oltre 2.000 medici si sono resi disponibili ad eseguire i test rapidi. Se il proprio medico non può eseguirli si è presi in carico da un altro dottore.
 
Puglia. Le Usca sono 50 (ovvero 30 in meno rispetto allo standard anche se la Regione conta di avviarne altre 150). Siglato solo una settimana fa l’accordo con una parte dei sindacati di medici di famiglia e pediatri per l’esecuzione dei tamponi rapidi ma si devono ancora raccogliere le adesioni.
 
Sardegna. Le Usca attivate sono 50 (17 in più rispetto allo standard)  ma si stanno assumendo 500 medici per portarle a 500. Non risulta essere partita la campagna di test rapidi negli studi di pediatri e medici di famiglia.
 
Calabria. Non ha fornito alcun dato
 
Sicilia. Le Usca attivate sono 167 di cui 31 scolastiche (68 in più rispetto allo standard). I Medici che hanno aderito ai tamponi rapido sono circa il 10%.

Luciano Fassari

27 novembre 2020
© Riproduzione riservata

Allegati:

spacer Tabella Usca

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