“Ho appena incontrato Giancarlo Giorgetti e posso dire che non solo non arretreremo di un centimetro nel rapporto spesa-Pil, ma aumenteremo il Fondo sanitario 2026 di circa 6 miliardi, più dei 5,4 miliardi dello stanziamento record del 2020 per contrastare l’emergenza Covid”. Lo afferma il Ministro della Salute, Orazio Schillaci in un’intervista a ‘La Stampa’ in cui conferme le indiscrezioni su di un ulteriore incremento delle risorse per la sanità nella prossima manovra.
Schillaci dice anche come saranno investite le risorse in più: “Prima di tutto assumeremo personale, anche con contratti sia orari che retributivi più flessibili. Per fare questo stiamo pensando di togliere i dipendenti della sanità dal perimetro della Pubblica amministrazione, che comporta molte più rigidità contrattuali. Poi vogliamo aumentare le risorse per la prevenzione, perché con una popolazione che invecchia diventa una scelta obbligata, visto che un over 65 consuma in sanità tre volte tanto un under. In terzo luogo metteremo soldi per finanziare il nuovo piano sulla salute mentale, perché purtroppo il malessere psichico è una vera emergenza, soprattutto peri nostri ragazzi”.
Il Ministro parla anche di liste d’attesa: “Ci sono molte criticità ma il trend si sta invertendo. Proprio dall’Agenas ho appena ricevuto i dati di 997 ospedali che mostrano una riduzione del 21,3% dei tempi di attesa. E poi, grazie alla piattaforma, ora sappiamo dove bisogna intervenire, assumendo ma anche evitando sprechi. Ricordo che con il decreto di un anno fa per tagliare le liste abbiamo anche detassato gli straordinari ed esteso gli orari per visite e accertamenti alla sera e nei weekend. Dove si sono attivate queste leve i tempi si sono ridotti eccome”.
Schillaci è poi favorevole ad una stretta dell’intramoenia: “La verità è che la maggioranza dei medici in intramoenia ne fa poco o nulla. Chi ne fa di più sono i medici affermati, che però hanno anche responsabilità organizzative. Bisogna regolamentare meglio la materia, e condivido gli emendamenti di maggioranza al Ddl sulle prestazioni sanitarie che prevedono più controlli e un rapporto più equilibrato tra attività privata e nel pubblico”.
Sulla medicina generale il Ministro sembra aver abbandonato l’idea della dipendenza: “Ho appena incontrato il loro sindacato, che si è reso disponibile a collaborare per attivare fattivamente i nuovi maxi-ambulatori aperti sette giorni su sette, almeno per 12 ore al giorno, dove lavoreranno insieme agli specialisti. Con l’aumento degli anziani affetti da policronicità, l’immagine del medico di famiglia che lavora come un lupo solitario è anacronistica. Comunque verrà fissato un orario congruo di presenza nelle nuove strutture, che costituiranno anche un grande filtro per i pronto soccorso”.
Nell’intervista c’è spazio anche per la farmaceutica con una spesa che cresce sempre di più: “Intanto l’aumento del Fondo sanitario porterà circa mezzo miliardo in più anche per i farmaci, visto che il loro tetto di spesa è calcolato in percentuale sul fondo stesso. Poi puntiamo ad aumentare di mezzo punto quella percentuale, che vale altri 700 milioni e porta il totale a 1,2 miliardi. Ma dobbiamo anche accelerare sulla ricontrattazione dei prezzi dei farmaci più datati e riformare il sistema dei prezzi, basandolo sui dati reali di efficacia post-commercializzazione”.
Infine, il Ministro torna sul Nitag e le polemiche su due componenti che critici con le politiche vaccinali degli ultimi anni: “Vedremo se è sfuggito qualcosa. Nel gruppo ci sono 22 esperti, tra cui scienziati di prim’ordine. Nel Consiglio Superiore di Sanità che ho appena nominato non credo ci sia un solo componente che non riconosca l’importanza dei vaccini. A passare per no vax proprio non ci sto, non c’è il rischio”.