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Diabete. In Regione Campania l’assistenza è ripartita, ma bisogna dare gambe alla piena integrazione tra professionisti

La rete ospedale territorio presenta ancora maglie larghe che ritardano il processo di piena integrazione tra specialisti e medici di famiglia. Ma la Regione ha già tracciato la strada per raggiungere la piena governance della presa in carico anche grazie a strumenti informatici tra Mmg, specialisti e centri antidiabetici. Massima apertura alla possibilità che i Mmg prescrivano farmaci antidiabetici “innovativi” (Dpp4-i)

04 DIC - Se il diabete si colloca nel mondo ai primi posti nella lista delle principali sfide della sanità del XXI secolo, in Campania l’allerta è scattata da tempo. Il peso epidemiologico della malattia interessa circa 400mila cittadini con un trend in aumento negli ultimi dieci anni che colloca attualmente questa Regione al di sopra della media nazionale. E il futuro non è roseo: considerando il graduale invecchiamento della popolazione campana e il triste primato della prevalenza dell’obesità infantile è facile supporre che la condizione diabetica aumenterà marcatamente nel breve termine. Già oggi si contano 2mila morti l’anno per diabete. Con un tasso di mortalità fra le donne quasi doppio rispetto alla media nazionale.

Per questo la Regione ha dichiarato guerra alla malattia mettendo in atto misure correttive per arginarne l’avanzata garantendo una sempre migliore presa in carico integrata del paziente. Gli strumenti? Il pieno coinvolgimento dei Medici di medicina generale e un sistema informatico pronto per monitorare e garantire l’appropriatezza delle cure e velocizzare il rinnovo dei piani terapeutici. Certo, le criticità non mancano. La rete ospedale territorio presenta ancora maglie troppo larghe che ritardano il processo di piena integrazione tra specialisti, medici di famiglia e Centri di riferimento. Anche sul fronte informatico, nonostante la Campania abbia ingranato la marcia, ci sono ancora intoppi che non consentono di farlo girare a pieno regime. Insomma, bisogna ancora fare qualche sforzo in più per riorganizzare il territorio e inserire il paziente in un percorso di cura globale e ben individuato senza duplicazioni e sprechi di risorse inutile.
 
Questo lo scenario emerso nel corso dell’incontro organizzato a Napoli da Quotidiano Sanità, con il sostegno di Msd, nell’ambito del più ampio progetto Dialogo (Diabetes Local Governance). Un progetto nato con l’obiettivo di fare emergere, in tutte le regioni italiane, luci ed ombre della governance del diabete quale paradigma del più ampio universo delle patologie croniche.
 
In questa quinta tappa del “viaggio” di QS, si sono confrontate nel capoluogo partenopeo tutte le figure del mondo diabetologico: Pietro Buono, Commissione Diabetologica Regionale, Ugo Trama, Responsabile Politica del Farmaco e Dispositivi, Tommasina Sorrentino, Responsabile Uod Diabetologia Distretto 52, Geremia Romano, Presidente Amd Napoli, Mario Parrillo, Presidente Sid Napoli, Raffaele Sellitto, Presidente Mega Ellas - Consorzio Cooperative, Gaetano Piccinocchi, Simg Napoli, Luigi Sparano, Fimmg Napoli, Guido Corbisiero, Direttore Distretto 50 Asl Na3, Tiziana Spinosa, Commissione Diabetologica Regionale, Fabiana Anastasio, Presidente Fand Napoli, Andrea Vercellone, Segretario Regionale Sifo Campania e Pasquale Di Girolamo Faraone, Ds Asl Napoli1 Centro.
 
La road map per la presa in carico della patologia diabetica è stata già tracciata dalla Regione. Su questo punto c’è stata una piena convergenza, da parte di tutti gli attori coinvolti, nel riconoscere gli sforzi intrapresi dal Governo De Luca. Ora bisogna solo far camminare la macchina a pieno regime per consentire la completa implementazione delle indicazioni e portare tutti verso la totale integrazione con adeguati percorsi formativi. A “dare gas” c’è la piattaforma informatica Saniap che contiene attualmente volumi di dati considerevoli sui pazienti e dove già adesso i medici possono rinnovare con accesso diretto alcuni piani terapeutici. È tuttavia uno strumento ancora da perfezionare: il cartaceo non è stato completamente abbandonato. Va detto però che il sistema informatico potrebbe essere pronto ad estendere la possibilità che i Mmg intervengano nella redazione dei Piani terapeutici, cosa che eviterebbe ai pazienti perdite di tempo e burocrazie inutili.
 
