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Balduzzi: “Problema non è abolizione ticket, quanto trovare strada per non aumentarli”


21 FEB - Lo ha detto il ministro della Salute nella conferenza stampa di presentazione del programma sanità di lista Scelta Civica riferendosi alla proposta fatta dal leader del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, che ieri aveva ipotizzato l’eliminazione dei ticket da 10 euro sulla specialistica. “In genere è meglio essere sospettosi delle proposte in campagna elettorale” ha aggiunto il ministro della Salute.
 
Per Balduzzi l’affermazione di Bersani “andrebbe meglio meditata. Perché ora la compartecipazione fa entrare tra i 4,5 e i 4,8 miliardi. Questa cifra verrebbe compensata, secondo Bersani, con una riduzione delle consulenze inutili che però valgono tra i 7 e gli 800 milioni. Vorremmo sapere dove hanno intenzione di trovare gli altri soldi”.
 
E poi la risposta finale in cui Balduzzi ha ricordato come “siamo a rischio sostenibilità del sistema e la preoccupazione dovrebbe essere non di abolire i ticket, quanto piuttosto di trovare un sistema per non aumentarli”.
 
In particolare sul programma il ministro ha ribadito che “il sistema di governance deve essere più efficiente” e nel rapporto tra Stato-regioni “per noi ci deve essere più Stato e più regioni efficienti”. La trasparenza e il merito nelle nomine dei primari è capitolo dedicato del programma, come la “collaborazione tra pubblico e privato che deve essere soggetta a regole chiare e trasparenti, mentre dovranno essere chiarite le prestazioni erogabili tramite i fondi integrativi, in ottica complementare e non alternativa al Ssn”.
 
Infine un accenno alla medicina difensiva, altro punto nel programma per dire che “quello che abbiamo fatto è un primo passo importante, possiamo andare ancora oltre, mantenendo però l’equilibrio per dare maggiore serenità agli operatori senza deresponsabilizzare”. Balduzzi ha poi fatto riferimento, a margine della conferenza, anche ai temi eticamente sensibili, in particolare la legge 40 che regola la fecondazione assistita. “Credo che la prossima legislatura sarà l’occasione per discutere sulla legge 40".
 
La scelta di non inserire nel programma questi temi, ha spiegato il ministro, è dovuta al fatto che “si tratta di una scelta pluralistica e credo si debba trovare la soluzione più vicina, o la meno lontana, dai comuni principi di fondo, quelli costituzionali, che tengono in considerazione anche il diritto alla vita e la tutela giuridica dell'embrione. Questo è un elemento che va messo a confronto con altri diritti e con altre posizioni”.
 

21 febbraio 2013
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