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Tabacco. Rapporto Oms: 6 milioni di morti l’anno nel mondo. Ma la prevenzione migliora


E' ancora strage. Ma sono ormai 2,5 miliardi le persone coinvolte in programmi di dissuasione dal fumo. Dal divieto nei locali pubblici a quelli sulla pubblicità. E poi avvertenze e messaggi anti fumo sui pacchetti di sigarette. Ma anche servizi di supporto e asistenza a chi vuole smettere. Il rapporto.

11 LUG - Due miliardi e mezzo. Un terzo della popolazione mondiale. Un numero pari a tutti gli abitanti dell’India e della Cina messi insieme. Questa la cifra record di persone che nel mondo sono coperte da almeno una delle misure “salvavita” che tentano di limitare il consumo di tabacco, dai divieti di fumo nei luoghi pubblici o di lavoro a forti avvisi sui pacchetti di sigarette, passando per servizi sanitari/di supporto specifici. Il numero è più che raddoppiato negli ultimi cinque anni. A dirlo è l’ultimo report dell’Oms, che si è occupato proprio di censire i numeri dell’“epidemia” di consumo di tabacco nel mondo: secondo i dati raccolti, già solo le persone che vivono in luoghi in cui esistono divieti sulla pubblicizzazione, la promozione  o la sponsorizzazione del fumo sono aumentate di almeno 400 milioni di persone, la maggior parte delle quali nei paesi a basso e medio reddito. Inoltre, il report mostra che 3 miliardi di persone sono sottoposte a campagne pubblicitarie contro il tabacco. E così, come risultato, centinaia di milioni di non fumatori hanno meno probabilità di iniziare.
 
Ma chiaramente la situazione non è completamente rosea: per raggiungere il target di una riduzione del 30% del consumo di tabacco entro il 2025 molte più nazioni dovranno implementare programmi anti-sigaretta più completi.
 
Quali mezzi per combattere il fumo
Secondo l’Oms, i divieti sulla pubblicizzazione, la promozione  o la sponsorizzazione del fumo sono uno degli strumenti più potenti per limitare il consumo di tabacco. Ad oggi, 24 nazioni, per una popolazione complessiva di 694 milioni di persone, hanno introdotto il completo divieto, mentre 100 altre nazioni sono vicine a questo risultato. D’altro canto 67 nazioni al mondo non hanno alcun divieto sulla pubblicizzazione/sponsorizzazione, oppure hanno divieti blandi, che non includono la promozione su emittenti televisive pubbliche o sulla carta stampata. “Se non stringiamo sulla pubblicità alle sigarette, gli adolescenti e i giovani continueranno ad essere attirati al consumo di tabacco da una industria che non è mai stata così aggressiva”, ha detto Margaret Chan, direttore generale dell’Oms. “Ogni nazione ha la responsabilità di proteggere la sua popolazione dalle malattie, le disabilità e le morti legate al fumo di sigaretta”.
Il tabacco uccide 6 milioni di persone al mondo ogni anno, ed è la causa principale delle morti prevenibili: può causare cancro, malattie cardiovascolari, diabete e patologie respiratorie croniche. Se il trend di consumo attuale dovesse continuare così com’è, si stima che il numero di morti associate al fumo possa arrivare a 8 milioni l’anno entro il 2030. “Sappiamo che solo il completo divieto sulla pubblicizzazione, la promozione  o la sponsorizzazione del fumo è efficace”, ha sottolineato Douglas Bettcher, direttore del dipartimento dell’Oms che si occupa di prevenzione delle malattie non trasmissibili. “Le nazioni che hanno introdotto il divieto totale insieme ad altre misure di controllo del consumo di tabacco, sono state capaci di ridurlo in maniera significativa in pochi anni”.
 
Altre misure per ridurre il consumo di tabacco
Quello già nominato del divieto di pubblicizzazione non è l’unico metodo efficace per tenere sotto controllo il consumo di tabacco. Tra gli altri elencati nel report, ci sono anche:
- avvertenze e messaggi di dissuasione dal consumo di sigarette sui pacchetti sono state usate in maniera efficace da molte nazioni. Negli ultimi cinque anni, un totale di 20 nazioni, con una popolazione totale di 657 milioni di abitanti, hanno posto forti messaggi di avviso sulla salute, con 11 nazioni (265 milioni di abitanti) che lo hanno fatto dal 2010;
- più di mezzo miliardo di persone in nove nazioni hanno avuto accesso per la prima volta negli ultimi cinque anni a servizi di sostegno per smettere di fumare. Un progresso che però dal 2010 è stato lento, visto che solo 85 milioni di abitanti in più (4 nazioni) negli ultimi anni hanno potuto usufruire di nuovi servizi gratuiti di questo tipo, come ad esempio un numero verde nazionale;
- la creazione di luoghi di lavoro o pubblici in cui non è possibile fumare continua ad essere la più comune misura di contrasto alla diffusione del consumo di tabacco. Ci sono 32 nazioni che hanno approvato divieti totali di fumo in tutti i posti di lavoro, luoghi e trasporti pubblici dal 2007 al 2012, proteggendo circa 900 milioni di persone in più rispetto a prima. Dal 2010 sono state 12 le nazioni che si sono aggiunte, per un numero di abitanti pari a 350 milioni di persone.
 
MPOWER e le sei misure efficaci
Nel 2008, l’Oms ha identificato – sulla base delle evidenze scientifiche disponibili – le sei misure di controllo del consumo di tabacco più efficaci per ridurre il fumo. Note come MPOWER, queste misure corrispondono a una o più delle richieste incluse nel WHO Framework Convention on Tobacco Control, trattato approvato dall’Oms nel 2003 proprio per ridurre la diffusione delle sigarette. Le sei misure sono: monitorare l’uso del tabacco e le politiche di prevenzione utilizzate, proteggere le persone dal fumo di sigaretta, offrire aiuto a chi vuole smettere di fumare, avvisare la popolazione dei pericoli legati al tabacco, aumentare i divieti sulla pubblicizzazione, promozione e sponsorizzazione del fumo, aumentare le tasse sul tabacco.
“Dal 2003 molte cose sono state migliorate. E ancor di più dal 2008. Ma molto ancora rimane da fare, per assicurare che tutti questi successi possano aumentare”, si legge nelle conclusioni del report. “Nonostante il numero di nazioni che hanno stabilito misure efficaci di controllo del consumo di tabacco siano aumantate, più della metà delle nazioni non fornisce ancora alcun tipo di protezione di alto livello per la propria popolazione. E mentre il numero di persone tutelate almeno con una delle misure è aumentato in maniera sostanziale, due terzi della popolazione mondiale ancora non è protetta in neanche uno dei modi elencati”.
I successi dimostrati da molte nazioni nell’applicare misure che tendano alla riduzione della richiesta mostra che è possibile contrastare in maniera efficace l’“epidemia” di uso del tabacco. “E quindi salvare vite, a prescindere da dimensioni delle nazioni o dal loro reddito”, concludono gli esperti nel documento. “E per questo ci sarà bisogno di accelerare il processo di instaurazione di queste misure, in tutte le nazioni, per poter salvare ancora più vite”.

11 luglio 2013
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