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Camerae Sanitatis. Intervista a Ilenia Malavasi (Pd): “Liste d’attesa, personale, malattie rare e obesità: servono coraggio, risorse e meno propaganda”
Dal decreto sulle liste d’attesa che “non basterà senza investimenti strutturali”, alla necessità di un piano straordinario di assunzioni, fino ai ritardi nell’attuazione della legge sulle malattie rare e al “ridimensionamento” della legge sull’obesità. Questi i nodi del sistema toccati dall’onorevole Dem: “Il governo fa annunci ma senza risorse e visione, il sistema rischia di non reggere”
Un decreto sulle liste d’attesa “insufficiente e incompleto”, assenza di risorse strutturali per il personale sanitario, mancata attuazione della legge sulle malattie rare e una legge sull’obesità “svuotata e poco coraggiosa”.
È un bilancio critico e articolato quello tracciato dall’onorevole Ilenia Malavasi, componente della 12ª Commissione Affari Sociali, nell’ultima puntata di Camere Sanitatis, il format multimediale promosso da Quotidiano Sanità. L’onorevole Dem disegna una sanità “bloccata” tra decreti incompleti e mancate risorse, dove le riforme annunciate rischiano di restare incompiute se non accompagnate da investimenti strutturali, coraggio politico e capacità di attuazione. “Abbiamo buone leggi e ottimi professionisti – ha detto – ma senza visione e risorse il sistema non tiene. E i cittadini pagano il prezzo dell’immobilismo”.
“Liste d’attesa? Senza nuove risorse il decreto non basta” Secondo Malavasi, il decreto varato a giugno dal governo è ben lontano dall’essere risolutivo: “Lo abbiamo detto fin dall’inizio: servono risorse, non solo poteri sostitutivi. Mancano ancora due decreti attuativi e non c’è un piano di assunzioni straordinario. Senza investimenti reali, non si recuperano milioni di prestazioni saltate e non si riduce il carico sulle Regioni”.
La deputata dem individua due cause strutturali: il peso della pandemia e il ruolo crescente del privato, che “dopa la domanda, moltiplica le prescrizioni e contribuisce ad allungare le liste”. A monte, un problema sistemico: “Serve un ragionamento serio sull’appropriatezza delle prestazioni, non una rincorsa ideologica a colpevolizzare le Regioni”.
“Tetto di spesa anacronistico. Serve un piano straordinario di assunzioni” Altro nodo centrale, la carenza di personale sanitario, che – sottolinea Malavasi – “è il filo rosso che lega tutte le criticità: Pnrr, liste d’attesa, reti territoriali”.
“Abbiamo retribuzioni tra le più basse in Europa, poca attrattività delle specializzazioni, fuga verso l’estero e il privato. Il sistema regge solo grazie alla dedizione di professionisti stremati. Ma non possiamo continuare a contare solo sul loro impegno”.
Malavasi critica anche la proposta del ministro Schillaci di utilizzare i fondi dei gettonisti per finanziare nuove assunzioni: “È una semplificazione errata. Quei fondi sono classificati come spesa per servizi, non personale. Finché resta il tetto di spesa ancorato al 2010, non possiamo agire in modo efficace. Serve una convergenza politica per rimuovere davvero questo vincolo”.
Malattie rare: “Legge ottima, ma lo Stato non la rende operativa” A quattro anni dall’approvazione della legge 175 del 2021, mancano ancora due decreti attuativi. Un ritardo che per Malavasi mina la credibilità dello Stato: “Abbiamo una delle leggi più avanzate d’Europa, ma se non siamo in grado di applicarla è un segno di debolezza istituzionale. Non è accettabile che un elenco di nuove patologie per lo screening neonatale esteso sia fermo dal 2021”.La deputata invoca rispetto delle scadenze, pieno funzionamento del tavolo nazionale e rimozione dei blocchi burocratici: “Uno Stato che non riesce ad attuare le proprie norme non garantisce buona democrazia”.
Obesità: “Una legge importante, ma privata di coraggio e contenuti” Sull’obesità, Malavasi ha duramente criticato l’esito finale della legge approvata dal Parlamento: “La proposta iniziale del collega Pella era ambiziosa e ben scritta. Ma durante l’iter è stata svuotata: sono spariti gli incentivi allo sport, le misure educative nelle scuole, la Sugar Tax. Una legge senza coraggio, scritta per non disturbare interessi consolidati”.
Il testo finale, secondo la deputata, si limita a riconoscere l’obesità come patologia cronica – “un passo importante ma minimo” – e destina 1 milione di euro in tre anni, a fronte di 6 milioni di persone obese e un 40% della popolazione adulta in sovrappeso. “È una legge sottodimensionata rispetto all’impatto sociale ed economico del fenomeno. Un inizio, ma senza le risorse e la volontà di portarlo avanti, resta un’occasione mancata”.
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