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Artrite reumatoide. Celano (Apmar): “Includiamo la reumatologia nei nuovi Lea”


È quanto auspica la Presidente dell’Associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare Onlus che chiede anche la piena attuazione in tutte le Regioni del Piano nazionale delle cronicità. Dalla ricerca farmacologica arrivano sempre più risposte ai bisogni insoddisfatti dei pazienti

13 APR - È ancora troppo scarsa l’attenzione verso le malattie reumatiche da parte delle istituzioni. È quanto sottolinea la Presidente Apmar Onlus Antonella Celano, che auspica un riconoscimento esplicito nei Lea di queste patologie, e ricorda anche come il Piano nazionale della cronicità segni ancora il passo in molte Regioni. Sul fronte delle terapie invece aumentano le opzioni farmacologiche per rispondere ai bisogni insoddisfatti dei malati.
 
“Il piano nazionale delle cronicità non è ancora stato recepito in molte realtà locali – ha detto Celano – sarebbe quindi opportuno che in ogni Regione gli uffici dedicati iniziassero a lavorare per renderlo fruibile. Anche perché contiene importanti novità sul fronte dei percorsi di cura e della presa in carico dei pazienti, nonostante manchi un riferimento specifico alle patologie reumatologiche”.
 
Anche i nuovi Lea, se ha un lato hanno portato importanti novità per i cittadini, dall’altro non hanno soddisfatto pienamente le aspettative dei malati reumatici. “I Lea rappresentano una grande speranza per i cittadini – ha aggiunto Celano –  ma purtroppo nonostante l’ampliamento del numero delle patologie coperte dal Ssn sono state escluse nell’elenco delle malattie rare importanti malattie, e non sono stati inclusi nelle patologie croniche alcuni esami di follow up. Ma la grande assente è proprio la reumatologia. Non è stata nominata e rientra genericamente nella voce ‘altre’. Da una prima lettura si evince quindi che la reumatologia è stata cassata e, di fatto, è come se la figura del reumatologo non esistesse più. Diventa quindi legittimo per il paziente chiedersi che debba fare una capillaroscopia, un’infiltrazione, un’ecografia osteoarticolare. I malati sono quindi preoccupati. Per questo – ha aggiunto – le associazioni e le Società scientifiche hanno deciso di lavorare congiuntamente per presentare al tavolo di revisione dei Lea, prima che si riunisca la Commissione, un documento con le correzioni del caso. È assurdo eliminare una branca come la reumatologia. Questo non fa sparire i malati che anzi, saranno curati peggio con un aggravio importante sul sistema in termini di costi sociali”.
 
Sul fronte delle terapie invece le risposte che arrivano dalla ricerca farmacologica sono sempre più incoraggianti e ampliano gli strumenti disponibili per migliorare le cure e compensare i bisogni insoddisfatti dei malati. Recentemente è stata approvata dalla Commissione Europea una nuova molecola (baricitinib), che agendo con un meccanismo d’azione totalmente innovativo consente di trattare quei pazienti adulti con artrite reumatoide, da moderata a grave, che non ottengono miglioramenti significativi, o sono intolleranti, ai Dmard, sia in monoterapia sia associazione con metotrexato.
 
“Nuove armi terapeutiche sono sempre ben venute perché consentono ai medici di migliorare le possibilità di curare i pazienti e a questi ultimi di trovare risposte ai loro bisogni insoddisfatti – ha aggiunto Celano – in particolare avere una nuova molecola che, come emerso da studi scientifici, agisce sul dolore, sulla rigidità articolare e sulla fatica è molto importante. Il dolore segue, infatti, il malato in tutta la sua vita e poterlo attenuare ne migliora la sua qualità di vita, anche la possibilità di poter assumere un farmaco per via orale semplifica la quotidianità dei malati”.

13 aprile 2017
© Riproduzione riservata

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