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Farmaci. Rapporto Osmed 2014. Spesa farmaceutica a 26,6 miliardi (+1%). Al top dei consumi i cardiovascolari ma la spesa maggiore è per gli anti cancro. Ospedaliera fuori controllo. Nei tetti la territoriale. Balzo del ticket (+4,5%) 


Spesa media 438 euro a testa. Il Ssn copre il 75% degli acquisti. Il 55% degli italiani ha assunto almeno un farmaco durante l’anno. Le donne più degli uomini. Scendono del 3% i consumi di antibiotici. Ormai il 63,8% dei consumi è coperto da farmaci equivalenti e aumentano anche i biosimilari. Calabria al top per i consumi mentre la Campania lo è per la spesa. IL NUOVO RAPPORTO OSMED DELL'AIFA 1-2

21 LUG - La spesa farmaceutica resta sostanzialmente stabile ma segna comunque un segno "più" nel confronto tra 2014 e 2013. In tutto, secondo i dati presentati oggi a Roma dall'Aifa e contenuti nel Rapporto Osmed, tra spesa pubblica e privata si è arrivati a 26,6 miliardi di euro (+1% rispetto al 2013), di cui il 75,0% rimborsato dal SSN.
 
In media, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci ammonta a circa 438 euro. Sono state consumate in media 1,7 dosi al giorno di farmaci di cui il 69,8% a carico del Ssn. Il report rivela anche un ulteriore aumento del 4,5% del ticket e lo sforamento del 27% del tetto sulla farmaceutica ospedaliera cui fa riscontro invece il rispetto di quello della territoriale. Tra le Regioni è la Calabria al top per i consumi mentre la Campania lo è per la spesa.
 
I farmaci cardiovascolari si confermano la categoria a maggior consumo, seguita dai farmaci del sangue e organi emopoietici, dai farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, dai farmaci del Sistema Nervoso Centrale e da quelli dell’apparato respiratorio. Ma sono gli oncologici i primi per spesa a carico del Ssn. Evidenziata da Aifa anche la crescita del 25% delle segnalazioni di eventi avversi.
 
Migliora poi rispetto allo scorso anno l'aderenza alla terapia dei pazienti in trattamento con farmaci antipertensivi e antidepressivi. Mentre si riduce del 3% il consumo di antibiotici rispetto al 2013, ma permangono ampie aree di inappropriatezza. Il 63,8% delle dosi di farmaci consumato ogni giorno è costituita da medicinali a brevetto scaduto, che rappresentano il 24,4% della spesa pubblica. In aumento, infine, l’utilizzo dei biosimilari, soprattutto delle epoetine e dei fattori della crescita, con effetti positivi sulla spesa: un decremento della spesa del -11,0% rispetto al 2013 per i fattori della crescita e del -3,0% delle epoetine.
 
Il consumo di farmaci. In media 1,7 dosi a persona
Nel 2014 in Italia sono state consumate 1.714 dosi di medicinali al giorno ogni 1.000 abitanti (inclusi i consumi erogati dalle farmacie territoriali a carico del SSN e del cittadino e i consumi in ospedale); in media ogni cittadino italiano, includendo anche i bambini, ha assunto ogni giorno poco più di 1,7 dosi di farmaco. Il 69,8% dei consumi è stato erogato a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), mentre il restante 30,2% è relativo a dosi di medicinali acquistati direttamente dal cittadino (acquisto privato di classe A, classe C con ricetta e automedicazione). In totale, per quanto riguarda l’assistenza territoriale sia pubblica che privata, sono state dispensate 1,9 miliardi di confezioni, in aumento rispetto al 2013 del +0,7%. Tale andamento è determinato principalmente dall’aumento delle confezioni dei farmaci di classe A acquistate privatamente dal cittadino (+3,6%) e delle confezioni erogate in assistenza convenzionata (+1,5%), mentre è stata registrata una riduzione delle confezioni dei farmaci in classe C con ricetta (-1,6%) e dei farmaci di automedicazione (-2,8%).
 
La spesa farmaceutica. Nel 2014 crescita dell’1% rispetto al 2013
Nel 2014 la spesa farmaceutica totale, pubblica e privata, è stata pari a 26,6 miliardi di euro, di cui il 75,0% rimborsato dal SSN. In media, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci è ammontata a circa 438 euro. La spesa farmaceutica territoriale complessiva, sia pubblica che privata, è in riduzione rispetto all’anno precedente del -0,1% ed è stata pari a 20.009 milioni di euro. La spesa pubblica, comprensiva della spesa dei farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata (farmacie pubbliche e private) e in distribuzione diretta e per conto di classe A, è stata di 11.848 milioni di euro, ossia il 59,2% della spesa farmaceutica territoriale. Tale spesa ha registrato, rispetto all’anno precedente, una lieve riduzione del -0,2%, principalmente determinata da un aumento della spesa per i farmaci in distribuzione diretta e per conto (+8,2%), controbilanciato dalla riduzione della spesa farmaceutica convenzionata netta (-3,0%).
 
