Parto in anonimato: il nuovo CeDAP, le norme di monitoraggio e protezione della privacy per le pazienti

Parto in anonimato: il nuovo CeDAP, le norme di monitoraggio e protezione della privacy per le pazienti

Parto in anonimato: il nuovo CeDAP, le norme di monitoraggio e protezione della privacy per le pazienti

Il decreto del 5 maggio 2025 introduce un nuovo sistema CeDAP più digitale e sicuro, garantendo la tutela dell’anonimato e della privacy delle madri. Le strutture sanitarie devono adeguarsi a nuovi flussi operativi e modalità di trasmissione dei dati. La gestione dei dati sanitari prevede conservazione fino a 120 anni e misure rigorose di sicurezza e tracciabilità. Club Ginecologi propone una guida completa per comprendere tutti gli aspetti normativi e pratici.

Il decreto del 5 maggio 2025 del Ministero della Salute rappresenta un aggiornamento fondamentale del Certificato di assistenza al parto (CeDAP) e delle regole sul parto in anonimato. Con l’entrata in vigore dal 20 giugno 2025, con piena operatività dal 1° gennaio 2026, il nuovo CeDAP non è semplicemente un modulo aggiornato, ma un sistema informativo avanzato che raccoglie dati clinici, epidemiologici e sociodemografici della madre, del neonato e dei casi di nati morti o con patologie congenite. L’obiettivo è rendere più coerente e digitalizzato il flusso dei dati, migliorando la sorveglianza materno-infantile a livello nazionale e garantendo al tempo stesso il rispetto della privacy e il diritto all’anonimato delle madri. Il sistema include tutti i parti ≥22 settimane di gestazione e integra funzionalità specifiche per screening prenatali, assistenza ostetrica autonoma, PMA, parto cesareo, manovra di Kristeller, episiotomia e lacerazioni gravi.

Tempistiche, flussi digitali e interoperabilità
I certificati CeDAP devono essere redatti entro 10 giorni dall’evento nascita, includendo informazioni dettagliate su gravidanza, parto, salute del neonato e dati sociodemografici dei genitori. Le strutture sanitarie trasmettono i dati alle Regioni e Province autonome, che li inviano al Ministero della Salute secondo procedure digitali sicure e interoperabili tramite il Sistema pubblico di connettività (SPC). I flussi digitali prevedono accessi multi-fattore, crittografia, tracciabilità completa e registrazione dei log conservati per 12 mesi, con alert in caso di anomalie.

Conservazione dei dati e tutela dell’anonimato
I dati personali contenuti nel CeDAP sono conservati fino a 120 anni con cancellazione annuale dei dati dopo tale periodo, riconoscendo il loro valore sanitario, epidemiologico e demografico. In caso di parto in anonimato, i dati trasmessi non contengono elementi identificativi della madre, e le procedure tecniche sono progettate per impedire qualsiasi ricostruzione dell’identità. L’accesso ai documenti contenenti informazioni personali è consentito integralmente solo dopo 100 anni, mentre eventuali richieste anticipate sono valutate con cautele rigorose.

Ruoli, responsabilità e sicurezza dei dati
Il decreto chiarisce la titolarità e la responsabilità dei dati: il Ministero della Salute è titolare del trattamento nazionale, le Regioni gestiscono la comunicazione e l’aggregazione dei dati, e le strutture sanitarie sono responsabili dei dati clinici relativi all’evento nascita. La gestione dei dati rientra nelle categorie particolari del GDPR e del Codice della privacy, con misure tecniche e organizzative per garantire riservatezza, integrità, tracciabilità e autenticazione. I flussi verso enti come ISTAT avvengono in forma aggregata e anonimizzata.

Cosa cambia per le madri e le strutture sanitarie
Per le madri e chi assiste il parto, le novità principali riguardano la tempestività e la sicurezza nella gestione dei dati. La scelta dell’anonimato è operabile anche successivamente al parto, e le strutture devono predisporre i certificati in modo che i dati personali siano esclusi dai flussi, con custodia dei documenti presso le direzioni sanitarie senza limiti temporali. Anche le nascite fuori struttura seguono procedure analoghe, con consegna del certificato all’ASL competente. L’implementazione del nuovo decreto comporta alcune sfide operative, come la transizione normativa fino al 31 dicembre 2025, possibili ritardi regionali nell’adeguamento tecnico e la necessità di bilanciare la raccolta di dati utili per la sanità pubblica con la tutela dell’anonimato. Le strutture devono inoltre investire in infrastrutture informatiche e formazione del personale per gestire correttamente i nuovi flussi.

La guida di Club Ginecologi
Dal 2027 l’adesione piena al nuovo sistema CeDAP diventerà anche requisito per l’accesso ai finanziamenti integrativi statali da parte delle Regioni. Per supportare i professionisti sanitari nella comprensione completa delle novità introdotte dal decreto del 5 maggio 2025, Club Ginecologi ha realizzato una guida approfondita dal titolo “Cedap e parto in anonimato: cosa cambia con il nuovo decreto”. La guida analizza nel dettaglio il quadro normativo, i flussi operativi, le misure di sicurezza dei dati, la tutela dell’anonimato e le responsabilità delle strutture sanitarie. Il documento offre indicazioni pratiche su come redigere correttamente i certificati, gestire i dati sensibili e applicare le nuove procedure operative, aiutando i professionisti ad operare in sicurezza e nel rispetto della normativa vigente. La guida è disponibile sulla piattaforma Club Ginecologi e rappresenta un supporto essenziale per tutti i professionisti sanitari che vogliono approfondire il tema e aggiornarsi sulle procedure più corrette.

30 Ottobre 2025

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