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Pfas. Approvata in Veneto la delibera sui nuovi limiti. Stanziati 1,2 milioni per potenziare filtri in acquedotti

La Regione ha inoltre deciso di avviare, nell’ambito della cosiddetta Zona Rossa, una serie di interventi finalizzata a sperimentare, nell’arco di sei mesi, tecnologie di trattamento per le riduzioni dei carichi inquinanti sulle risorse idriche captate, con l’obiettivo di perseguire, per l’acqua destinata al consumo umano valori di perfomance (obiettivo) per “PFOA + PFOS” pari o inferiori a 40 nanogrammi per litro. LA DELIBERA


03 OTT - Come annunciato nei giorni scorsi dal governatore Luca Zaia, la Giunta regionale del Veneto, ha deliberato oggi nuovi limiti (i più restrittivi d’Europa) per la presenza di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nelle acque potabili, stanziando contemporaneamente un milione 200 mila euro, destinandoli agli Enti acquedottistici per il potenziamento dei filtri nei rispettivi impianti. Lo comunica la Regione Veneto in una nota.

“Ferma restando la competenza statale per la fissazione di valori per parametri aggiuntivi di cui all’allegato I del Decreto Legislativo. n. 31/2001, i valori provvisori di performance (obiettivo) delle sostanze perfluoroalchiliche per l’acqua destinata al consumo umano, nell’ambito territoriale regionale, fino a diverse e nuove indicazioni da parte delle autorità nazionali e sovranazionali competenti, sono determinati in pari o inferiori a 90 nanogrammi per litro per “PFOA + PFOS”, di cui il PFOS non deve essere superiore a 30 nanogrammi per litro ed i valori della somma degli “altri PFAS” deve essere uguale o inferiore a 300 nanogrammi per litro”, spiega la Regione in una nota.

Si sono anche confermati i limiti di stabilire che per l’acqua destinata ad usi zootecnici, che restano quelli di cui al parere del Ministero della Salute del 29.01.2014 (prot. n. 2565): livelli di performance (obiettivo) per il PFOA pari o inferiore a 500 nanogrammi per litro; PFOS pari o inferiore a 30 ng/l ; altri PFAS (somma delle rimanenti 10 sostanze PFAS) pari o inferiore a 500 ng/l come previsto dalla D.G.R. n. 854 del 13.06.2017.

Si è inoltre  deciso di avviare, nell’ambito della zona individuata nell’allegato A della DGRV 2133/2016 (cosiddetta Zona Rossa), di intesa con il Consiglio di Bacino Veronese, il Consiglio di Bacino Valle del Chiampo e il Consiglio di Bacino Bacchiglione e con gli enti gestori (Acque Veronesi scarl, Acque del Chiampo spa, Medio Chiampo spa, Acque Vicentine spa, Centro Veneto Servizi spa), una serie articolata di interventi, coordinata dalla Direzione Difesa del suolo, “finalizzata – spiega la Regione - a sperimentare, nell’arco temporale di sei mesi, tecnologie di trattamento per le riduzioni dei carichi inquinanti sulle risorse idriche captate (in forza delle misure di controllo sulle emissioni delle contaminazioni ambientali), con l’obiettivo di perseguire, per l’acqua destinata al consumo umano valori di perfomance (obiettivo) per “PFOA + PFOS” pari o inferiori a 40 nanogrammi per litro, mantenendo l’obiettivo tendenziale delle virtuale assenza delle sostanze citate”.

03 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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