Due composti chimici sempre più usati a livello industriale e quindi sempre più diffusi nell’ambiente potrebbero avere effetti tossici per la salute umana. Ricercatori dell’Università Cattolica di Roma hanno infatti individuato, per ora in cellule in provetta, che i sali di rodio e iridio in concentrazioni compatibili con quelle cui si è esposti in ambito professionale, causano danni al Dna e alterano la crescita cellulare. Inoltre, studi su ratti hanno permesso di evidenziare che dette concentrazioni possono avere un’influenza sul sistema immunitario dell’animale. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica 'Toxicology in Vitro'.
Negli ultimi anni la richiesta di rodio da parte dei diversi settori industriali in cui il metallo è impiegato è cresciuta costantemente passando dalle 20,3 tonnellate del 2009 alle 25,7 tonnellate del 2011. In particolare, la domanda di rodio è aumentata nel settore dell’industria chimica e del vetro. Per quanto riguarda l’iridio, la domanda industriale di questo metallo è cresciuta significativamente passando dalle 2,3 tonnellate del 2009 alle 8,5 tonnellate del 2011. In questo caso il maggiore aumento dell’impiego dell’iridio si è verificato nell’industria dell’elettronica.
Il rodio e l’iridio vengono impiegati principalmente nell’ambito dell’industria automobilistica per la produzione delle marmitte catalitiche.
Di recente numerosi studi sulle concentrazioni di questi metalli in differenti matrici ambientali hanno evidenziato un progressivo incremento dei livelli ambientali di rodio e iridio, in particolare nella polvere stradale, nel terreno, nelle piante e nei sedimenti marini.
Nello studio dei ricercatori della Cattolica gli effetti tossici dei sali di rodio e di iridio sono stati indagati in cellule in provetta. È emerso che entrambi i composti inibiscono la crescita delle cellule in coltura con un meccanismo dose-dipendente e tempo di esposizione-dipendente (cioè gli effetti nocivi sono proporzionali a dose e tempo di esposizione), per esempio inducendo morte cellulare. Inoltre causano danni al DNA, precisamente rotture della doppia elica.
Fenomeni di abrasione e il normale deterioramento delle marmitte catalitiche causano l’immissione di questi metalli nell’ambiente determinando un progressivo e costante incremento delle loro concentrazioni. Per questo motivo il rischio riguarda anche la popolazione generale, soprattutto le categorie di lavoratori esposte al traffico dei veicoli come i vigili urbani o i conducenti dei mezzi di trasporto del servizio pubblico o privato.