Aumenta il ticket del 4,5%. In 4 anni +34% dal 2010. La spesa a carico dei cittadini, comprendente la spesa per compartecipazione (ticket regionali e differenza tra il prezzo del medicinale a brevetto scaduto erogato al paziente e il prezzo di riferimento), per i medicinali di classe A acquistati privatamente e quella per i farmaci di classe C, ha registrato una riduzione del -0,1% rispetto al 2013. A influire sulla variazione è stata la riduzione della spesa per l’acquisto privato di medicinali di fascia A (-1,9%) e della spesa per i medicinali di Classe C con ricetta (-1,6%), associata a un aumento della compartecipazione del cittadino (+4,5%) e della spesa per i medicinali di automedicazione (+0,2%).
 
Cresce la spesa delle strutture pubbliche e sfora il tetto dell’ospedaliera di 1 miliardo. La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche (ospedali, ASL, IRCCS etc.) è risultata pari a 9 miliardi di euro (148,0 euro pro capite), con un incremento rispetto al 2013 del +4,8%. In questo senso il monitoraggio della spesa farmaceutica ospedaliera 2014 ha evidenziato una spesa di 4.909,2 milioni di euro, con un disavanzo complessivo di +1.084,8 milioni di euro rispetto al livello di finanziamento programmato fissato al 3,5% del FSN (3.824,4 milioni di euro). Tutte le Regioni hanno sfondato il tetto del 3,5% della spesa farmaceutica ospedaliera, Dalla Toscana (5,4% sul finanziamento regionale) al minimo della P.A. di Trento (3,6%). Ok invece la spesa territoriale che invece rispetta il tetto dell’11,35% con una spesa di 12,2 miliardi, 182 mln in meno rispetto al limite di spesa programmato.
 
Le categorie più prescritte. I cardiovascolari sempre al primo posto. Ma gli anticancro sono i primi per spesa pubblica
I farmaci cardiovascolari si confermano al primo posto sia in termini di consumo (536,0 DDD/1000 ab die) sia in termini di spesa farmaceutica totale pubblica e privata (4.087 milioni di euro) seguiti dai farmaci del sangue e organi emopoietici (269,7 DDD ogni 1.000 abitanti die). I farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo si collocano al terzo posto sia in termini di consumo (255,5 DDD ogni 1.000 abitanti die) che di spesa (3.771 milioni di euro), seguiti dai farmaci del Sistema Nervoso Centrale (165,1 DDD ogni 1.000 abitanti die) e da quelli dell’apparato respiratorio (95,4DDD ogni 1.000 abitanti die). Per la prima volta, i farmaci antineoplastici e immunomodulatori si collocano al secondo posto in graduatoria tra le categorie terapeutiche a maggiore impatto di spesa farmaceutica complessiva (3.934 milioni di euro) e al primo posto per spesa pubblica (3.899 milioni di euro). Per l’assistenza convenzionata, le statine tra i farmaci per il sistema cardiovascolare, gli inibitori di pompa tra quelli dell’apparato gastrointestinale e metabolismo e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina tra quelli del sistema nervoso centrale sono le categorie a maggior impatto sulla spesa. Per i farmaci antineoplastici la categoria a maggior impatto sulla spesa e sui consumi dei farmaci acquistati dalle strutture sanitarie sono gli anticorpi monoclonali.
 
Consumo e spesa per età e genere. Il 55% degli italiani ha assunto almeno un farmaco. Le donne più degli uomini
Nel complesso della popolazione, la prevalenza d’uso dei farmaci è stata del 55,0% (51,2% negli uomini e 58,7% nelle donne) con i più alti livelli nella popolazione pediatrica e nella popolazione anziana: la metà dei bambini e quasi il 90% degli anziani (con età superiore ai 74 anni) ha ricevuto almeno una prescrizione durante l’anno. Le fasce di età superiori ai 64 anni evidenziano una spesa pro capite per i medicinali a carico del SSN fino a 3 volte superiore al valore medio nazionale; inoltre, per ogni individuo con età maggiore ai 64 anni, il SSN deve affrontare una spesa farmaceutica oltre 6 volte superiore rispetto alla spesa media sostenuta per un individuo appartenente alle fasce di età inferiori. Differenze di genere sono evidenziabili nelle fasce di età tra i 15 e i 64 anni (la prevalenza d’uso è maggiore del +9% nelle donne rispetto agli uomini). La popolazione con più di 64 anni assorbe il 60% della spesa in assistenza convenzionata e oltre il 65% dei consumi. Le donne sopra i 35 anni fanno registrare una prevalenza d’uso più alta rispetto agli uomini della stessa fascia d'età nell’impiego dei farmaci antineoplastici e immunomodulatori e dei farmaci per il Sistema Nervoso Centrale.
 
