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Minore austistico ricoverato a Chioggia nel reparto psichiatria degli adulti. Angelozzi: “Inconcepibile”

“Ricoverare ripetutamente, un paziente minorenne con una forma di autismo così grave, in un servizio psichiatrico per adulti è una cosa inconcepibile per il paziente ma anche da un punto di vista clinico” ha commentato Angelozzi, già direttore di Dipartimento di salute mentale delle Ulss di Treviso e di Venezia

di Endrius Salvalaggio
19 LUG -

Sulla faccenda che da oltre una settimana sta tenendo alto il dibattito del minore con problemi psichici, ricoverato presso il servizio psichiatrico per adulti di Chioggia, lo aveva denunciato per primi il movimento per la difesa della sanità veneziana attraverso una propria nota.

Una condizione incomprensibile come scriveva Salvatore Lihard (portavoce del Movimento per la difesa della sanità pubblica veneziana), ed ex dirigente Cgil della provincia di Venezia, sottolineando che “non vi è legittimazione per ricoveri generalizzati di qualunque età né di ricoveri in strutture che non abbiano le specifiche dotazioni necessarie per i minori”

La questione che nel frattempo è approdata anche in Parlamento con due interrogazioni a firma del partito Democratico del Veneto, a spiegarci da un punto di vista medico si è reso disponibile il Dr Andrea Angelozzi, già direttore di Dipartimento di salute mentale delle Ulss di Treviso e di Venezia fino al 2019, ora quiescente da quattro anni, il quale, ci evidenzia quanti di questi casi nella sua carriera si sono ripetuti di anno in anno e per il motivo che in Veneto mancano strutture psichiatriche per il ricovero dei minori.

“Nel caso specifico stiamo parlando di un ragazzo di 13 anni – spiega Angelozzi – con una forma di autismo grave che lungi da qualsiasi buon senso, questi pazienti andrebbero trattati in ambienti tenendo conto innanzitutto della loro età e poi della loro malattia. Ricoverare fra le altre cose, ripetutamente, un paziente minorenne con una forma di autismo così grave, in un servizio psichiatrico per adulti è una cosa inconcepibile per il paziente ma anche da un punto di vista clinico”.

“Ma, nella mia carriera lavorativa – continua l’ex direttore di Dipartimento di Salute mentale – di casi come questi ne ho contati moltissimi e faccio riferimento quando avevo accesso agli atti che sono arrivato a contarne circa duecento pazienti minori che in un anno venivano ricoverati in reparti psichiatrici per adulti e sono anche sicuro, che negli ultimi anni i numeri sono addirittura aumentati”.

“Gli unici posti letto – argomenta Angelozzi - che sono disponibili oggi per i ricoveri per minori con disturbi psichici, sono dodici e sono in carico alle due Aziende ospedaliere: università di Padova e di Verona, che conta posti letto nei reparti di pediatria con gli standard assistenziali della pediatria”.

Tornando al caso specifico, questo ragazzo necessita di una struttura che lo possa accogliere e curare, che però si fa fatica a trovare, mentre sta collezionando ricoveri nel reparto di salute mentale per adulti.

“È evidente che un ragazzo con questi disturbi andrebbe trattato in una struttura di neuro psichiatria infantile – conclude il Dr Andrea Angelozzi – mentre invece si sta aspettando da 12 anni ambienti più idonei per questi pazienti minorenni, prendiamo atto che in Veneto rispetto alla media nazionale per la salute mentale siamo terzultimi sugli investimenti, con una aggravante: mentre per la salute mentale per adulti abbiamo dei dati su cui confrontarci, per i minori no e la Regione del Veneto in forza alla privacy non ce li dà nemmeno in forma aggregata”.

Endrius Salvalaggio



19 luglio 2023
© Riproduzione riservata

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