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Fecondazione eterologa. Sarà nei Lea, ma solo per donne in età fertile. Ecco le regole secondo le Regioni


Gli interventi saranno a carico del sistema sanitario solo per le donne che non superano i 43 anni di età, tutte le altre in “età fertile” dovranno mettere mano al portafogli. Limite massimo di 10 nati per donatore che, se donna, dovrà avere tra i 20 e i 35 anni, se uomo tra i 18-40 anni. Per il nascituro il colore di pelle dei neo genitori. IL DOCUMENTO DELLE REGIONI

04 SET - Massimo 10 nati per donatore, però la coppia che ha già avuto un figlio da eterologa potrà  averne altri sempre dallo stesso donatore. E gli interventi saranno inseriti nei Lea. Ma con un limite: saranno a carico del sistema sanitario solo per le donne che non superano i 43 anni di età, tutte le altre in “età fertile” dovranno mettere mano al portafogli. E ancora, la donazione di gameti è consentita ai soggetti di sesso maschile di età non inferiore ai 18 anni e non superiore ai 40 anni, e ai soggetti di sesso femminile di età non inferiore ai 20 anni e non superiore ai 35 anni.
 
Sono queste alcune delle direttive dettate nel documento tecnico per l’introduzione della fecondazione eterologa in Italia, approvato oggi all’unanimità, dalla Conferenza delle Regioni, convocata in via straordinaria per colmare il vuoto legislativo dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità del divieto di eterologa imposto per 10 anni dalla legge 40/2004. Un documento nato sul solco della delibera approvata dalla regione Toscana nel luglio scorso le cui direttive saranno recepite dalle Regioni con delibera di giunta regionale o con specifico provvedimento regionale. Regioni che, come si legge nelle premesse del documento, in assenza di una decisione del Governo “hanno condiviso la responsabilità di fornire direttive operative ed indicazioni cliniche omogenee al fine di rendere immediatamente esigibile un diritto costituzionalmente garantito su tutto il territorio nazionale, dimostrando capacità di governance nazionale”.
 
“Un deciso passo in avanti per rendere effettivo l’esercizio di un diritto che è  di tutti i cittadini” ha sottolineato già nella giornata di ieri il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, che ha rimarcato, dopo il placet arrivato all’unanimità da parte dei presidenti, il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione e dagli assessori alla sanità di tutte le Regioni, e il risultato raggiunto che “ha un valore politico”.
“Con le linee guida sull’eterologa le Regioni hanno mandato un segnale politico forte al Parlamento, a cui rivolgo un appello accorato affinchè metta mano alla materia. Le Regioni hanno fatto ciò che in Italia non sempre avviene: abbiamo mantenuto gli impegni”.
Chiamparino ha chiarito che “grazie anche alla sollecitazione della Toscana, quando il Governo ha deciso di non procedere con il decreto del ministro, abbiamo promesso, come Regioni, che avremmo predisposto delle linee guida nel più breve tempo possibile. Più breve di così non si può”.

Comunque, in attesa di una legge le singole Regioni inizieranno quindi a operare “predisponendo le delibere, per chi ancora non lo ha fatto”.
E l’accordo raggiunto ha incassato il plauso del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. “Stamattina – ha chiarito Chiamparino – abbiamo incontrato con il vicepresidente della Conferenza, Stefano Caldoro, il ministro Lorenzin che si è detto d’accordo con le nostre proposte, anche perché tengono conto del decreto da lei messo a punto e ha garantito l’inserimento nei Lea”. Ma dal presidente delle Regioni è arrivata anche una sollecitazione al Governo affinché approvi al più presto il riparto del Fondo Sanitario Nazionale 2014: “Il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin ha condiviso il riparto e le sue modalità. Ora auspichiamo che il Governo proceda velocemente alla ratifica del riparto e all’erogazione dei fondi”.

Per quanto riguarda gli aspetti operativi, come ha spiegato l’Assessore alla Sanità della regione Liguria, Claudio Montaldo, l’orientamento è che il ticket che si paga attualmente per la fecondazione omologa, sia la base anche per l’eterologa: “Nelle prossime settimane lavoreremo per definire il costo del ticket e poi sulla base di  quello, le regioni applicheranno i ticket cercando di evitare distonie. Ma il criterio è che si adotti come punto di riferimento il costo della fecondazione omologa”. Montaldo ha poi spiegato che come per gli altri interventi ospedalieri, si potrà scegliere di praticare l’eterologa anche in una Regione diversa da quella di residenza.
 
Quali sono le direttive dettate dalle Regioni? Il documento indica punto chi sono i soggetti candidabili alla donazione e i criteri per la loro selezione, quali sono i test di screening per il controllo dei donatori. Si prevede la creazione di un registro regionale pre la tracciabilità del donatori/nati. I donatori rimarranno anonimi anche se, in caso di esigenze mediche del nato si potrà risalire alle informazioni sugli aspetti genetici del donatore.  E ancora, non potrà essere selezionata la “tipologia” dei donatori fatta salva l’indicazione ai centri di garantire eccessive disparità tra le caratteristiche della coppia che accede al trattamento e quelle del donatore. In sostanza, il nato da fecondazione eterologa per quanto possibile manterrà lo stesso fenotipo della coppia ricevente ma, come specifica il documento “non è possibile per i pazienti scegliere particolari caratteristiche fenotipiche del donatore, al fine di evitare illegittime selezioni eugenetiche. In considerazione del fatto che la fecondazione eterologa si pone per la coppia come un progetto riproduttivo di genitorialità per  mezzo  dell’ottenimento di una gravidanza, il centro deve ragionevolmente assicurare la compatibilità delle principali caratteristiche fenotipiche del donatore con quelle della coppia ricevente”.

La donazione sarà totalmente gratuita, ma l’eterologa, ha specificato l’assessore alla sanità della regione Veneto, Luca Coletto “potrà comunque essere erogata, a pagamento, anche oltre l’età fissata, ma il costo sarà comunque enormemente inferiore a quelli da sopportare nei viaggi della speranza all’estero dove si deve pagare profumatamente anche la donazione ricevuta”. Coletto ha infine rilevato che “anche per simmetria giuridica con la fecondazione omologa, l’eterologa dovrà assolutamente essere inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza, perché è divenuta diritto costituzionalmente riconosciuto, e finanziata dallo Stato all’interno del Fondo Sanitario Nazionale”.

Infine se in un primo tempo si era pensato di garantire, per i bimbi nato da fecondazione eterologa, la possibilità di chiedere di conoscere l’identità del padre o madre biologici una volta compiuti i 25 anni di età, questa possibilità non è stata inserita nel documento finale approvato.

04 settembre 2014
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