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Cannabis: ecco tutti gli effetti, nel bene e nel male, sulla salute. Maxi rapporto dagli Stati Uniti

di Maria Rita Montebelli

Un esaustivo rapporto del National Academies of Sciences, Engineering e Medicine offre lo  stato dell’arte delle conoscenze mediche sulla cannabis, con particolare attenzione all’impatto sulla salute di cannabis e derivati (marijuana e cannabinoidi): dagli effetti terapeutici, all’aumentato rischio di sviluppare alcune forme di tumore, disturbi psichiatrici o altro. Il panel di esperti che ha redatto il rapporto ha preso in esame oltre 10 mila pubblicazioni scientifiche dal 1999 ad oggi.

13 GEN - E’ la sostanza d’abuso più ampiamente utilizzata nel mondo occidentale, ma sugli effetti della cannabis sulla salute sono in pochi ad avere le idee chiare. E mentre un numero sempre maggiore di Stati americani la sta legalizzando, sia per uso terapeutico che ricreativo, la cannabis resta la sostanza d’abuso più utilizzata negli Usa. Secondo una recente survey, sarebbero 22,2 milioni gli americani di età superiore ai 12 anni che ne hanno riferito il consumo nell’arco del mese antecedente al sondaggio. Il 90% degli adulti ne riferisce l’uso a scopo ricreativo, mentre solo il 10% la utilizzerebbe con finalità curative. Tra il 2002 e il 2015 la percentuale di quanti riferiscono di aver fatto consumo di cannabis nel mese precedente, è aumentata dal 6,2 all’8,3%.
 
Di fronte a questi numeri, le National Academies of Sciences, Engineering e Medicine hanno deciso di fare il punto della situazione, attingendo a quanto pubblicato in letteratura scientifica dal 1999 ad oggi. Il corposo rapporto, che ha esaminato oltre 10 mila lavori,  è stato redatto da unpanel di esperti, presieduto da Marie McCormick, professore of salute materno-infantile, dipartimento di scienze sociali e comportamentali presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health e professore di pediatria presso la Harvard Medical School (USA). Il rapporto è pubblicato sul sito della National Academies Press ed è consultabile gratuitamente.
 
“La crescente accettazione, disponibilità e il conseguente uso sempre più diffuso della cannabis – afferma la McCormick - stanno sollevando una serie di preoccupazioni di salute pubblica. A questo si aggiunge il fatto che una mancanza di conoscenze realmente complete sugli effetti della cannabis ha generato incertezza sui suoi eventuali effetti positivi o negativi per la salute. Per questo abbiamo portato avanti questa revisione ampia e approfondita delle ricerche più recenti, al fine di chiarire cosa la scienza dice al riguardo e di mettere in luce le aree che hanno bisogno di ulteriori approfondimenti”.
 
Effetti terapeutici
Cannabis e cannabinoidi vengono utilizzati nel trattamento del dolore cronico negli adulti e secondo gli autori del report le evidenze scientifiche disponibili confermano che gli utilizzatori presentano una significativa riduzione dei sintomi dolorosi. Negli adulti con sclerosi multipla affetti da spasmi, l’assunzione a breve termine di ‘cannabinoidi orali’ migliora il sintomo. E ancora, negli adulti che presentino nausea e vomito da chemioterapia, alcuni cannabinoidi orali sono efficaci nel prevenire e nel trattare questi problemi.
 
Incidenti e morte
Le evidenze epidemiologiche confermano un aumentato rischio di rimanere coinvolti in incidenti stradali da parte di chi fa uso di cannabis prima di mettersi alla guida. Negli Stati Usa dove la cannabis è legale ci sono state segnalazioni di overdose accidentali nei bambini, soprattutto per ingestione (78% dei casi). Dal 2000 al 2013 il numero di chiamate ai centri antiveleni, correlate all’esposizione alla cannabis nei bambini al di sotto dei 6 anni è risultato infatti superiore di 2,82 volte negli Stati che ne hanno legalizzato l’uso.
 
