Hikikomori. Schillaci: “Ogni giovane che si chiude in casa è una sconfitta per tutti noi”

Hikikomori. Schillaci: “Ogni giovane che si chiude in casa è una sconfitta per tutti noi”

Hikikomori. Schillaci: “Ogni giovane che si chiude in casa è una sconfitta per tutti noi”
Il ministro Schillaci, rispondendo al question time di Ruffino (Az) alla Camera sul fenomeno degli hikikomori, ha illustrato le azioni già avviate dal Ministero: monitoraggio dei servizi neuropsichici, formazione nelle scuole, protocolli con Unicef e Miur e tre nuovi progetti CCM per la prevenzione del disagio giovanile. “Ogni giovane che si chiude in casa è una sconfitta per tutti noi”.

Durante il question time alla Camera, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha risposto all’interrogazione dell’onorevole Daniela Ruffino (Azione) sul fenomeno degli hikikomori, sottolineando l’importanza di affrontare il ritiro sociale giovanile come una priorità sanitaria e sociale.

“Quasi due anni fa quest’Aula ha approvato una serie di mozioni sul fenomeno degli hikikomori, un impegno preciso per sensibilizzare, prevenire e contrastare questa forma estrema di isolamento giovanile”, ha ricordato Schillaci. “È giusto oggi che rendiamo conto di quello che stiamo facendo.”

Il ministro ha evidenziato le iniziative intraprese dal Ministero della Salute, tra cui il finanziamento del progetto “Effetti dell’emergenza pandemica Covid-19 sui minori di età” nel 2022, che ha prodotto dati affidabili e strategie basate su evidenze per promuovere la “salute mentale positiva”. “Abbiamo creato un sistema per monitorare tempestivamente gli accessi ai servizi neuropsichici e alle dipendenze tra i minori”, ha spiegato.

Schillaci ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni, professionisti, famiglie e gli stessi ragazzi, che ha portato all’attivazione di un sistema di sorveglianza interregionale. Tra gli strumenti pratici messi in campo, il ministro ha menzionato lo sviluppo di un modello di analisi dei flussi informativi per intercettare tempestivamente le problematiche di salute mentale dei giovani e la raccolta di buone prassi per creare kit formativi specifici per le scuole.

“Abbiamo tradotto e adattato il manuale Mental Health in Schools dell’Organizzazione mondiale della sanità, implementando materiali informativi sulla piattaforma dell’Istituto superiore di sanità”, ha aggiunto Schillaci. “In accordo con la rete scuole che promuovono la salute, abbiamo attivato percorsi formativi per docenti, referenti scolastici e peer educator.”

Nel programma CCM 2024, sono stati finanziati tre progetti specifici riguardanti adolescenze e tentativo di suicidio, modelli organizzativi per la presa in carico precoce e prevenzione e intervento nei comportamenti autolesivi. Inoltre, il Ministero ha siglato protocolli d’intesa con l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, con UNICEF e il Ministero dell’Istruzione e del Merito.

“Il punto è questo. Il Ministero della Salute riserva sempre grande attenzione alla salute psicofisica di bambini e adolescenti, ma sappiamo che c’è ancora tanto da fare”, ha concluso Schillaci. “Gli hikikomori sono solo la punta dell’iceberg di un disagio più ampio, perché poi ogni giovane che si chiude in casa è una sconfitta per tutti noi.”

La replica di Ruffino. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, confesso, nonostante stia frequentando una rete di genitori e di specialisti, che molte delle cose da lei elencate non sono percepite o sono state forse sviluppate in una parte di territorio e non in tutta Italia. Questo è un dispiacere.

Lei ha detto cose importanti. Bisogna prevenire, bisogna essere veloci e fare in fretta. Bisognerebbe avere gli psicologi che vanno a domicilio. Abbiamo questi ragazzi che non riescono più a frequentare la scuola e perdono gli anni scolastici e non possono essere giustificati. Abbiamo gli adulti che perdono il loro lavoro per lo stesso motivo, perché molto spesso non ci sono specialisti che documentano quest’assenza. La scuola, con tutti gli sforzi che può fare, a volte molto in ritardo – ma questo succede anche alle famiglie -, si rende conto del problema che i figli vivono, un disagio enorme.

La scorsa settimana si è proiettato qui il film La chiocciola. La Sala della Regina era gremita di genitori e di specialisti che, purtroppo, si dichiaravano disarmati di fronte a questo fenomeno. Ci hanno detto tranquillamente che stanno lavorando per costruire comunità alloggio, per cercare di portare i loro figli fuori dall’isolamento.

Ora, signor Ministro, non c’è tanto tempo. I numeri aumenteranno in maniera spropositata, se quanto lei ha detto in qualche maniera non verrà portato a fattor comune. Chi deve conoscere questo? Le regioni? Guardi: le regioni non sono assolutamente a conoscenza di queste ricerche. Gli studi dei pediatri? Le scuole? Quali scuole hanno partecipato a questa sperimentazione?

Io le chiedo di fornire al Parlamento questi dati, queste ricerche e posso ancora dirle con grande rincrescimento, pur dicendole che avrà la nostra collaborazione anche da parte dell’Intergruppo che ho costituito, che siamo a un punto poco più di zero. Abbiamo bisogno di qualcosa di concreto che risponda alle mozioni alle quali il Governo ha dato parere favorevole

25 Giugno 2025

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