In un momento di grave crisi dei finanziamenti internazionali, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) chiede a governi e partner di accelerare l’accesso a nuovi strumenti sanitari, incluso il lenacapavir, un farmaco iniettabile a lunga durata d’azione, per frenare le nuove infezioni da HIV e contrastare il deterioramento dei servizi essenziali.
Lo fa in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids, celebrata il 1° dicembre con il tema “Superare le interruzioni, trasformare la risposta all’Aids”. Il contesto è preoccupante: nel 2024 si sono registrati 1,3 milioni di nuove infezioni, un dato che mostra la stasi degli sforzi di prevenzione. Quasi la metà (49%) delle nuove infezioni si verifica tra le popolazioni chiave – lavoratori e lavoratrici del sesso, uomini che fanno sesso con uomini, donne transgender, persone che fanno uso di droghe iniettabili – e i loro partner. Questi gruppi affrontano un rischio esponenzialmente maggiore, fino a 34 volte superiore nel caso delle persone che iniettano droghe.
La contrazione improvvisa degli aiuti internazionali ha già provocato gravi interruzioni nei servizi di prevenzione, trattamento e test, con programmi essenziali gestiti dalle comunità – tra cui la profilassi pre-esposizione (PrEP) e le iniziative di riduzione del danno – ridimensionati o chiusi in alcuni Paesi. Secondo stime dell’Aids Vaccine Advocacy Coalition, a ottobre 2025 2,5 milioni di persone che usavano la PrEP nel 2024 hanno perso l’accesso ai farmaci solo a causa dei tagli dei finanziamenti dei donatori.
Proprio in questa fase critica, la risposta globale all’Hiv ha però acquisito un nuovo slancio con l’introduzione del lenacapavir (LEN), approvato dall’Oms a luglio 2025 come opzione aggiuntiva di PrEP. Si tratta di un’iniezione da somministrare due volte all’anno, una soluzione potenzialmente rivoluzionaria per chi incontra difficoltà nell’assunzione quotidiana delle pillole orali o nello stigma legato all’accesso alle cure. L’Oms ha già prequalificato il farmaco il 6 ottobre 2025, e autorizzazioni nazionali sono seguite in Sudafrica, Zimbabwe e Zambia.
“Ci troviamo di fronte a sfide significative, con tagli ai finanziamenti internazionali e una prevenzione che stagna”, ha affermato il Direttore Generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Allo stesso tempo, abbiamo opportunità significative, con nuovi strumenti entusiasmanti che hanno il potenziale di cambiare la traiettoria dell’epidemia di HIV. Espandere l’accesso a questi strumenti per le persone a rischio in tutto il mondo deve essere la priorità numero uno per tutti i governi e i partner”.
L’Oms esorta dunque ad adottare un duplice approccio: solidarietà e investimenti nell’innovazione per proteggere e responsabilizzare le comunità più a rischio. “Stiamo entrando in una nuova era di potenti innovazioni nella prevenzione e nel trattamento dell’Hiv”, ha dichiarato Tereza Kasaeva, Direttrice del Dipartimento HIV, TB, Epatite e IST dell’Oms. “Abbinando questi progressi ad azioni decisive, sostenendo le comunità e rimuovendo le barriere strutturali, possiamo garantire che le popolazioni chiave e vulnerabili abbiano pieno accesso a servizi salvavita”.
La strada maestra individuata dall’OMS per porre fine all’epidemia di Aids rimane quella di integrare pienamente i servizi per l’Hiv nell’assistenza sanitaria primaria, con un approccio basato sulle evidenze e sui diritti. Nonostante le battute d’arresto finanziarie, la resilienza e la leadership delle comunità offrono una direzione chiara: rafforzare i sistemi sanitari, aumentare gli investimenti interni e proteggere i diritti umani per salvaguardare i progressi fatti e assicurare che nessuno sia lasciato indietro.