Consumo e spesa regionale. Calabria al top per i consumi. Campania per la spesa
La spesa farmaceutica pubblica regionale, nello specifico di quella erogata in regime di assistenza convenzionata, è risultata pari a 8.598 milioni di euro a livello nazionale, a fronte dell’emissione di 609 milioni di ricette, che hanno garantito la dispensazione ai cittadini di 1,1 miliardi di confezioni di medicinali. Per i farmaci in regime di assistenza convenzionata di Classe A-SSN, la Calabria è la Regione con quantità massima di consumi (1.192,4 DDD/1000 ab. die), seguita da Lazio (1.187,6  DDD/1000 ab. die) e Puglia (1.160,4 DDD/1000 ab. die). La spesa lorda pro capite maggiore è della Campania (224,0 euro pro capite), seguita dalla Puglia (218,0 euro pro capite) e dalla Calabria (213,3 euro pro capite). La Provincia autonoma di Bolzano registra la spesa pro capite più bassa con 129,8 euro di spesa pro capite e il minor consumo (765,2 DDD/1000 ab. die). Si confermano significative differenze regionali di consumo e spesa per categoria terapeutica.
 
Farmaci a brevetto scaduto. Rappresentano il 63,8% del mercato
Nel 2014 il consumo di farmaci a brevetto scaduto ha rappresentato il 63,8% dei consumi a carico del SSN (47,2% in regime di assistenza convenzionata e 23,8% per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche). In termini di spesa, i farmaci a brevetto scaduto hanno costituito il 46,6% della spesa netta convenzionata, il 2,8% della spesa dei farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche e complessivamente il 24,4% della spesa pubblica. Sia la spesa sia i consumi dei farmaci a brevetto scaduto, in regime di assistenza convenzionata, e dei farmaci a brevetto scaduto acquistati dalle strutture sanitarie sono in aumento rispetto al 2013. Nel 2014, pantoprazolo, lansoprazolo e omeprazolo continuano a rappresentare i primi principi attivi a brevetto scaduto in termini di spesa convenzionata, mentre octreotide, quetiapina e sodio cloruro in associazione hanno costituito i principi attivi a maggior spesa tra i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche. L'Italia si colloca al terzo posto in Europa in termini di spesa per i farmaci che hanno goduto della copertura brevettuale. Nel 2014 sono stati registrati rilevanti incrementi nell’utilizzo di farmaci biosimilari, soprattutto per i biosimilari del filgrastim.
 
Antibiotici. Scende del 3% il consumo e del 2,8% la spesa
Nel 2014 diminuisce del 3% il consumo di antibiotici, mentre la spesa si riduce del 2,8%. I maggiori consumi in Campania, Puglia, Calabria e Basilicata, mentre nella Provincia autonoma di Bolzano, in Liguria, in Friuli Venezia Giulia e nel Veneto si registrano i consumi più bassi. Le categorie maggiormente impiegate sono state le penicilline, seguite da macrolidi e chinoloni.
 
I farmaci di classe C. Spesa in calo del 2,8%. Ansiolitici e disfunzione erettile al vertice
I farmaci di classe C hanno registrato una spesa pro capite di 48,7 euro, in riduzione rispetto al 2013 del -2,8%, mentre la spesa per i farmaci di automedicazione (SOP e OTC) è stata pari a 38,1 euro pro capite, registrando una riduzione del -1,2%. Tra i farmaci di classe C con ricetta nel 2014 registrano la maggior spesa i derivati benzodiazepinici, in particolare gli ansiolitici (377,2 milioni di euro), seguiti dai farmaci usati per la disfunzione erettile (264,6 milioni di euro) e dalle associazioni fisse estro-progestiniche (216,6 milioni di euro); tadalafil, lorazepam, drospirenone ed etinilestradiolo sono i tre principi attivi a maggior spesa nel 2014. Sul lato dei farmaci di automedicazione diclofenac (140,8milioni di euro), ibuprofene (127,0milioni di euro) e paracetamolo Sintesi 13 (108,9 milioni di euro) sono i principi attivi che hanno registrato la più alta spesa.
 
