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Arriva ‘Treemap’: la nuova analisi di qualità degli ospedali. Al top quelli lombardi, in coda i campani. E la Sicilia fa come la Toscana


16 DIC - La novità più rilevante dell’edizione 2016 del PNE riguarda il nuovo strumento di valutazione sintetica, cosiddetta “Treemap”. A partire da quest’anno infatti ogni struttura può essere valutata sia sulla base dei risultati ottenuti per ciascuno degli indicatori del PNE sia sulla base di un’analisi sintetica per area clinica, operata tenendo conto della validità e del peso differente di ciascun indicatore.

Sono 7 le aree cliniche principali considerate ai fini di questa nuova valutazione per struttura: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare.

Sul Treemap si baserà monitoraggio strutture per Piani di rientro ospedali. Questo nuovo strumento di valutazione, cosiddetto Treemap, consentirà alle Regioni di individuare e monitorare le strutture da sottoporre a piani di efficientamento e riqualificazione, come previsto dal DM del 21 giugno 2016 sui “Piani di efficientamento e riqualificazione” attuativo della legge di stabilità 2016. Le strutture saranno quindi chiamate a presentare alla propria Regione di appartenenza il piano di riqualificazione qualora presentino una o più aree cliniche rientranti nella classe molto bassa di valutazione (rossa) corrispondenti al 15% dell’attività totale, oppure qualora rientrino in una o più aree nella classe bassa di valutazione (arancione) corrispondenti al 33% dell’attività complessiva. (Secondo un nostro primo calcolo sono 11 le Aziende ospedaliere a rischio).

Come si legge la valutazione. Nello specifico, (vedi tabella qui sotto) l’analisi di ogni struttura è rappresentata graficamente da un rettangolo suddiviso al suo interno in piccoli rettangoli di dimensione e colori diversi che corrispondono alle aree cliniche considerate. La grandezza dei rettangoli è proporzionale al volume di attività nell’area clinica di riferimento rispetto al totale dell’attività complessiva delle diverse aree cliniche della struttura. Il colore corrisponde invece alla valutazione conseguita: punteggio molto alto = verde scuro, alto = verde chiaro, punteggio medio = giallo, basso = arancione, molto basso = rosso e dati non disponibili = grigio.
 

 
 


I risultati
Nella Figura 1 è possibile visualizzare per ciascuna regione la proporzione di strutture ospedaliere che nel 2015 riportano livelli di qualità alti o medio-alti, in almeno la metà delle attività valutate della struttura. Ad esempio, nella Regione Toscana tra il 15% e il 30% delle 81 strutture ospedaliere presentano livelli di qualità alti o molto alti in almeno il 50% delle loro attività.

Nel 2015, a livello nazionale, le strutture che raggiungono livelli di qualità alti o molto alti, con specifico riferimento alle aree valutate, sono il 14,7% del totale delle strutture valutate dal PNE. Se gli stessi criteri fossero stati applicati nel 2010, le strutture sarebbero state meno del 9%, a testimonianza dei risultati positivi raggiunti dai diversi sistemi sanitari regionali.

Tra le Regioni con più strutture (tra il 30 e il 50%) che riportano livello di qualità elevato c’è la Lombardia, la Valle d’Aosta, la Pa di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia. Poi Toscana, Pa Trento e Sicilia che hanno tra il 15 e il 30% di strutture di livello di qualità.
 
FIGURA 1

  
 
 
Nella Figura 2 è riportata invece la percentuale di strutture con livelli bassi o molto-bassi di qualità, con specifico riferimento alle aree cliniche valutate, in almeno il 50% dell’attività valutata. A fronte di una media nazionale del 10%, in Campania e in Abruzzo sono circa un terzo le strutture con livello di qualità basso o molto basso. In generale a parte la Sicilia in tutte le Regioni meridionali la percentuale di strutture con livelli bassi è tra il 15 e il 30%. Nel resto d’Italia la percentuale è inferiore al 15%.
 
FIGURA 2

 
 

16 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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