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Covid. Valorizzare tutte le professioni sanitarie

20 NOV - Gentile Direttore,
una cosa irrinunciabile per una sanità che funzioni è la valorizzazione delle specificità di ogni professione e il riconoscimento del contributo che ognuno offre in termini di competenze. Troppe volte abbiamo dovuto far presente come siano tutte le professioni a mantenere in funzione la macchina sanitaria anche nel periodo di pandemia!
 
Eppure, siamo di fronte a una nuova clamorosa dimenticanza. Nella proposta di Legge di bilancio per il 2021, tutti i professionisti sanitari che non siano medici e infermieri sono ancora una volta "lasciati al palo". Gli art. 73 e 74 prevedono riconoscimenti: non per tutti, però. Si a indennità di esclusività significative per i medici e a retribuzioni "aumentate" (leggasi “esigue”) per gli infermieri; ma ancora una volta, tutti gli altri professionisti, sono inesistenti per quel sistema che pure contribuiscono a mandare avanti.
 
E' una incomprensibile ed inammissibile disparità di trattamento per tutti coloro che ogni giorno lavorano per la salute delle persone e che non hanno mai mancato all'impegno sin dall'inizio della emergenza, sia all'interno del sistema sanitario pubblico, che come libero professionisti.
 
Non voglio entrare nel merito di retribuzione, indennità, aumenti salariali: temi che mi auguro verranno affrontati ai tavoli sindacali per giungere a accordi che soddisfino veramente l’impegno individuale e non con i pochi spiccioli ora ipotizzati per una sola parte dei professionisti.
Quello che invece voglio fare, dal punto di vista di Presidente, ma prima di tutto di professionista sanitario impegnato in prima persona, è offrire a chi legge almeno alcuni elementi per comprendere l’ampio ventaglio di garanzie offerte dai professionisti afferenti all’Ordine TSRM-PSTRP.
 
I professionisti dell’area della prevenzione (tecnici della prevenzione e assistenti sanitari), impegnati a garantire tamponi e test diagnostici, controllo epidemiologico, flussi informativi con trasmissione di dati a Enti e Istituzioni, applicazione delle procedure atte a prevenire il contagio, definizione dei documenti di prevenzione dei rischi aziendali.
 
Quelli delle aree diagnostico-assistenziale e di riabilitazione:
- tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare per pazienti con necessità di supporto di ossigenazione extracorporea
- tecnici di laboratorio biomedico per gli esami microbiologici e virologici
- tecnici di radiologia medica per le indagini diagnostiche e di controllo
- fisioterapisti con la riabilitazione respiratoria precoce e post acuta
- dietisti per il supporto nutrizionale dei pz in fase acuta e post acuta e la gestione della ristorazione socio sanitaria
 
Anche altri (logopedisti, tecnici di neuro fisiopatologia, educatori professionali, terapisti occupazionali, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, tecnici della riabilitazione psichiatrica, audiometristi) sono impegnati nella “messa in sicurezza” di un sistema che richiede la ridefinizione dell’offerta quali-quantitativa delle attività erogate:
- disponibilità costante di risorse in caso di nuovi focolai
- programmi di cure a lungo termine per convalescenti e guariti, basato su: effetti residuali della malattia, condizioni, livello di autonomia funzionale e cognitiva, rischio di scompenso se presenti co-patologie o malattie cronico degenerative
- prestazioni per tutte le persone con problemi di salute emergenti / slatentizzati o aggravati nella lunga fase di lockdown e domiciliarità forzata
- recupero delle attività sospese, che hanno lasciato senza risposta i problemi di salute in atto o emersi nel frattempo
- mantenimento delle attività ordinarie per tutte le fasce di popolazione “non-covid” che hanno altri problemi di salute
- mantenimento dei livelli di attività in ambito di salute pubblica e prevenzione
 
Non vanno dimenticati audioprotesisti, ortottisti, tecnici ortopedici, igienisti dentali che, unitamente ad altri colleghi in libera professione (dimenticati nella Legge di Bilancio) hanno subito una contrazione / sospensione della loro attività, con riduzione del fatturato e a cui non è stato offerto sufficiente ristoro.
 
A parere di chi scrive, non può essere la corresponsione in busta paga di somme risibili a dare valore a chi “regge” il sistema salute. Vanno previsti sostegni specifici (senza scordare i libero professionisti) e accessi a bonus analoghi a quelli previsti per altri lavoratori, vanno risolti i problemi di carenza di organico nelle Strutture, vanno pensate strategie per favorire l’accesso a prestazioni sanitarie da parte dei cittadini che per limitazioni alla mobilità, quarantena, sospensione dei servizi, timore, …….. abbiano rinunciato a cure e assistenza.
 
Non posso quindi che esprimere contrarietà per questo ennesimo “segnale di distrazione” nei confronti della maggior parte dei professionisti sanitari e mi unisco alla voce della Federazione Nazionale che ha preso immediatamente posizione e sta lavorando su concrete proposte da portare all’attenzione del decisore politico.
 
Dr.ssa Susanna Agostini
Dietista – Presidente Ordine TSRM-PSTRP delle Province di Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine
 

20 novembre 2020
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