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Salute donne. Nella UE malattie da sostanze chimiche costano più di 1,4 mld

di Kathryn Doyle

Secondo i risultati di una nuova analisi, i problemi sulla salute dell’apparato riproduttivo delle donne, causati dall’esposizione a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino, nell’Unione Europea possono determinare un costo economico-sanitario di oltre 1,4 miliardi di euro. 

05 APR - (Reuters Health) – Di fatto, l’esposizione a queste sostanze chimiche – presenti in bottiglie di plastica, lattine per alimenti in metallo, detergenti, ignifughi e cosmetici – è stata correlata a una vasta gamma di malattie, tra cui autismo, diabete e obesità” ha detto l’autore senior dello studio Leonardo Trasande della New York University school of Medicine di New York City.
 
Trasande e colleghi hanno esaminato il costo dell’esposizione a tali sostanze che interferiscono sull’apparato endocrino in termini di endometriosi e fibromi uterini. Per questa analisi i ricercatori hanno combinato i dati provenienti da 12 studi europei che hanno misurato l’esposizione delle donne con fibromi uterini al diphenyldichloroethene (DDE). Inoltre hanno esaminato l’esposizione agli ftalati nelle donne adulte e la presenza di endometriosi.
 
Per stimare i livelli di queste sostanze chimiche nelle donne, sono stati utilizzati i dati di due studi precedenti condotti in Europa. Uno dei due aveva analizzato i livelli di DDE in donne di età compresa tra 15 e 54 anni, e l’altro aveva esaminato le concentrazioni di ftalati urinari in donne dai 20 ai 24 anni. Le stime dei costi per il trattamento dei fibromiprovenivano da database nazionali di Inghilterra, Germania e Francia. I dati sui costi di trattamento dell’endometriosi provenivano dal Belgio. Sono stati così attribuiti all’esposizione da DDE, 56.000 casi di fibromi tra le donne europee nel 2010, pari a 163 milioni di euro di costi economici e sanitari. Per l’endometriosi, gli ulteriori 145.000 casi attribuiti agli ftalati possono arrivare a un costo di 1,25 miliardi di euro, come riportato dagli autori nell’articolo pubblicato dal Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism. Tuttavia, la forza dell’evidenza dei dati utilizzati per sviluppare queste stime è stata bassa, e per le prove tossicologiche che collegano le sostanze chimiche ai risultati, è stata solo moderata.

I commenti
“I bambini nel grembo materno sono particolarmente vulnerabili a queste sostanze, anche se questo aspetto non faceva parte dell’analisi. politici dovrebbero fare di più per rimuovere le sostanze chimiche dalla circolazione”, ha dichiarato il Niels E. Skakkebaek, che studia queste sostanze chimiche presso l’Università di Copenhagen in Danimarca. “C’è ancora molta incertezza, ma in ultima analisi, questo studio fornisce anche un contesto delle politiche attive in Europa,” ha detto Trasande. “L’analisi si è basata su ciò che avviene in Europa, ma per quanto ne sappiamo dai dati dei CDC americani, l’esposizione è simile se non superiore negli Stati Uniti. E i costi sono suscettibili di essere dello stesso ordine di grandezza o anche maggiori”, ha detto. “E’ estremamente difficile evitare l’esposizione a queste sostanze”, ha concluso Elizabeth E. Hatch, docente di epidemiologia presso la Boston University School of Public Health. “Si può limitare l’esposizione cercando di mangiare cibi per lo più organici o coltivati localmente, evitando i cibi in scatola, e limitando l’uso di cosmetici o lozioni o alla ricerca di prodotti che sono meno dannosi”.
 
Fonte: J Clin Endocrinol Metab 2016
 
Kathryn Doyle
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

05 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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