Cancro
Secondo il rapporto appena pubblicato, l’uso di cannabis non si associa ad aumentato rischio di quei tumori (polmone, testa collo), correlati al fumo di sigaretta. Scarse sono anche le evidenze che legano l’uso di cannabis ad un aumentato rischio di sviluppare un particolare tipo di tumore testicolare; analogamente non vi sono prove sufficienti che leghino l’uso di cannabis da parte del padre e della madre in gravidanza ad un aumentato rischio di tumori nella prole.
 
Infarti, ictus, diabete
Alcuni studi suggeriscono che l’uso di cannabis potrebbe scatenare un infarto; si tratta tuttavia di un’area grigia che necessita di ulteriori ricerche; stessa cosa per il rischio di diabete o di ictus.
 
Patologie respiratorie
Fumare cannabis regolarmente si associa ad una maggior frequenza di episodi bronchitici cronici e ad un peggioramento dei sintomi respiratori (tosse produttiva cronica). Abbandonare questa abitudine secondo gli esperti potrebbe associarsi ad un miglioramento di queste condizioni. Gli studi disponibili al momento non consentono di trarre conclusioni certe in merito ad una aumentato rischio di BPCO, asma o peggioramento della funzionalità respiratoria, legati all’uso della cannabis.
 
Immunità
Mancano dati sulla relazione cannabis-immunità, sia nella popolazione generale che in quella con infezione da HIV. Piccoli studi suggeriscono che l’esposizione regolare alla cannabis potrebbe esercitare un’azione anti-infiammatoria.
 
Salute mentale
Gli studi analizzati dal rapporto suggeriscono che l’uso di cannabis potrebbe aumentare il rischio di sviluppare schizofrenia, altre psicosi, disturbo d’ansia sociale e in misura minore depressione.
D’altra parte, nei soggetti affetti da schizofrenia o altre psicosi, una storia di uso di cannabis potrebbe essere legata a migliori performance nei processi di apprendimento e mnemonici.
I forti consumatori di cannabis riferiscono più di frequente pensieri suicidari. Nei soggetti bipolari dediti ad uso quasi quotidiano di cannabis, i sintomi risultano peggiori rispetto ai non utilizzatori.
 
Consumo problematico di cannabis; abuso di altre sostanze
All’aumentare della frequenza di utilizzo, aumenta il rischio di sviluppare un consumo problematico di cannabis, a maggior ragione in chi vi si avvicina in giovane età.
L’utilizzo di cannabis inoltre aumenta la possibilità di avvicinarsi ad altre droghe, prima di tutto il tabacco. Ci sono inoltre anche discrete evidenze che legano il consumo di cannabis allo sviluppo di dipendenza e disordini da abuso da altre sostanze, quali alcol, tabacco e altre droghe.
 
Effetti psicosociali
Gli studi esaminati dal panel di esperti hanno evidenziato che subito dopo l’impiego di cannabis i processi di apprendimento, memoria e attenzione risultano alterati. Ci sono anche limitate evidenze di una persistenza di alterazioni nei campi cognitivi di apprendimento, memoria e attenzione nei soggetti che hanno smesso di fumare cannabis. Altri studi suggeriscono che l’uso di cannabis potrebbe essere correlato a qualche problema di risultato scolastico, ma anche nelle relazioni e nei ruoli sociali. Altri studi sembrano suggerire un’associazione tra uso di cannabis e aumentati tassi di disoccupazione e di basso income.
Gli strati neuronali deputati allo sviluppo delle funzioni cognitive sono attivi al massimo nei periodi dell’adolescenza e nella prima età adulta, che è proprio quando la maggior parte delle persone comincia ad avvicinarsi alla cannabis.
 
Esposizione prenatale, perinatale e neonatale
Fumare cannabis in gravidanza si associa ad un minor peso alla nascita del bambino secondo alcuni studi.
 
Maria Rita Montebelli

13 gennaio 2017
© Riproduzione riservata

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