Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 26 APRILE 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Dottor Riccio, la vita ha di per sé una dignita intoccabile

di Monica Boccardi

12 GEN - Gentile Direttore,
ho letto la lettera del Dott. Riccio, relativa al caso di Tafida Raqeeb e mi sento in dovere di rispondere, in quanto faccio parte del collegio difensivo italiano dei suoi genitori. In primo luogo, vorrei far notare al dott. Riccio che egli nulla sa delle reali condizioni della paziente e dunque dovrebbe astenersi dal presupporre di conoscere le sue condizioni di salute e soprattutto dal concionare sul comportamento dei suoi curanti. Privacy impone il mio silenzio, ma posso affermare che ciò che dice è totalmente privo di fondamento.
 
Aggiungo che, in realtà, nemmeno i medici più preparati conoscono, mai, le reali condizioni di coscienza e tanto meno la volontà dei propri pazienti.
A parte i casi eclatanti di risvegli con ricordi precisi di quanto accaduto, mentre il paziente era definito del tutto incosciente, dovrebbe essere sufficiente porsi di fronte al mistero della coscienza e della vita stessa, per farci fare un passo indietro ed ammettere che possiamo solo inchinarci di fronte ad esso e servirlo al nostro meglio.
 
In nessun caso, possiamo ritenerci in grado di stabilire che il "best interest" di qualcuno sia portarlo al decesso.
Perché il primo fondamentale interesse di ciascuno di noi è vivere.
Se davvero si potesse affermare che una persona inattiva, perché invalida, disabile, ammalata, non ha una dignità e soprattutto non ha una vita "utile", dovremmo vietare definitivamente l'uso dei dispositivi di rianimazione e l'intubazione, anzi, di più, dovremmo cessare la pratica della medicina e chiudere gli ospedali.
 
Ma l'anelito dell'uomo è molto più alto che non lavorare, produrre, guadagnare, mangiare, bere e divertirsi...
Per questo da sempre ci si prende cura di tutti, soprattutto dei più deboli, nel modo migliore e con tutto ciò che scienza, tecnica, progresso e ingegno mettono a disposizione.
 
Per questo un medico mai dovrebbe pensare di poter decidere della vita e della morte di un paziente.
Lo sapeva meglio Ipppcrate (quasi 400 anni prima di Cristo!), dei medici del 2000 d.C. che non si dà la morte né l'aborto...
Solo una cosa condivido di tutto quanto ha scritto il dott. Riccio: che è necessaria una seria riflessione sul valore della vita. Con una fondamentale differenza.
 
Io auspico una decisa e immediata inversione di rotta, perché solo riconoscendo che la vita ha di per sé stessa una dignità intoccabile, che il suo vero valore è ben altro e ben più alto e non soggiace alla valutazione utilitaristica tipica di questo tempo, e solo riconoscendo che ogni euro speso per curare è sempre guadagnato e mai perso, si può ritornare all'etica di una medicina al servizio del malato (cioè dell'uomo), invece che del guadagno.
 
E soprattutto si può e si deve tornare a vedere l'uomo come "persona", invece che come mezzo, oggetto, ostacolo o nemico.

Avv. Monica Boccardi
Patrocinante in Cassazione

 

12 gennaio 2020
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy