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Zika virus: una minaccia per le Olimpiadi di Rio

di Maria Rita Montebelli

Mentre i Centers for Disease Control di Atlanta emanano l’allerta per i viaggi in 14 Paesi del Sud e del Centro America, questi stessi Stati, anche per evitare pesanti ripercussioni sul turismo, dichiarano guerra alle zanzare facendo scendere in campo l’esercito per le fumigazioni o gli scienziati per una forma avanzatissima di guerra biologica. Ma intanto Rio trema, alla vigilia dei prossimi Giochi Olimpici

18 GEN - Alla fine, come previsto, lo scorso fine settimana i CDC di Atlanta hanno diramato un warning temporaneo per i viaggi in 14 Paesi di Sud e Centro America. Gli esperti sconsigliano alle donne in gravidanza, in qualsiasi trimestre, e a quelle che ne stanno pianificando una, di non recarsi, salvo gravi motivi e comunque con la massima protezione contro le punture delle zanzare, in questi Paesi: Brasile, Colombia, El Salvador, Guiana francese, Guatemala, Haiti, Honduras, Martinica, Messico, Panama, Paraguay, Suriname, Venezuela e Porto Rico.
 
La misura precauzionale è stata presa a seguito del riscontro di un numero di casi eccezionali di neonati nati microcefali in Brasile, fenomeno messo appunto in correlazione con l’infezione da Zika virus, contratta in gravidanza.
La paura degli esperti è ora che questa epidemia si diffonda rapidamente, anche più a Nord, andando ad interessare gli Stati Uniti, visto che molti dei Paesi interessati sono popolari mete turistiche , per americani ma anche per noi europei. In più, c’è da considerare che Il Brasile, uno dei Paesi più colpiti, ospiterà ad agosto la prossima edizione dei giochi olimpici.
 
E il Brasile non vuole certo correre rischi. Per questo – stando a quanto riporta il New York Times di ieri, ha fatto scendere in campo anche l’esercito, nella guerra alle zanzare Aedes aegypti. Lo stato più colpito è il Pernambuco dove, come riporta il quotidiano Folha de S. Paulo, il Ministero della Salute ha confermato  nelle ultime settimane 487 casi di microcefalia (dall’inizio dell’epidemia, in tutto il Paese, ne sono stati registrati 3.500). Insomma una tragedia.
 
Henrique Alves, ministro del turismo brasiliano ha reagito male alla decisione dei CDC, sottolineando che le autorità brasiliane stanno adottando misure  severe per contenere la diffusione dell’epidemia e ha dichiarato al New York Times, che secondo lui non c’è alcun pericolo per le donne in gravidanza e che questa epidemia non avrà alcuna ripercussione sui giochi olimpici. Altri però fanno notare che in Brasile lo scorso anno si sono verificati oltre 1,6 milioni di casi di dengue, altra malattia trasmessa da zanzare, che ha provocato 863 decessi.
 
Nel frattempo la Colombia reagisce con la guerra biologica, combattendo cioè le Aedes, per mezzo di altre zanzare ‘trattate’ con un batterio particolare (Wolbachia), per impedire la trasmissione di malattie quali dengue e Zika. Si tratta di un progetto condotto dal Program for Control and Study of Tropical Diseases (PECET) presso l’Università di Antioquia, in collaborazione con la Monash University australiana.
La Wolbachia infetta il 70% degli insetti e viene utilizzata per uccidere le Aedes aegypti; oltre a ridurre il ciclo vitale delle zanzare, questo batterio le rende immuni al virus, prevenendo così la diffusione della malattia. Innocuo per l’uomo, si è dimostrato in grado di controllare la diffusione della febbre dengue, altra malattia per la quale non si dispone né di terapie, né di efficaci misure di prevenzione. Si spera dunque che questa strategia possa funzionare anche per lo Zika virus.
 
Anche El Salvador, Paese dove si contano già oltre 3.800 casi di infezione da Zika sta correndo ai ripari con campagne di fumigazione estensive. Qui la preoccupazione è per gli adulti; ad oggi – riferisce Violeta Menjívar, ministro della salute di questo Paese – sono stati registrati 46 casi di sindrome di Guillain-Barré.
 
Pablo Kuri Morales, sottosegnario alla Promozione della Salute e della Prevenzione del Messico ha annunciato che le autorità sanitarie di questo Paese stanno preparando una campagna radio-televisiva per informare la popolazione e in particolare le donne in età fertile,  sui rischi dell’infezione da Zika virus. Ma è comunque critico su questowarning a tappeto che – afferma – di certo non interessa le zone montuose, dove di zanzare non ce n’è neppure l’ombra.
 
Gli fanno eco i responsabili organizzativi delle Olimpiadi di Rio, che ricordano come ad agosto, mese in cui si terranno i giochi, nell’emisfero meridionale è inverno e le zanzare dovrebbero dunque essere più clementi. Un’affermazione questa subito smentita dai virologi che ricordano come le zanzare in Brasile siano in piena attività tutto l’anno.
 
Decisamente pessimista infine è Isaac I. Bogoch, infettivologo dell’università di Toronto e coautore dell’articolo pubblicato la scorsa settimana da Lancet sulla possibile diffusione stagionale del virus Zika. Il New York Times riporta che secondo lui le Olimpiadi potranno fare da catalizzatore per lo Zika virus, arrivato in questo Paese, secondo alcuni ricercatori, in occasione di un altro mega-evento sportivo, i mondiali di calcio del 2014. “In Brasile per le Olimpiadi arriveranno persone da tutto il mondo – ricorda Bogoch – e la preoccupazione è che queste persone contraggano l’infezione e la portino nei loro Paesi di provenienza.” In questo modo la malattia potrebbe diffondersi rapidamente in tutto il mondo. Zanzare permettendo.
 
Maria Rita Montebelli

18 gennaio 2016
© Riproduzione riservata

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