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Toscana. La Riforma sanitaria è legge. Ma con tanti emendamenti e monca di 56 articoli. Rossi: “Li ripresenteremo a gennaio”


Il testo è passato con 25 voti a favore e 10 contrari. Le disposizioni stralciate riguardano principalmente la revisione dell'organizzazione di alcuni organismi e interventi di adeguamento delle norme sull'assistenza farmaceutica, sull'Agenzia Regionale di Sanità; sull'Estar, in materia di contabilità e sull'Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica.

21 DIC - E' legge la nuova riforma della sanità toscana, approvata con 25 voti a favore e 10 contrari nelle prime ore della mattina di domenica, al termine di una seduta fiume del Consiglio regionale andata avanti per 5 giorni consecutivi. A permettere la svolta è stata la decisione del Partito democratico di votare lo stralcio di 56 articoli (dall'80 al 135 e l'articolo 143) che però, ha già annunciato il presidente della Regione Enrico Rossi, saranno riportate in Aula a gennaio, "entro trenta giorni dall'approvazione". Le disposizioni stralciate attengono, principalmente, alla revisione dell'organizzazione di alcuni organismi (Consiglio sanitario regionale, Commissione regionale di Bioetica, Commissione terapeutica regionale, comitati etici). E anche a interventi di adeguamento delle norme sull'assistenza farmaceutica, sull'Agenzia Regionale di Sanità (ARS); delle norme riferite all'ESTAR, in materia di contabilità e della normativa sull'Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO).

Il loro stralcio, ha spiegato in Aula il capogruppo del Pd, Leonardo Marras, presentando la proposta sottoscritta anche dal presidente Enrico Rossi, si è visto necessario “fatte le verifiche sulla conciliabilità degli obiettivi politici”, che “obiettivamente non si è attuata” e rilevato “in queste ore quali effetti deriverebbero dalla mancata approvazione della legge: rischi troppo grandi per il sistema e l’ organizzazione sanità”. La proposta di stralcio ha quindi tenuto conto “dell’interesse generale che va salvaguardato”, del “diritto di raggiungere il risultato”, della necessità di “farci carico del governo”, “garantire la stabilità del sistema e la certezza della tenuta”. Il Pd ha quindi votato lo stralcio, contro il quale si sono invece espresse le opposizioni.
Ma la battaglia, in Aula, non si è fermata agli articoli stralciati. Il testo approvato non è ancora disponibile, ma dagli Uffici dell'Aula del Consiglio Regionale avvertono che gli emendamenti sono stati numerosi. Per avere un quadro preciso di cosa è rimasto del testo presentato dalla Giunta bisognerà, dunque, attendere che il Consiglio Regionale ricomponga il testo tenendo conto di modifiche e stralci.

Dal resocondo del dibattito si sa, intanto, che tra gli articoli più contestati in Aula ci sono quelli che abrogano la riforma precedente, con l’obiettivo di scongiurare il referendum abrogativo della precedente legge per il quale erano state raccolte 55 mila firme. Questo aspetto è stato più volte sottolineato nel corso del dibattito in Aula. Secondo Andrea Quartini (M5S) l’approvazione della legge è stata proprio “una forzatura per evitare la consultazione referendaria, a danno della qualità. Questo non rende onore ad un partito che per anni ha creduto nelle comunità locali e nel fatto che i cittadini potessero esprimersi”. Tommaso Fattori (Si) ha quindi annunciato che Si - Toscana a Sinistra rimarrà “a fianco di tutti coloro che continueranno a chiedere di potersi esprimere ed arrivare a un referendum. Faremo di tutto perché questa discussione esca dall'Aula". Fattori ha definito la legge “non è una riforma, ma un accorpamento delle Asl su basi scientifiche discutibili, per gestire tagli di servizi e di personale. Un attacco alla sanità pubblica in Toscana".

Fortemente critico anche Giovanni Donzelli (Fdl), che si chiede “dov'è la vittoria? Nell'avere approvato, dopo cinque giorni, due terzi della riforma, perché un'armata Brancaleone vi ha bloccato?". Per Donzelli la riforma manca anche di affrontare temi importanti come il precariato Asl, la gestione del patrimonio immobiliare, dei reparti in località disagiate, dei ticket sulla digitalizzazione per i malati oncologici poveri, i turni stressanti dei medici.

A giudizio di Stefano Mugnai (FI) siamo di fronte ad una legge superficiale, che "esce mutilata dal dibattito e di cui come maggioranza siete orgogliosi, perché sapete che l'oggetto vero della battaglia era evitare il referendum". I cittadini sanno che "lo stralcio è stato merito del coraggio e della determinazione della minoranza".

Ma l’assessore alla Sanità, Stefania Saccardi, ha replicato di non essere “mai stata ossessionata dal referendum. Abbiamo fatto una legge. Un'assemblea legislativa non può sentirsi colpevole perché fa una legge ed esercita il suo ruolo istituzionale". A parere di Saccardi, del resto, il "cuore della legge" non sta negli articoli oggetto di stralcio e il confronto con i cittadini c'è stato in campagna elettorale, preceduta dall'approvazione, alla fine della scorsa legislatura, "di una legge che preordinava la riforma", che stata oggetto di discussione e dibattito.

Un concetto ribadito anche dal presidente della Regione, Enrico Rossi, nel suo intervento a chiusura del dibattito che ha preceduto la votazione sulla proposta di stralcio presentata dal Pd. ". “La maggioranza – ha detto Rossi – ha il dovere di governare e ricordo che in campagna elettorale mi sono presentato con una riforma difficile, che prevede 3 Asl dal prossimo primo gennaio". "Ho ricevuto 650mila voti sul mio programma di governo" ha continuato il presidente criticando le opposizioni e accusandole di aver "turlupinato i cittadini davanti agli ospedali dicendo loro che questa riforma favorisce la privatizzazione". Rossi ha stigmatizzato il tentativo di "strumentalizzare la sanità" da parte delle opposizioni che "dovranno comunque abituarsi: abbiamo vinto le elezioni e abbiamo il dovere di governare nel rispetto dei cittadini che non è mai mancato".
Per il presidente, comunque, “i diritti della minoranza devono essere rispettati tanto e quanto quelli della maggioranza. Sul referendum – ha detto - gli organi competenti decideranno. Ricordo comunque che a livello nazionale ci sono state 12 consultazioni per cui le firme sono state raccolte e poi non sono state fatte".

Il presidente ha intanto annunciato che a gennaio, "entro 30 giorni dall'approvazione della legge, riporteremo in Aula gli articoli stralciati per attuare quanto promesso in campagna elettorale". Tornando sul punto referendum Rossi ha aggiunto che "vedremo strada facendo cosa accadrà, noi andiamo avanti su quella del governo".

21 dicembre 2015
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