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Ddl Lorenzin. Osteopati, Apo: “Sì all’approvazione. Riconoscere innanzitutto i più qualificati”


Pieno sostegno all’approvazione del Ddl Lorenzin dall’Associazione professionale degli Osteopati, Apo. Gli stessi professionisti sono a favore anche della possibilità che gli osteopati, durante il loro esercizio, debbano attenersi alle raccomandazioni previste da linee guida pubblicate ed elaborate da enti ed istituzioni pubbliche e private. A conferma di questa posizione l’Apo ha sottolineato: “siamo l’unica Associazione che garantisce operatori formati in base allo standard europeo”.

24 LUG - “Torniamo a sostenere in termini propositivi l’approvazione dell’art. 4 del Ddl 3868 in esame parlamentare”. È questa la posizione espressa da Federico Franscini, vice presidente dell’Associazione professionale degli Osteopati, Apo. “L’accordo di maggioranza raggiunto con la premessa di criteri rigorosi per il riconoscimento degli osteopati – ha spiegato Franscini - non deve indebolirsi di fronte al rischio di stand by per una quota di operatori precari nella fase immediatamente successiva al provvedimento”.
 
Per risolvere questo problema, secondo vice il presidente dell’Associazione professionale degli Osteopati, ”basterebbe consentire a questi ultimi di adeguarsi ai criteri da stabilirsi in regime di transitorietà, secondo tempi e modi più congrui. Né lo stesso intento può venir meno di fronte al presunto rischio del far-west senza regole che potrebbe derivare consentendo a chiunque di chiedere riconoscimenti senza averne i requisiti”.
 
Franscini esprime pieno accordo anche sulla possibilità che “anche gli osteopati debbano attenersi alle raccomandazioni previste da linee guida pubblicate ed elaborate da enti ed istituzioni pubbliche e private, nonché dalle società scientifiche e dalle associazioni tecnico-scientifiche riconosciute e regolamentate dal Ministero della salute (cfr. legge Gelli)”.
 
Questa posizione è confermata e dimostrata anche da un’altra questione: “l’Associazione Professionale degli Osteopati – ha aggiunto il vice presidente – è l’unica rappresentanza privata degli osteopati italiani ad associare solo professionisti esclusivi che possano dimostrare il legittimo esercizio di questa attività, ovvero operatori formati in base allo standard europeo (Cen) che dispongano di partita Iva riferita alla professione osteopatica. La stessa associazione obbliga al rispetto di un Codice Deontologico aggiornato secondo i più recenti requisiti di legge”.
 
“Questo dato – ha continuato Franscini - impone ai soci una condotta esemplare verso i pazienti, i medici e lo Stato, ovvero l’assoluto divieto di interferire con la diagnosi e le prescrizioni mediche. A titolo d’esempio, nessuno tra i soci Apo è intervenuto sul tema dei vaccini in osservanza dell’obbligo citato”.
 
L’Apo si appella, infine, alle professioni mediche che sostengono l'accreditamento delle nuove professioni solo in base a requisiti oggettivi: “a queste - ha detto Franscini - chiediamo l’alleanza anziché lo scontro perché, come loro, riteniamo che la salvaguardia sanitaria debba beneficiare di norme a garanzia della compatibilità interprofessionale. Requisiti da riferirsi per tutti i postulanti alla legittimità della formazione, alla trasparenza di esercizio e alla deontologia condivisa. Lasciando – ha concluso - un tempo a chi intenda adeguarsi”.

24 luglio 2017
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