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Neoplasie professionali. In FVG sono in aumento, i medici alzano il livello di attenzione

L’attenzione dell’OMCeO Pordenonese, sotto la guida del presidente FROMCeO, Guido Lucchini, sta coinvolgendo ASFO e CRO, e le più rappresentative categorie del mondo del lavoro e Ordini professionali, con percorsi formativi per la tutela della salute del lavoratore. “In Friuli Venezia Giulia, i tumori legati all’esposizione all’amianto rappresentano essenzialmente la prima causa di morte, superando anche quella per infortuni”.

06 GIU - I prodotti chimici, più o meno pericolosi, sono spesso presenti nei posti di lavoro, rappresentano la causa di molti infortuni sul lavoro ed interessano non solo singoli lavoratori ma anche chi presta i soccorsi. L’azione delle sostanze chimiche può essere più subdola e di lungo periodo e, se non intercettata in tempo, determinare malattie professionali, tra cui i tumori. In generale, il Friuli Venezia Giulia tra il 2020 e il 2021 ha visto un aumento delle denunce di tutte le malattie professionali con un incremento a Gorizia del 34,7%, Pordenone del 3,2%, Trieste del 65% e Udine -0,1%. 

“Il tema dei cancerogeni lavorativi è un fenomeno ancora di gran lunga sottostimato”, dichiara Carlo Venturini, già direttore Spisal dell'ASFO e in prima linea, insieme agli Ordini dei medici friulani, nella prevenzione e cura delle patologie associate all'esposizione sul lavoro. “La IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato 44 esposizioni professionali come fonti sicure cancerogene per l’uomo tanto da poter dire che in Italia circa 4,2 milioni di lavoratori, pari del 25% della forza lavoro totale, sono esposti ad agenti cancerogeni. Vari studi confermano che la frazione eziologica dei tumori professionali può essere quantomeno del 4%. La frazione etiologica - prosegue Venturini - può variare in modo molto più evidente in rapporto poi al tipo di sostanza a cui si è esposti al lavoro e al tipo di neoplasia indagata (ad esempio per la correlazione tra esposizione ad amianto e il mesotelioma della pleura la frazione di rischio attribuibile è circa del 90%). Molti studi di settore dimostrano come le neoplasie mortali, riconducibili all’ambiente di lavoro per anno, soprattutto se confrontato con il numero di neoplasie certificate all’INAIL, siano ancora molto sottostimate”.     

Da alcuni dati forniti dal Venturini, i tumori ad elevata frazione eziologica occupazionale (60-90%), sono
- Mesoteliomi 
- Tumori naso-sinusali (adenocarcinomi) 
- Angiosarcomi epatici 
- Tumori diffusi nella popolazione a limitata frazione eziologica occupazionale (5-40%) 
- Tumori del polmone 
- Tumori della vescica 
- Tumori della laringe 
- Leucemie 
- Adenocarcinoma pancreatico 
- Carcinoma sieroso dell’ovaio 

“Alcune neoplasie, come il mesotelioma, neoplasia legata all’esposizione all’amianto – spiega Venturini - sono più facilmente riconducibili all’attività lavorativa, mentre altri tipi di neoplasia, come si diceva prima, pur trovando la loro genesi nell’attività lavorativa, non vengono ancora adeguatamente segnalate. In Friuli Venezia Giulia, i tumori legati all’esposizione all’amianto rappresentano sostanzialmente la prima causa di morte legata al lavoro, superando anche quella per infortuni. Nel 2021, relativamente al periodo 2013-2019, venivano censite in FVG 395 morti legate alle 643 neoplasie professionali riconosciute da INAIL. Nello stesso periodo in FVG sono state diagnosticate secondo il registro tumore regionale oltre 60.200 neoplasie. Anche se applicassimo le ipotesi più restrittive in merito alla frazione eziologica attribuibile al lavoro, che è del 4 %, nello stesso periodo si sarebbero dovute diagnosticare come professionali almeno 2400 neoplasie. Questa enorme differenza tra le neoplasie ipotizzabili e quelle riconosciute conferma il grande sforzo che ancora si deve fare per migliorare la consapevolezza dei sanitari verso questo triste circostanza”.   

Cosa fare quindi? Come attuare una prevenzione efficace in una materia così complessa? 
Sono queste le domande che l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Pordenone sta cercando di affrontare attraverso incontri e approfondimenti in tema di lavoro e di rischio chimico - cancerogeno correlato. La più recente fra le iniziative che OMCeO di Pordenone ha intrapreso è stato il corso svoltosi nel mese scorso in presenza presso la sede dell’Ordine con l'obiettivo di dare una adeguata informazione su questo complesso tema, mettendo in particolare rilievo il ruolo e la funzione che il medico competente può avere nella valutazione del rischio e nella interazione con gli altri soggetti aziendali per sviluppare attività di prevenzione. 

L’eccezionalità di questo corso è stato quello di affrontare temi complessi sia dal punto di vista scientifico che socio economico e per i quali hanno dato il loro patrocinio ASFO (azienda sanitaria friuli occidentale) e il CRO (Centro di Riferimento Oncologico di Aviano), le maggiori associazioni imprenditoriali e la gran parte degli altri ordini professionali del Friuli Occidentale. La sensibilità che l’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Pordenone ha trovato infatti il significativo sostegno di diversi portatori di interessi su un tema di salute e sicurezza sul lavoro nel quale la figura del medico può avere un ruolo di estremo rilievo.

Medici, specializzandi della facoltà di medicina del lavoro e di igiene delle Università del FVG, imprenditori e le altre associazioni, si troveranno nei prossimi mesi ancora assieme per discutere le strade da intraprendere per cercare di fermare il trend in crescita, talvolta anche con percentuali a due cifre, degli infortuni e delle morti attribuibili all’ambiente lavorativo. 

Endrius Salvalaggio 

06 giugno 2022
© Riproduzione riservata

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