Parola d’ordine: ottimizzare la rete. C’è stata anche piena condivisione sulla centralità del Mmg nella gestione integrata del paziente diabetico, considerata una figura chiave nella presa in carico del paziente e front office sul territorio. Ma, come abbiamo già visto, la rete tra professionisti segna ancora il passo. Non sono mancate critiche su disfunzioni del territorio che rallentano il raggiungimento di un’ottimale gestione integrata del paziente come dimostra il fatto che ci sono ancora molte complicanze determinate dalla malattia. Dal tavolo è arrivata perciò una richiesta forte di dare gambe alla rete, che vede come protagonisti non sono solo Mmg e Specialisti, ma anche altre figure professionali quali ad esempio l’infermiere, l’assistente domiciliare e lo psicologo. E con un Distretto che deve essere vissuto come facilitatore per recuperare i processi di presa in carico.
 
La prospettiva di un’apertura al Mmg della prescrizione dei “nuovi” farmaci antidiabetici orali è stata da tutti interpretata come un “atto ineludibile”. Anche perché far entrare i Dpp4-i, sul mercato da oltre un decennio con profili di sicurezza ed efficacia ampiamente consolidati, nell’armamentario prescrittivo del Mmg, porterebbe innegabili vantaggi per i pazienti oltre ad evitare sovraffollamenti nei Centri che in Campania fanno fatica a soddisfare la domanda.
Anzi, secondo il tavolo sarebbe auspicabile ampliare la prescrivibilità dei Dpp4-i al medico di famiglia sia sotto il profilo clinico che economico e sociale.
E così gli obiettivi da perseguire a stretto giro di posta dovrebbero essere: una cartella unica al quale tutti i professionisti chiamati in causa possano accedere, ottimizzando il processo ed evitando così duplicazioni e sprechi per il Sistema. Ma anche arrivare ad una diagnosi precoce del diabete e ad una maggiore sensibilizzazione alla misurazione della glicemia da parte dei farmacisti, in un’ottica di farmacia dei servizi.
 
La Survey regionale.Che la Campania abbia compiuto molti passi in avanti sul fronte della gestione integrata è testimoniato anche dai dati regionali estrapolati dalla più ampia dalla Survey realizzata a livello nazionale. Ben il 77% dei professionisti che hanno risposto (il 70% Mmg e il restante 30% medici specialisti) valuta positivamente la presa in carico dei pazienti diabetici campani. Un giudizio che sale ad oltre l’82% tra i Mmg e si attesta sul 63% dei medici specialisti.
Lo sguardo comparato dell’andamento delle risposte “campane” rispetto all’area sud ed alla media nazionale evidenzia una tendenza regionale più indirizzata verso giudizi di assoluta positività, bilanciata da una maggiore propensione ad un giudizio sufficiente (oltre + 10 punti percentuali rispetto alle altre aree considerate). E anche il giudizio negativo è minore rispetto a quanto espresso dai medici dell’area Sud e dalla media nazionale.
 
Sugli aspetti di governance ben il 43% degli intervistati ritiene che la regione debba implementare la rete tra medici di medicina generale e gli specialisti, il 26% ritiene che si debba raggiungere una maggiore valorizzazione del ruolo del Mmg nella gestione integrata del paziente diabetico, e il 24% ritiene fondamentale una gestione dei dati mediante una rete informatizzata condivisa. il 7% ritiene che regione debba dare pieno recepimento al Pnd e al Pnc.
 
In merito alla prospettiva della possibilità per i Mmg di prescrivere farmaci antidiabetici orali “innovativi” quali i DPP4-i, il 37% di tutti i professionisti pensa servano corsi di formazione ad hoc, ne sono convinti soprattutto gli specialisti; per il 35% è un traguardo importante che valorizza il ruolo del Mmg e arricchisce il percorso di presa in carico del paziente diabetico, ed il 23% la ritiene una prospettiva interessante dal punto di vista professionale mentre solo il 5% pensa che si un carico burocratico.
 
La Survey ha poi indagato sul possibile intervento dei Mmg nella redazione dei Piani terapeutici qualora si aprisse la prescrivibilità ai Mmg degli antidiabetici orali “innovativi”. Per il 32% questa prospettiva è perseguibile con pochi accorgimenti organizzativi, ma il 28% pensa che sia necessaria l’attuazione di precisi accordi a livello regionale. Sempre il 28% ritiene che sia necessaria sia una adeguata rete informatizzata che consenta la lettura dei dati tra i diversi sistemi utilizzati dai medici di medicina generale e gli specialisti; solo il 12% pensa necessaria una piattaforma web based di facile gestione. Gli accorgimenti organizzativi sono però percepiti come sufficienti dal 34% dei Mmg contro il 16% degli specialisti (il 18% di questi ultimi ritiene necessaria la piattaforma web based contro l’appena 9% dei Mmg). 

04 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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