Fiducia a Berlusconi. E adesso? I commenti della grande stampa quotidiana

Fiducia a Berlusconi. E adesso? I commenti della grande stampa quotidiana

Fiducia a Berlusconi. E adesso? I commenti della grande stampa quotidiana
Dopo la doppia fiducia incassata ieri, si apre un altro tempo di questa lunga stagione di sostanziale instabilità politica. Per cercare di farci un'idea di cosa potrebbe accadere, vi offriamo i commenti di autorevoli giornalisti del Corriere della Sera, della Repubblica, della Stampa e del Sole 24 Ore.

Ecco alcuni commenti sulla giornata di ieri in Parlamento e sui possibili scenari che si apriranno conseguentemente al doppio voto di fiducia ottenuto dal Governo.
Nell'ordine, Massimo Franco del Corriere della Sera, Ezio Mauro di Repubblica, Marcello Sorgi de La Stampa e Stefano Folli de Il Sole 24 Ore.
 
Corriere della Sera
"Se anche è probabile che da ieri le elezioni anticipate sono più vicine, Silvio Berlusconi non lo dà a vedere. E dopo avere umiliato Gianfranco Fini e il Fli nella resa dei conti parlamentare, ostenta una calma e una prudenza che dimostrano l'incertezza del governo".  Così Massimo Franco sul Corriere della Sera di oggi (leggi tutto l'articolo
 
La Repubblica
 "Con tre voti di maggioranza, strappati in extremis ai finiani nell'ultima compravendita notturna, Berlusconi rimane a Palazzo Chigi. Ma per fare che cosa? Quel margine precario, appeso a mille promesse impossibili, nel giorno per giorno non consentirà al Premier di far approvare più nulla". E' invece l'incipit dell'editoriale del direttore di Repubblica Ezio Mauro (leggi tutto l'articolo).
 
La Stampa
"Una parola, l'allargamento. Berlusconi non ha avuto il tempo di godersi la sudata, e stentata, vittoria in Parlamento, che gli si è posto il problema dei 314 soli voti di maggioranza con cui certo il governo non andrà molto lontano". Sottolinea su La Stampa Marcello Sorgi. (leggi tutto l'articolo ).
 
Il Sole 24 Ore
"Sbaglia l'opposizione ad affermare che ieri alla Camera non è successo niente. È vero che si deve registrare una debolezza strutturale della maggioranza, ridotta ai minimi termini dopo il grande successo elettorale del 2008. Tuttavia una delle giornate più drammatiche (e meno onorevoli) nella storia recente del Parlamento, sullo sfondo del centro storico romano messo a ferro e fuoco, ha offerto numerose indicazioni". Fa notare su Il Sole 24 Ore Stefano Folli (leggi tutto l'articolo ).

15 Dicembre 2010

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