Insufficienza renale cronica. Mozione in Senato, prima firma D’Ambrosio Lettieri (DI): “I malati devono essere informati su tutte le terapie sostitutive disponibili”

Insufficienza renale cronica. Mozione in Senato, prima firma D’Ambrosio Lettieri (DI): “I malati devono essere informati su tutte le terapie sostitutive disponibili”

Insufficienza renale cronica. Mozione in Senato, prima firma D’Ambrosio Lettieri (DI): “I malati devono essere informati su tutte le terapie sostitutive disponibili”
L’insufficienza renale cronica è stata inserita nei nuovi Lea come malattia invalidante e, in quanto tale, viene riconosciuta l’esenzione ticket a chi ne è affetto, ma questo non basta. Il senatore d’Ambrosio Lettieri (DI) ha presentato una mozione in Senato: “necessario promuovere un unico modello nazionale di consenso informato per tutte le terapie sostitutive”.

Promuovere l'implementazione, in tutte le Regioni italiane, di un unico modello nazionale di consenso informato che contempli tutte le possibili terapie sostitutive. Destinare un adeguato stanziamento economico per la formazione dedicata alle terapie domiciliari, a basso costo e ad alta efficacia clinica, con un impatto positivo sulla qualità della vita dei pazienti nefropatici. Sono solo alcune delle proposte avanzate dal senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri (DI), primo firmatario di una mozione presentata in Senato.
 
L’insufficienza renale cronica, in quanto malattia invalidante, è stata inserita nei nuovi Lea che riconoscono l’esenzione ticket a chi ne è affetto, ma questo non basta. Il senatore d’Ambrosio Lettieri, con i colleghi De Biasi, Rizzotti, Bianconi, Aiello, Bianco, Bruni, Floris, Mancuso, Mandelli, Scavone, Serafini, Zizza e Zuffada, attraverso la sua mozione, chiede l’impegno del governo per l’attuazione di diversi punti.

Oltre al modello unico di consenso informato e l’aumento di risorse per l’assistenza domiciliare, si chiede di “promuovere l’offerta assistenziale delle nefrologie italiane uniformando i processi di prescrizione delle dialisi domiciliari per consentire in tutte le regioni il riconoscimento ponderato delle relative attività assistenziali”.
Ancora, è stata avanzata la necessita di “migliorare le attività di prevenzione, diagnosi e cura della malattia renale cronica, favorendo percorsi diagnostico-terapeutici che garantiscano al paziente uniformità di risposte su tutto il territorio nazionale”.
 
Richiesto anche di “garantire ai pazienti affetti da malattia renale cronica l’opportunità di poter beneficiare di tutte le terapie sostitutive renali oggi disponibili, incluse le terapie domiciliari, in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale e, infine, modificare l'articolo 15 del Testo unico delle imposte sui redditi introducendo la detraibilità delle spese sostenute per l'acquisto di alimenti aproteici”.
 
“La malattia renale cronica, molto diffusa nel mondo e con una crescente prevalenza nella popolazione – si legge nella mozione – è una condizione di alterata funzione renale classificata in 5 stadi di crescente gravità. Secondo un recente studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità, dalla Società Italiana di Nefrologia (Sin) e dall’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, è stato stimato che in Italia vivono circa 2.200 mila adulti affetti da malattia renale cronica di cui ben 800 mila presentano un grado significativo di gravità”.

“Sulla scorta di questi dati – continua la mozione – la Sin, in collaborazione con il ministero della Salute, ha prodotto un documento di indirizzo sulle strategie preventive e di cura delle malattie croniche renali che sanciva l’importanza delle citate malattie come malattie croniche di pubblico interesse e auspicava la deospedalizzazione delle cure nelle fasi iniziali di malattia dando peso all’assistenza nefrologica ambulatoriale. Detto documento, approvato nel 2014 dalla Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, ad oggi, è stato recepito solo da 10 regioni italiane”.

D’Ambrosio Lettieri ha sottolineato come “un adeguato percorso di deospedalizzazione assicurerebbe ai pazienti affetti da malattia cronica renale di poter scegliere in modo informato e consapevole fra tutte le terapie sostitutive renali oggi disponibili, incluse le terapie domiciliari e il trapianto, allo stesso modo in tutte le Regioni italiane. Un percorso che sarebbe in linea con I principi costituzionali e con le leggi in vigore. Il nostro ssn, pur di tipo decentrato, ha come obiettivo primario la tutela della salute in maniera uniforme su tutto il territorio italiano”.
 
“Ad oggi – ha concluso il senatore – la terapia sostitutiva renale è limitata, di fatto, alla sola dialisi extracorporea in center o intramuraria, praticata dall’88% dei pazienti italiani che iniziano la dialisi ogni anno e da oltre il 90% dei pazienti oggi prevalenti nei centri di dialisi oggi in Italia. La terapia sostitutiva comporta maggiori costi sociali per i pazienti, ridotta qualità di vita, perdita di giornate lavorative, impiego di tempi a volte anche prolungati per recarsi in ospedale o al centro di emodialisi. Non solo. I costi a carico del Ssn sono di 40-50 mila euro/anno per paziente. La spesa destinata alla dialisi ammonta a 2,4 miliardi di euro/anno pur essendo i dializzati lo 0,8% della popolazione generale. Pertanto la spesa per la dialisi è circa 25 volte maggiore rispetto alla spesa sanitaria pro-capite”.

07 Dicembre 2017

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