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Mobilità sanitaria. Partita da 4,3 miliardi: Lombardia ed Emilia Romagna le più attrattive. In attesa del nuovo Piano le Regioni al lavoro su accordo per il 2020

di L.F.

Approda domani sul tavolo dei governatori il nuovo accordo sulla compensazione della mobilità sanitaria ai fini del riparto 2020. Un giro d’affari di oltre 4,3 miliardi di euro. Lombardia ed Emilia Romagna le regioni più ricercate. Si conferma il fenomeno delle ‘fughe’ dal Sud al Nord anche se sono ben 14 le Regioni che hanno saldi negativi. L’ACCORDOLE TABELLE

30 MAR - Mobilità sanitaria: è sempre fuga dal Sud al Nord. Il dato è confermato dalla lettura delle tabelle predisposte dalle Regioni per la compensazione della mobilità sanitaria ai fini del riparto 2020 dove si conferma un giro d’affari che supera i 4,3 miliardi di euro con Lombardia ed Emilia Romagna le regioni più ricercate e, quindi, con un saldo in attivo. Di contro si nota come siano ben 14 le Regioni che presentano un saldo negativo (ovvero che spendono di più per le cure fuori regioni dei loro cittadini rispetto a quanto incassano per i cittadini che vengono da altre Regioni).
 
In questa graduatoria la Lombardia è la regione che primeggia e presenta un saldo positivo di 697 mln, seguita dall’Emilia Romagna con 338 mln. Al terzo posto la Toscana con 142 mln seguita dal Veneto con 125 mln.
 
Tra le Regioni che invece hanno un saldo negativo primeggia la Campania (-319 mln) seguita da Calabria (-280 mln), Lazio (-215 mln), Sicilia (-212 mln) e Puglia (-192 mln).

 
Con l’accordo che domani sarà sul tavolo dei presidenti si definiscono le tipologie di prestazioni oggetto di compensazione interregionale, i tracciati, le modalità e le tempistiche che regolano lo scambio dei dati.
 
Le prestazioni oggetto di compensazione interregionale regolate da questo accordo sono:
· Ricoveri ospedalieri e day hospital · Medicina generale
· Specialistica ambulatoriale
· Farmaceutica
· Cure termali
· Somministrazione diretta di farmaci
· Trasporti con ambulanza ed elisoccorso
 
In ogni caso il sistema dovrà essere modificato dal nuovo Piano per la mobilità sanitaria che secondo il Patto per la Salute siglato l’anno scorso dovrebbe cambiare le regole del gioco e snellire una procedura burocratica molto complessa. Sta di fatto, che ad oggi con l’emergenza da Coronavirus tutti i lavori per l’applicazione del Patto sono fermi.
 
L.F.

30 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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