Il decreto Università, approvato oggi dall’aula del Senato con 78 voti favorevoli e 59 contrari, introduce una serie di modifiche volte sia a garantire la continuità amministrativa e didattica, sia a potenziare gli strumenti di programmazione, reclutamento e finanziamento in settori strategici per il Paese. Il testo passa ora all’esame della Camera.
Nel comparto università e ricerca, il decreto interviene su più livelli. Rafforza il ruolo degli enti pubblici di ricerca, estendendo le finalità del finanziamento ministeriale alle infrastrutture di ricerca e alle collaborazioni scientifiche internazionali, e introduce un finanziamento sperimentale triennale per migliorare la qualità scientifica e tecnologica delle attività degli EPR. Si prevede inoltre l’ampliamento delle procedure di stabilizzazione del personale precario presso il Cnr e un potenziamento del Ministero dell’università e della ricerca in termini di organico, capacità assunzionale e assistenza informatica per l’attuazione del Pnrr.
In tema di tutela e sicurezza, viene stabilizzata la copertura assicurativa Inail contro gli infortuni e le malattie professionali a favore di tutti i soggetti coinvolti nel sistema dell’istruzione e formazione, compresi gli studenti. Inoltre, viene prorogato fino a dicembre 2025 il Consiglio universitario nazionale (Cun), per garantire la continuità istituzionale nelle more della riforma del suo assetto.
Tra le pieghe del testo emergono disposizioni che toccano anche il mondo della sanità. Una delle novità più rilevanti è contenuta all’articolo 6, che interviene sull’organizzazione delle aziende ospedaliero-universitarie, semplificando la possibilità per queste strutture di destinare personale dipendente alle attività di assistenza sanitaria svolte nell’ambito delle scuole di specializzazione di area medica. In concreto, ciò significa che – su richiesta delle università – il personale sanitario potrà essere impiegato più agevolmente per affiancare i medici in formazione specialistica durante il loro percorso pratico-assistenziale.
Consentendo un utilizzo più flessibile delle risorse umane già presenti nelle strutture, il decreto punta a rafforzare la qualità della formazione medica e, al tempo stesso, a garantire una migliore continuità dell’assistenza ai cittadini. Ma il provvedimento guarda anche alla salute nei luoghi della formazione, non solo universitaria. Con l’articolo 2-ter, infatti, viene stabilizzata la disciplina introdotta in via temporanea negli ultimi anni, che estende la copertura assicurativa Inail a studenti, docenti e personale scolastico, anche per attività non direttamente riconducibili a esperienze pratiche o laboratori scientifici.
In sostanza, la tutela contro infortuni e malattie professionali viene allineata a quella del mondo del lavoro, offrendo una protezione più completa anche per le attività svolte in ambito teorico o didattico. Una misura che rafforza il principio secondo cui la sicurezza negli ambienti educativi è un diritto essenziale, non accessorio.
Da ultimo, sebbene non espressamente sanitario, l’articolo 5, con la riallocazione di 150 milioni di euro al Piano “Ricerca-Sud 2021-2027”, avrà ricadute anche in ambito salute, specie nel campo della ricerca biomedica. Il potenziamento delle infrastrutture e dei progetti nelle regioni del Mezzogiorno potrà infatti favorire lo sviluppo di tecnologie, competenze e studi con un impatto diretto sulla qualità e sull’accessibilità dei servizi sanitari in aree storicamente svantaggiate.