Appropriatezza d'uso dei farmaci. Migliorano lievemente i dati su aderenza per antipertensivi (+0,2%) e per gli antidepressivi (+0,7%)
Dall'analisi dei dati della Medicina Generale e delle ASL, è emerso un miglioramento dei livelli di aderenza rispetto allo scorso anno per i farmaci antipertensivi (+0,2%) e per gli antidepressivi (+0,7%); per questi ultimi si registra inoltre una diminuzione della percentuale dei pazienti che li assumono in maniera occasionale (-1,6%). Persistono ampie aree di inappropriatezza nell'uso degli antibiotici e dei farmaci per i disturbi ostruttivi delle vie respiratorie. Le analisi confermano il trend di forte crescita dei pazienti in trattamento con farmaci antianemici biosimilari (+54,6% rispetto al 2013), mentre si registra un'importante inversione di tendenza nell'uso degli inibitori di pompa fuori dai criteri di rimborsabilità AIFA (-7,2% rispetto al 2013).
 
Segnalazioni di reazioni avverse ai farmaci. Cresciute del 25%. Basse quelle provenienti dai medici di medicina generale
Nel corso dell'anno 2014 sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) 51.204 segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci. Anche quest'anno il numero delle segnalazioni è in crescita: nel 2014 il tasso è stato di 842 segnalazioni per milione di abitanti, un valore che ha permesso all’Italia di collocarsi nella classifica dell’OMS all’undicesimo posto tra i Paesi al mondo con il più alto tasso di segnalazione e al quarto a livello europeo. È stato registrato un incremento delle segnalazioni rispetto all’anno precedente del +25%. L'aumento è stato osservato principalmente per i vaccini, con un +125% rispetto al 2013, che si spiega principalmente con l'avvio di specifici progetti di farmacovigilanza attiva che nell'anno 2014 sono stati focalizzati principalmente su questa categoria di medicinali. Quasi la metà delle segnalazioni è pervenuto da medici ospedalieri (46%), seguiti da farmacisti (18%) e specialisti (14%). Ancora basse le segnalazioni dai medici di medicina generale (7%). È stato registrato anche un notevole incremento (+491%) delle segnalazioni provenienti dalle aziende farmaceutiche. La maggior parte delle segnalazioni pervenute nel 2014 ha riguardato i farmaci antineoplastici e immunomodulatori (17%), seguiti dai vaccini (14%), dagli antimicrobici generali per uso sistemico (13%), dai farmaci per il Sistema Nervoso Centrale (12%) e da quelli per sangue e organi emopoietici (11%). I principi attivi per cui è stato ricevuto il maggior numero di segnalazioni sono stati il warfarin, l’amoxicillina associato all’acido clavulanico e l’acido acetilsalicilico.
La crescita della Farmacovigilanza ha interessato quasi tutte le Regioni, a esclusione di Valle d'Aosta (-34%), Basilicata (-30%), Puglia (-29%), Piemonte (-13%), Calabria (-4%), Emilia Romagna (-1%). Rispetto al 2013 gli aumenti più consistenti sono stati registrati nella Provincia autonoma di Trento (+386%), in Molise (+210%), Sicilia (+168%), Liguria (+133%) e in Veneto (+97%). Le Regioni con il più alto numero assoluto di segnalazioni e relativo tasso di segnalazione sono state la Lombardia, il Veneto e la Toscana, che complessivamente rappresentano più del 50% di tutte le segnalazioni dell'anno 2014.
 
Autorizzazioni. Nel 2014 immesse in commercio 621 specialità di medicinali
L’attività regolatoria svolta dall’AIFA nel corso del 2014 ha portato all’autorizzazione all’immissione in commercio in Italia di 621 specialità medicinali, in gran parte approvate attraverso la procedura nazionale e dimutuo riconoscimento o decentrata. Contemporaneamente, durante il 2014,sono pervenute all’Agenzia ben 522 richieste di commercializzazione in Italia di nuovi medicinali nelle più disparate aree terapeutiche, benché –peri medicinali di autorizzazione centralizzata – l’area oncologica rappresenti quella dimaggiore interesse. Oltre 15mila diverse confezioni dimedicinali sono state consumate nel corso dell’anno, di cui oltre il 60% rimborsate dal Servizio Sanitario nazionale (SSn). Anche nel 2014 sono stati emanati importanti interventi normativi, alcuni a modifica dei precedenti, che hanno riguardato il governo della spesa farmaceutica, in particolare modo i farmaci innovativi.

21 luglio 2015
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